Il libro The Wander Society – La rivoluzione creativa della vita quotidiana di Keri Smith, edito Corraini Edizioni, mi è stato proposto senza un motivo apparente. Non conoscevo nulla di questo testo fino a quando non mi è stato posto sotto gli occhi, posato sul tavolo di un locale a Bologna.
Secondo lei, The Wander Society poteva essere un tassello interessante, da inserire in lista letture. Mi sono affidata al caso seguendo l’input di una persona che, tutto sommato, al caso non crede e così, eccomi qui a buttar giù qualche riga su un libro strano e insolito che promette la rivoluzione creativa della vita quotidiana.
Avrà svolto il suo compito?
The Wander Society: scoperta e ricerca di Walt Whitman
La prima cosa che salta all’occhio di The Wander Society è che non offre risposte ma pone il lettore di fronte a una serie di domande. Otto in tutto. Basta confermare tre quesiti, per avere il via libera e procedere con la lettura di questo manuale composto da collage di immagini, testi e appunti apparentemente scritti a mano.
Centrale è la figura di Walt Whitman e una delle sue raccolte poetiche più note, Foglie d’erba. Poeta menzionato in diversi Curriculum Del Lettore e che, a quanto pare, risulta essere la figura ispiratrice della Wander Society.
Whitman aveva un’abitudine che lo aiutava a sbloccare la sua creatività, passeggiava a tempo indefinito e senza una meta precisa per le strade di Manhattan. Uno dei motti base di questa abitudine, solvitur ambulando, costituisce una curiosa collettività.
Una collettività che si definisce tale e sembra funzionare perché non richiede alcuna strutturazione o gerarchia. Non è prevista alcuna forma di associazionismo, non ci sono dei compiti da svolgere per salire di livello, riunioni da fare o guide da seguire. Ognuno è padrone di sé stesso. La consapevolezza del proprio essere e del mondo circostante è sufficiente per dare all’errante la sensazione di appartenere a un gruppo e di non sentirsi soli, pur vagando.
Per paradosso, La rivoluzione creativa della vita quotidiana indagata da Keri Smith promuove il cambiamento globale lasciando a disposizione gli strumenti per esercitare il libero pensiero dell’individuo. Strumenti che si possono acquisire nel corso di una passeggiata per riacquistare il contatto con la natura limitando l’uso delle moderne tecnologie, pur riconoscendone l’utilità.
L’autrice documenta tutto quello che trova online e offline e delinea un percorso per scoprire che cos’è la The Wander Society cercando di seguire quelli che sono i precetti dell’errante:
Assicurati di errare quotidianamente,
Non pianificare l’atto di vagare,
Utilizza quel che hai,
Raccogli e colleziona,
Sii aperto,
Lascia che le idee vengano a te,
Metti in discussione tutto ciò che ti è stato detto,
Durante le tue peregrinazioni utilizza l’immaginazione,
Fidati delle intuizioni,
Incita la tua natura selvaggia.
Precetti interiorizzati e coltivati da altre grandi menti antecedenti e successive a Whitman e che Keri Smith raccoglie sotto forma di citazioni e libri da leggere e riscoprire. Imparando a disimparare e viceversa.
Potrebbe apparire una contraddizione in termini ma, se è vero quanto si dice e legge in giro che per attuare un cambiamento inteso come vera e propria trasformazione del modo di pensare, quel che conta non è la pianificazione e il lavorare per obiettivi ma il lasciarsi trasportare dalle intuizioni. Complicato ma, forse, non impossibile.
The Wander Society: si vaga solo con il corpo o anche con la mente?
Tra i precetti dell’errante della The Wander Society, quello che a me riesce più difficile da seguire è il secondo. Non pianificare l’atto di vagare nel senso di non stabilire una meta e lasciarsi guidare dal caso. Ci provo spesso, a seguire il caso. Pochi giorni fa mi sono resa conto però che, per quanto cerchi di evitarlo, pianifico. Scatta un meccanismo di controllo che non sempre riesco a disattivare.
Dirsi che domani voglio andare in biblioteca è diverso dal trovarsi in biblioteca senza aver premeditato l’atto di andarci. Nel primo caso, hai programmato un’azione, forse non nei minimi dettagli ma, è comunque pianificata. Nel secondo caso è cogliere l’attimo intersecando l’azione con la conseguenza, senza volere.
Lunedì sono andata in biblioteca con l’obiettivo di leggere alcune delle poesie di Whitman. L’avevo messo tra le cose da fare o obiettivi ma, avevo bisogno di un perché per concretizzarle. La lettura di The Wander Society, paradossalmente, me l’ha fornito anche se il dubbio di aver travisato il senso, rimane.
Tuttavia, una cosa l’ho fatta senza premeditare per poi scoprire che è tra i consigli di Keri Smith. Ho vagato tra gli scaffali della biblioteca alla ricerca di Foglie d’erba individuando libri che potevo leggere, libri che dovrei leggere, autori dimenticati e titoli commerciali. Man mano che procedevo scrutando le mensole:
- pensavo alle leggi di Ranganatan (te ne parlerò, un giorno)
- cercavo di ricordare il sistema di classificazione adottato in biblioteca,
- confrontavo il modo di esporre i libri in biblioteca con quello adottato nelle librerie,
- ascoltavo le conversazioni tra utenti e bibliotecaria,
- valutavo il mio gusto personale con quello esposto e predisposto al prestito,
- mi lasciavo sorprendere dal fatto che la bibliotecaria si ricordava il mio nome, dopo due anni che non mettevo piede nello spazio da lei curato e allestito.
Questi aspetti (e altri che non ho elencato) non mi sembravano pianificati e forse è stato l’unico momento in cui ho vagato con il pensiero all’interno di un percorso mentale che mi ero costruita in precedenza. O forse no.
Tu che ne pensi?
Autore: Keri Smith
Titolo: The Wander Society – La rivoluzione creativa della vita quotidiana
Titolo originale: The Wander Society
Traduzione: Francesca Cantinotti
Casa Editrice: Corraini Edizioni
Pagine: 176
Anno di pubblicazione: febbraio 2017
Prezzo di copertina: € 18
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