Il curriculum del lettore di oggi appartiene a un lettore di vecchia data di questo spazio web, Rocco Laurino.
Dico di vecchia data perché il mio ospite ancora non è fuggito di fronte alla prolissità dei contenuti condivisi su questo spazio web affermando che da essi trae diversi spunti di riflessione. Ai miei occhi, Rocco è quindi un lettore preziosissimo così come lo sono i libri che raccontano la sua formazione umana e professionale.
Avrei voluto indicarlo come Coach Blogger. Nel corso delle nostre conversazioni mi ha ispirata e spronata a continuare a coltivare il mio pallino per la lettura e la scrittura sottolineando (assieme ad altri) che è ora di mettere da parte le mie insicurezze e lavorare su ciò che di buono ho costruito.
So che può sembrare strano ma a volte si ha bisogno di sentirsi dire queste cose, anche se si sanno. È che spesso si ha la tendenza a dimenticare i riscontri positivi dando più valore a quelli positivi, Rocco non ha fatto altro che mostrarmeli in equilibrio, sui piatti di una bilancia immaginaria. Per questo ho pensato che fosse un Coach Blogger ma lui non ha voluto questa etichetta aggiuntiva, trovando più che sufficiente identificare il suo ruolo online come blogger. Nulla di più, nulla di meno.
Potevo non condividere il suo curriculum del lettore? Certo che no e ora lo lascio a tua disposizione.
Da leggere con cura, 🙂
Curriculum Del Lettore di Rocco Laurino: i libri e le letture di “solo” un blogger
Ciao Rita,
è davvero un piacere partecipare a questa tua iniziativa. Ne sono onorato.
Ti seguo da più di due anni, sicuramente dal primo curriculum pubblicato.
Sai conosco anche Bruna Athena, l’ho ospitata da poco nel mio blog.
Cosa altro aggiungere, la sviolinata l’ho fatta, la raccomandazione l’ho tirata fuori senza vergogna, ora non mi resta che proporti il mio piccolo curriculum del lettore.
Del periodo dell’infanzia ricordo:
- la raccolta di Topolino, di mio fratello e mia sorella,
- le mie corse a cercare i numeri in cui comparivano le storie del Piccolo mugnaio bianco e
- mamma che le leggeva per me perché io, ancora non avevo imparato.
Erano così romantici, per i miei occhi di bambino, gli sforzi che il piccolo mugnaio bianco faceva per farsi notare dalla bella Clementina.
Qualcosa che sento veramente mio, dei primi anni, è il libro con cassetta di Bambi.
Penso di averlo “visto” e ascoltato centinaia di volte.
Ricordo che almeno un paio di giri di cassetta, dopo pranzo, erano una tappa fissa nella mia giornata.
Sentii subito empatia per il povero Bambi, privato dell’amore della mamma da un cacciatore senza scrupoli.
Troppo presto ne condivisi il destino, un male incurabile portò via mio padre.
Avevo solo sei anni e nel frattempo avevo imparato a leggere, grazie alla pazienza di mia sorella.
Da quel momento però, sentire e leggere quella storia era diventato troppo per me.
Crescendo ho letto veramente poco.
Le mie letture principali erano piccoli manuali di programmazione raccattati in qualche modo qua e là.
Avevo le idee chiare fin dalle scuole elementari.
Volevo diventare un “inventore di giochi per il computer”.
Con gli anni questi testi sono diventati sempre più corposi e complessi.
Fino a raggiungere l’apice, con quello che fu definito dagli addetti ai lavori: “la bibbia della programmazione su windows”. Si tratta di Programmare su Windows 95 di Charles Petzold.
Un mattone di 1000 pagine sulla programmazione in linguaggio C.
Qualcosa di veramente duro da digerire anche per un esperto programmatore.
Io avevo 16 anni e fu il mio regalo di Natale del ’97.
Di questo lungo periodo che va dalle scuole elementari alle superiori porto dentro due libri.
Il primo è Se questo è un uomo di Primo Levi. Più delle parole, riesco ancora a sentire la sensazione di ansia che provavo mentre lo leggevo.
Il secondo è Il libro della giungla di Rudyard Kipling.
Se è vero che sbagliando si impara, in questo curriculum voglio scrivere anche di quello che non ho fatto.
Dei tentativi andati a vuoto.
Perchè proprio grazie alle prove fatte e alla pazienza di chi mi è stato vicino, ho imparato veramente a leggere.
Il libro della giungla è stato il primo di questi insuccessi.
L’ho iniziato ma non l’ho mai finito.
Non sarò stato il primo ne l’ultimo che non finisce di leggere un libro.
Non sarà questo l’unico titolo abbandonato da un lettore.
Non sarà questo l’ultimo libro che non terminerò.
Però ancora mi pesa se ci penso.
Perchè me lo regalò la mia vecchia maestra delle elementari.
