Oggi ospito il Curriculum Del Lettore di Galatea Vaglio, seguendo un percorso ideale fatto di metamorfosi, evoluzioni e amore per la bellezza.
Bellissimo nome, Galatea. Rimanda a uno dei miti più affascinanti che siano stati narrati e tramandati, attraverso vari linguaggi, dal mondo antico.
Ninfa o scultura, Galatea è il simbolo del cambiamento e del passaggio da una forma all’altra, a causa e per mezzo dell’amore. Se la ninfa corona il suo sogno d’amore con Aci tramutando quest’ultimo in un dio fluviale la statua, realizzata da Pigmalione, diviene la donna ideale per volere di Afrodite.
E per quanto riguarda Galatea Vaglio?
Su quale trasformazione si inserisce il suo nome e il suo ruolo?
A chi rivolge il suo amore?
Per la bellezza della lingua italiana in tutte le sue forme, dai tempi antichi fino ai giorni nostri. Per questo ho cominciato a leggere L’italiano è bello della mia ospite. Presto te ne parlerò anche in questo blog ma, nel frattempo, curiosiamo insieme tra le letture con cui Galatea Vaglio ha composto il suo Curriculum Del Lettore?
Curriculum Del Lettore di Galatea Vaglio: il fascino e la bellezza della lettura
Io ho cominciato con gli Asterix, che per una che poi è finita a scrivere libri divertenti sull’antichità, ci sta. Da piccola li adoravo, e ho imparato a leggere divorando le avventure dei Galli pazzi che dal loro piccolo villaggio dell’Armonica tenevano testa a Giulio Cesare. Poi Rodari. Tanto. Tutto. Adoravo le sue favole ribaltate, la sua leggerezza. E poi la Storia Infinita, un libro che parla di libri prima ancora che un fantasy.
E con l’infanzia mi sa che abbiamo chiuso.
L’adolescenza è stata Umberto Eco. I romanzi, ma ancora di più i saggi. Il superuomo di massa e Apocalittici ed integrati. Ho adorato la vertigine del complotto del Pendolo di Focault, che mi ha anche vaccinato da tutti i Voyager a venire. Ogni volta che Giacobbo apre bocca sulla mia faccia compare il ghigno di un Causabon. L’adolescenza è stata anche molto gialla. Agatha Christie, per essere precisi. Adoravo le Trame perfette di Dame Agatha. Non erano grande letteratura, ma erano orologini meravigliosi, eleganti come un tè all’ora giusta.
Infine l’adolescenza è stata lui, il libro che mi ha cambiato la vita: le memorie di Adriano della Yourcenaur. Un colpo di fulmine in cui c’era tutto: la scrittura perfetta, l’antichità raccontata come se fosse qui e fosse presente.
La maturità, chissà se è la fase dove sto adesso. Non so. So che è stata Tucidide, apprezzato tanto e per motivi diversi da quelli che di solito si imparano a scuola. Tucidide è la capacità di raccontare la complessità della storia davvero, con cambi continui e repentini di scena, zoom folgoranti, carrellate da grande cinema.
È stata Guerra e pace, perché non si ci può non innamorare di Pierre Bezucov, anche se tutti pensano che quello da amare sia il principe Andrej.
È stata, passatemelo, Harry Potter, perché bisogna sempre rimanere in fondo un po’ bambini dentro, anche quando non lo si è più.
La vecchiaia? Spero di arrivarci. Con in mano un libro, ovviamente.
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