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Il romanzo di Michelangelo: leggere Il tormento e l’estasi di Irving Stone

22 Dicembre 2017
Il romanzo di Michelangelo: leggere Il tormento e l'estasi di Irving Stone

Finalmente ho concluso la lettura de Il tormento e l’estasi di Irving Stone, edito Corbaccio e dedicato alla vita di Michelangelo.

Un volume monumentale che non mi decidevo mai ad affrontare non perché temessi la mole ma perché già sentivo che mi avrebbe travolto e affascinato.

Il tormento e l’estasi è forse il miglior romanzo letto in questo 2017 altalenante, scandito dalle letture più svariate e, forse, il più bel regalo di Natale che si potrebbe fare a un lettore.

Ne leggiamo un po’?

Il tormento e l’estasi di Irving Stone: percorrendo la storia di Michelangelo

Michelangelo aveva una forte personalità e un pessimo carattere. Questo fu Il tormento e l’estasi di un essere umano, oltre che di un artista completo e geniale, narrato magistralmente da Irving Stone.

Come ho già accennato, ci ho messo un po’ prima di affrontare e portare a termine questa lettura e, seguirne il percorso narrativo, mi ha fatto provare una miriade di sensazioni.

Si può amare e detestare un artista? Probabile. Idealmente la mia ammirazione si concentra su Leonardo Da Vinci, colui che ad oggi e nel mondo del blogging sarebbe definito un tuttologo. Un tuttologo che però aveva profetizzano un paio di cosucce sulle innovazioni tecnologiche e fino a che punto avrebbe potuto spingersi l’arte intuendone anche gli eccessi. Un po’ senza sapere e un po’ sperimentando ma coltivando sempre, con instancabile costanza, la sua curiosità.

Tuttavia, non è di Leonardo che si parla ne Il tormento e l’estasi di Irving Stone (anche se compare) bensì di Michelangelo Buonarroti.

Dello scultore che fu architetto e ingegnere e pittore e letterato. Prima di leggerne la storia però mi chiedevo se stimavo le opere abbastanza da ammirarne l’uomo. Avevo gli strumenti adatti per apprezzare l’artefice con la stessa intensità con cui rimanevo sbalordita di fronte alle sue creazioni che hanno sfidato il tempo e lo spazio, senza l’ombra di una patina di obsoleta cristallizzazione?

Non le mandava certo a dire, Michelangelo, ma ora che ho letto Il tormento e l’estasi mi immagino il lettore che scopre un essere umano che ha sempre avuto ben chiari i suoi obiettivi. Occuparsi di scultura e favorirne la rinascita elevandola sullo stesso piano delle arti del suo tempo.

Il libro illustra il percorso di formazione di un uomo e di un artista straordinario, originale e creativo. Tormentato da un carattere poco malleabile e da una forte personalità, non smetterà mai di ricercare l’estasi nell’indagine sensibile delle cose facendo combaciare il suo essere con la sua visione del mondo dell’arte.

Sono tutti aspetti e sfaccettature dell’artista che diventano chiari e lampanti quando Irving Stone racconta, attraverso lo sguardo michelangiolesco, la genesi dell’opera destinata a celebrare l’ingegno e le abilità artigiane dei fiorentini divenendo simbolo della città e di una comunità, il David.

“La personalità conta più dell’azione […]

Eterno dissidio tra il pensiero e l’azione, Davide avrebbe imparato che l’uomo, scegliendo l’azione, si dava in balia a un inesorabile padrone per tutti i giorni e gli anni dell’esistenza; avrebbe appreso che nessun premio elargito all’azione – fosse pure un regno, la potenza, la ricchezza – compensava la perdita della facoltà di disporre liberamente di sé stessi.

Agire significava uscire dall’isolamento, mischiarsi con gli altri uomini”.

Dev’essere stato difficile stargli accanto e aiutarlo a prendere coscienza dell’impulso creativo che lo alimentava e lo divorava fin nell’anima. Un compito svolto dal Granacci, amico sincero e oggettivo, punto di riferimento discreto sin dai tempi dell’apprendistato nella bottega del Ghirlandaio e saggio, nel guidare Michelangelo nel suo percorso contenendo i suoi impeti distruttivi e aiutandolo a trovare sempre il modo di sviluppare ed esprimere il suo desiderio di costruire qualcosa di vivo e immortale.

Il fascino di Lorenzo il magnifico, non bello di aspetto ma dalla mente brillante e lungimirante, seduce non solo il giovane apprendista scultore ma anche il lettore. Il potente mecenate, fautore del Rinascimento, diviene il padre e la migliore guida intellettuale che Michelangelo avrebbe potuto avere e forse il ricordo di lui lo aiuterà a sostenere le pressioni e le continue richieste di denari, prestigio, lavoro provenienti dalla sua famiglia di origine.