Quella che accompagnò me e i miei piccoli amici per i primi quattro anni della nostra vita scolastica.
Lo vivo ancora come una sorta di tradimento.
Una mancanza di rispetto verso una persona che mi ha voluto bene.
Che mi è stata vicino oltre i suoi obblighi professionali.
Durante l’Università il mio secondo tentativo andato male.
Anche questa volta un regalo.
Ma niente da fare.
A farne le spese, questa volta, ehm se salti la prossima riga forse è meglio:
Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry.
Però adesso ho riparato il danno.
Anche più di una volta.
Ho letto e riletto Il piccolo principe, emozionandomi ogni volta.
Ricavandone sempre una lezione nuova.
Qualcosa da imparare.
Questo lo devo a Enza.
La ragazza che mi ha insegnato tanto.
Quella che, non so come, mi ha aperto le porte della lettura.
Quella che poi è diventata mia moglie.
Tutto ebbe inizio quando mi prestò Elogio della follia di Erasmo da Rotterdam.
Una cosina non proprio facile facile, per uno come me, abituato a manuali e testi tecnici.
Rimasi così colpito dal testo e dall’esperienza in sé, che lo terminai in pochi giorni.
Decisi di proseguire su questa scia con le Confessioni di Sant’Agostino.
Non sono mai stato un praticante attivo della Chiesa ma penso di avere una profonda spiritualità.
Così dopo le Confessioni, decisi di leggere altri testi di carattere religioso.
Tra questi i due volumi di Gesù di Nazaret di Benedetto XVI, Indagine su Gesù di Antonio Socci e Inchiesta su Gesù di Corrado Augias. Al di là delle proprie opinioni e credenze personali, da questa mia “fase” mi sento di consigliare la lettura del discorso della Montagna. Un passo del Vangelo di Matteo, e dell’omonimo libro del Cardinale Martini che ne fa un commento in cui esorta il lettore alla riflessione.
A farmi entrare nel magico mondo dei romanzi è stato un evento casuale.
Anche se penso che nulla accada per caso.
Ero in vacanza a Noto, in Sicilia, quando trovai sulla libreria della casa in cui soggiornavo, Ad occhi chiusi, il primo caso dell’avvocato Guerrieri. Ovviamente poi ho letto anche le successive indagini del personaggio creato da Carofiglio.
Anche se mancano all’appello numerosi grandi classici, posso iniziare a definirmi un lettore.
Dopo Carofiglio, ho continuato a leggere romanzi, affiancandoli a letture di crescita personale.
Tra i libri di self help che più ho apprezzato cito Come trattare gli altri e farseli amici di Dale Carnegie e Come migliorare il proprio stato mentale, fisico, finanziario di Tony Robbins.
Non ho trovato formule magiche.
Forse anche perchè non ne cercavo.
Ma ottimi spunti per migliorare, reagire, dare il meglio di sé.
Concludo questo mio Curriculum Del Lettore con tre romanzi che per motivi diversi mi hanno lasciato un segno.
- Ti prendo e ti porto via di Niccolò Ammaniti, storie intrecciate in maniera assurda ma comunque reale. E poi quell’immagine del “ciuccio” che vola (e si così si chiama dalle mie parti l’asino) scaraventato da una catapulta, che non so perché non riesco a togliermi dalla testa.
- L’eleganza del riccio di Muriel Barbery, giudizi frettolosi e opportunità lasciate andare così, via lontano, senza un reale motivo. Un richiamo a vivere di più e meglio.
- Il profumo delle foglie di tè di Dinah Jefferies, per chiudere come ho iniziato, con le lacrime agli occhi.
Sarà perché il testo è scorrevole e coinvolgente.
Sarà perché sono diventato papà da poco meno di due anni.
Ma nonostante la sensazione di sapere, quasi subito, dove si andava a finire, ho trovato una connessione molto intima con i protagonisti.
Non sono riuscito a trattenere le lacrime.
Quelle più pesanti, le prime, sono scivolate sul mio viso coperto dagli occhiali da sole.
Lo ricordo bene, era una mattina in treno, stavo andando a lavoro.
Tutto questo bisogno di proteggere gli occhi dal sole non c’era.
Allora, ti è piaciuto il mio curriculum?
Forse ho poca esperienza, ma ho tanta voglia di fare e migliorare.
Sono umile e so di dover dare tanto, ma so fare gruppo.
Come hai potuto leggere ho imparato ad accettare i consigli di chi è più esperto di me.
Quindi mi assumi?
Dai dai almeno per uno stage.
Non retribuito si intende.
Rimborso spese?
No grazie, cosa vuoi che siano un migliaio di chilometri.
Chilometro più chilometro meno.
Ora che ho cercato di impietosirti, non ho altre carte da giocare.
Sono nelle mani del tuo buon cuore.
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