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L’italiano è bello di Mariangela Galatea Vaglio: una passeggiata tra storia, regole e bizzarrie

12 Gennaio 2018
L'italiano è bello di Mariangela Galatea Vaglio: una passeggiata tra storia, regole e bizzarrie

L’italiano è bello di Mariangela Galatea Vaglio è la lettura e la degna conclusione di una settimana dedicata alla linguistica e alla storia della lingua italiana. Fin dall’introduzione, l’autrice avvisa che:

“Questo libro vuole essere un baciamano. Non è né una grammatica, né una storia della lingua, né un manuale di letteratura. È un racconto su come l’italiano è diventato quello che parliamo oggi, su quali siano le regole più importanti per scrivere correttamente e quali figure retoriche si possano usare per essere più efficaci quando vogliamo comunicare”.

Leggerlo è stato un invito, un graziosissimo invito per fare una passeggiata tra storia, regole e bizzarrie. Come si fa a non accettare una richiesta così piacevolmente offerta?

L’italiano è bello di Mariangela Galatea Vaglio: passi, panoramiche e impressioni di lettura

L’italiano è bello è stata veramente una bella passeggiata alla scoperta e riscoperta di una materia che si studia sui libri di scuola ma che, più che un percorso di apprendimento, viene vissuta come un’impresa. Un’impresa in cui si ha l’impressione di cadere nei precipizi della noia o di rimanere incastrati in una selva di regole grammaticali aride e contorte.

Superate le prime titubanze, la partenza de L’italiano è bello inizia gradualmente. Una breve panoramica della storia della lingua italiana mette in scena i soggetti ovvero coloro che hanno reso unico e vivace uno dei linguaggi più amati all’estero ma, ammettiamolo, un po’ bistrattati in terra nostrana. Chi saranno questi soggetti? Le persone semplici o parlanti che hanno fornito la materia prima per far sì che gli intellettuali del passato la modellassero, adattandola al contesto sociale in cui vivevano fino a quando la sua forma non ha assunto le caratteristiche necessarie per farla uscire dal testo scritto, nel presente e nel futuro.

A tratti, sembrava di vedere una danza collettiva dove parlanti e letterati fanno la corte al linguaggio. Corteggiamento, ballo, incontro, scambio di espressioni, sorrisi e opinioni che poi divengono passi fissi, regole di grammatica.

L'italiano è bello di Mariangela Galatea Vaglio, Sonzogno

L’arrivo alla sezione dedicata alla grammatica è il momento più delicato. Ancora soffro a ripensare alle lezioni, alle analisi logiche e grammaticali e ai compiti (odiatissimi) sull’analisi dei verbi. Roba da impazzire e poi, mentre si legge e si cerca di venir a capo nello studio di base dell’italiano corretto, si pensa che sarebbe stato bello avere Mariangela Galatea Vaglio come insegnante.

C’è una bella differenza nel dire che la regola vuole che e, invece, spiegare il perché, con tanto di esempi, si è arrivati a definirla e applicarla. Nel secondo caso, è come fermarsi un momento lungo il percorso, ammirare i dettagli del sottobosco del linguaggio e avere qualcuno accanto che ti spiega brevemente le particolarità di un fiore che ha attratto la tua attenzione perché ti par di averlo già visto ma non sei sicuro del cosa, del dove o del perché.

La parte più divertente de L’italiano è bello è che il lettore, quasi senza accorgersene, passa dai tempi antichi a quelli contemporanei. Sboccia un “petaloso” e la faccenda si fa interessante perché la storia delle parole e di come sono state create per veicolare uno o più significati diventa più vicina ai lettori di oggi. La comparazione tra antico e moderno è efficace e, si capiscono molte cose su come il nostro modo di comunicare sia sempre in continuo mutamento attraverso il linguaggio e i linguaggi che si possono leggere sia sui libri sia sulle schermate di smartphone e pc.

Infine, la retorica e in consigli di lettura di Giulio Mozzi sono la vetta di una montagna raggiunta leggendo un libro come se si stesse facendo una passeggiata in collina.

Com’è possibile?

Il libro di Mariangela Galatea Vaglio è già concluso?
Ci si guarda attorno e, con meraviglia, ci si rende conto che L’italiano è bello.
Veramente bello, bellissimo.

Resto ancora un poco, ad ammirare il paesaggio.
E tu?

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4 Comments

  • Reply Priscilla 12 Gennaio 2018 at 13:02

    Beh, proposta impegnativa ma interessante. Per chi è appassionato di filologia sicuramente è un bel consiglio.

    Io l’ho segnato, imparare è sempre bello.

    Aspetto il prossimo post.

    • Reply Rita Fortunato 13 Gennaio 2018 at 12:40

      Ciao, Priscilla,
      sono contenta per l’apprezzamento e ti assicuro che L’italiano è bello di Galatea Vaglio è veramente piacevolissimo e di scorrevole lettura.

      Una piccola precisazione, filologia e linguistica non sono proprio la stessa cosa. La prima è una disciplina che si occupa di confrontare le varie edizioni di un’opera per individuare quella originaria (una specie di ricerca genealogica del libro) mentre la seconda si occupa di studiare la storia del linguaggio (scritto e parlato) e di come esso si è evoluto nel tempo.

      Il tuo commento però mi ispira a ripassare le due materie e a scriverci su qualcosa. Potrebbe interessarti? 🙂

  • Reply Marta 12 Gennaio 2018 at 21:37

    Insegno italiano agli stranieri e ogni giorno mi stupisco di quanto la nostra lingua sappia essere contemporaneamente incredibilmente bella e incredibilmente assurda. Ho il forte sospetto che il tuo consiglio di lettura mi farà scoprire un libro che mi paicerà tantissimo! Grazie! 😀

    • Reply Rita Fortunato 13 Gennaio 2018 at 12:46

      Ciao, Marta,
      il fatto che tu insegni italiano agli stranieri è una cosa bellissima perché credo che lo scambio culturale avviene proprio attraverso il linguaggio. L’italiano è bello e assurdo, ne parlò anche Mark Twain, ma forse è anche qui che sta tutto il suo fascino. Galatea Vaglio lo spiega meglio nel libro. 😉

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