Il tormento e l'estasi Il romanzo di Michelangelo di Irving Stone

Il lettore, in quasi mille pagine di romanzo scritte con un carattere tipografico fitto e minuto, viene condotto per mano nel mondo de Il tormento e l’estasi per percorrere le strade di Firenze, Bologna e Roma e che incontri che fa seguendo i percorsi intrapresi da Michelangelo!

Nel suo intimo, il lettore potrebbe applaudire per il coraggio di un artista fiorentino che ha contrastato un pontefice, arrivando al punto da piantarlo in asso poiché non gli consentiva di fare ciò che desiderava fare e cioè scolpire. Il lettore, forse, vorrebbe che sostasse ancora un poco con i Topolino e gli scalpellini con i quali si trova a suo agio e al sicuro dai pericoli e dalle insidie ordite da chi faceva il bello e cattivo tempo in Italia e in Europa.

Chissà, forse il lettore potrebbe scoprire cosa significa amar di amor platonico Contessina De Medici, rivivere il tormento del desiderio fisico per Clarissa, la cortigiana del periodo bolognese e trovare anche lui una sintesi dei due sentimenti nell’immagine di Vittoria Colonna. Sentire il desiderio di immergersi nell’ossessiva ricerca dell’artista della bellezza dell’anima attraverso la materia.

Il tormento e l’estasi è un viaggio, un tornare indietro nel tempo per conoscere da vicino tutti gli artisti e le persone che gli sono state amiche e nemiche e che hanno condiviso con lui non solo un percorso d’arte ma anche di vita e di umanità.  Irving Stone li descrive tutti con minuzia di particolari e ogni dettaglio si scolpisce nel cuore del lettore. Un intero periodo storico e artistico rinasce in un libro che non avrei mai voluto finire di leggere e che offre tanto su cui riflettere e sostare.

Il tormento e l’estasi di Irving Stone: cosa può trasmettere un romanzo?

Vorrei bussare alla porta dello scultore e, come egli fece con Leonardo Da Vinci, scusarmi per aver aspettato tanto a leggere Il tormento e l’estasi. Vorrei pure scrivere una lettera a Irving Stone per ringraziarlo per l’opera che ha lasciato e per la precisione con cui ha narrato le vicende di Michelangelo.
Vorrei:

  • ricominciare da capo,
  • ricopiare sul quaderno delle citazioni un’infinità di passaggi,
  • salire su un treno e ripercorrere i luoghi dello scultore,
  • rivedere le opere incompiute che hanno ispirato le sculture di Auguste Rodin più di 300 anni dopo,
  • riprendere in mano i libri di storia dell’arte,
  • andare in libreria e acquistare altri libri di Irving Stone.

Vorrei continuare a leggere, anche di temi che esulano dall’area umanistica e artistica.

Perché è questo quello che il romanzo di Irving Stone mi ha trasmesso, il desiderio di ampliare l’esperienza di lettura e osservare come essa si arricchisce, cambia, si evolve in una visione che vede non solo l’uomo ma la storia dell’umanità e la sua continua ricerca tra impulso distruttivo e impulso creativo.

Lo vorresti anche tu?

Autore: Irving Stone
Titolo: Il tormento e l’estasi Il romanzo di Michelangelo
Titolo originale: The Agony and the Ecstasy
Traduzione: Enrico del Fiume
Casa editrice: Corbaccio
Pagine: 845
Anno di pubblicazione: settembre 2014, IV Edizione
Prezzo di copertina: € 18.70

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2 Comments

  • Reply Mary Nastase 23 Marzo 2019 at 11:29

    Bellissima recensione!…trovata per caso, devo ammettere, ma abbastanza per farmi seguire il blog. Ricordo il piacere provato nella compagnia di questo grande libro, letto un paio d’anni fa’ ( forse nel 2015 – devo verificare su Goodreads..🤔 ). Tante cose che ho scoperto grazie a questo libro…e poi i viaggi che devo intraprendere per vedere con i miei occhi le bellezze di cui narra Irving Stone 😁. ( ti seguo dalla Romania e Roma è – per ora – l’unica città che ho visitato, Firenze essendo la seconda nella lista in un prossimo futuro –

    • Reply Rita Fortunato 23 Marzo 2019 at 17:29

      Ti ringrazio, Mary, per aver apprezzato la recensione di uno dei romanzi più belli che abbia letto di recente e ringrazio anche il caso, che ti ha condotta a questo blog e spero che il futuro che ti porterà a Firenze sia più prossimo di quanto il destino voglia predisporre, è una città meravigliosa. 😉
      Un bacione e grazie di cuore, per il tuo commento :*

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