Tra le tante domande che mi pongo tra una lettura e un riposino sul divano, quella più ricorrente ha a che fare con la definizione di blog. Non chi è il blogger, ma che cos’è un blog.
Oltre alle definizioni di sito web particolare, diario virtuale, strumento di comunicazione che avvicini l’azienda o il blogger ai suoi clienti e lettori, che cos’è un blog? Perché un blog è così importante (al di là della sua utilità pratica) per chi lo gestisce e, collateralmente, per chi lo segue?
Negli ultimi tempi ho cercato di capire che tipo di blogger sono e, nel farlo, ho apportato varie modifiche sia nella presentazione grafica sia nell’ordine dei post. Ho ragionato sul calendario editoriale definendo delle date come fossero appuntamenti fissi e ricercato una pertinenza tematica tra i vari post.
Mi sono preoccupata di capire cosa vuol dire essere lettori, cosa significhi avere leggerezza nello scrivere e condiviso le letture più interessanti perché mi hanno fatto vivere un’esperienza o mostrato un ricordo da un’ottica diversa. Ho seguito un percorso, strano, ma pur sempre un percorso.
Sono passati pochi anni dal primo post e ancora mi chiedo:
“Che cos’è un blog?”
E mi è venuto un mente un cartone animato della Walt Disney, Lilly e il vagabondo. E i sogni e le favole e Sepùlveda.
Perché? Cosa c’entra una visione passata con questo presente incerto ma dedito a costruire un percorso, post dopo post, libro dopo libro? In una narrazione continua di esperienze da condividere al di fuori di sé stessi?
Cos’è un blog: un sito web particolare o un insieme di esperienze e relazioni?
Nel momento stesso in cui mi sono chiesta che cos’è un blog mi sono ricordata di una scena di Lilly e il vagabondo. Quella in cui la cagnolina sale le scale domandandosi cosa fosse un pupo e perché Johnny caro e Tesoro erano cambiati nei suoi confronti. Domanda, immagine, ricordo. Si aggiungono le parole diario, favola, Sepùlveda. In pratica, sto scrivendo un post avendo per indizi parole scollegate fra loro, apparentemente.
Provo a mettere in ordine guardando il cartone animato per vedere se me lo ricordo bene. Regressione infantile a parte, è bello rivedere un film disneyano e rendermi conto che non c’è un personaggio preferito o un’unica prospettiva da cui guardare le cose. Ricorda molto le dinamiche che si creano con un blog e gli obiettivi del blogger di comunicare e creare le condizioni per relazionarsi con altri. Lascio a tua disposizione i collegamenti che ho fatto durante la visione, per mostrarti ciò che vorrei dirti.
- Lilly è una brava cagnolina, è costante e segue delle abitudini ben precise svegliando i padroni anche di domenica e consegnando il giornale. Ok, va bene che consegna il quotidiano privo di informazioni catastrofiche ma non è questo il punto. Le azioni di Lilly sono utili, li rendono felici, li fanno stare bene e arricchiscono la loro vita. Entrambi dicono che non saprebbero cosa fare senza di lei.
- Quando Lilly mostra orgogliosa il suo collarino con piastrina, Fido e Whisky ne sono felici perché “è la più alta onorificenza che un umano può dare a un cane, simbolo di fedeltà e rispettabilità.
Cos’è importante in un blog? Generare fiducia e costruire su di essa la propria credibilità. La stellina del mi piace o il commento equivale per il blogger al collarino con piastrina. Si crea un equilibrio all’interno di un insieme. Continuando.
- L’arrivo del pupo e il primo incontro con Biagio scombina le convinzioni e le sicurezze di Lilly ma si limita ad attendere paziente, osservando ciò che accade in casa mentre le pagine di un calendario si staccano, un mese dopo l’altro.
- La nascita del pupo e Lilly sale le scale, la domanda di scoprire che cos’è un pupo è troppo forte per non cercare una risposta. Gli equilibri si ristabiliscono per poco, i neo genitori partono per una piccola vacanza e arriva zia Sara con i suoi siam siam siamesi miaoo. Lilly fugge terrorizzata perché le hanno messo una museruola e Biagio la salva utilizzando una strategia di marketing con un castoro.
- Biagio spiega a Lilly la sua filosofia di vita che è far parte di diverse famiglie ma che nessuna famiglia abbia lui e le mostra due prospettive di vita, quella calda e sicura di casa e quella al di là delle colline. In sottofondo, due ristoratori italiani cantano è dolce sognar nell’incanto della notte
Mi fermo qui, sia mai che tu non abbia mai visto Lilly e il vagabondo.
Tutto sommato, blog e cartone animato sono più o meno la stessa cosa. Contengono una storia e le situazioni, le relazioni che si creano man mano sono la narrazione di un percorso fatto di tante piccole esperienze che comunicano una visione complessiva.
Il blog è questo, il contenitore di tante piccole storie riportate da un blogger che le ha vissute e rielaborate in base alle relazioni che ha creato online. Il blogger forse non è competente su un argomento perché sa tutto su di esso ma lo diventa perché si interroga su di esso.

immagine via Pixabay
Che cos’è un blog? Il collegamento con Luis Sepùlveda
Prima di concludere, ancora alcuni piccoli collegamenti. All’inizio ti ho fatto presente che tra le varie definizioni di blog c’è la voce diario virtuale. Questo è un blog dove parlo di libri, li racconto anche e il diario è, in effetti, un genere letterario dove chi scrive dialoga con sé stesso. Una forma intimista di comunicazione che con l’aggiunta della specifica di virtuale si apre agli altri condividendo un’esperienza e dando la possibilità al lettore di arricchirla con i suoi commenti e le sue considerazioni.
Anche la storia di Lilly e il vagabondo corrisponde a un genere letterario ben preciso, la favola. Il genere letterario in cui Luis Sepulveda si sente più comodo perché, come ha detto a Pordenone Legge 2017:
“Mi trovo comodo nella favola perché c’è sempre una riflessione sulle attitudini umani narrate tramite personaggi animali. La favola ha la particolarità di allontanare il comportamento umano per capire meglio”.
A me è piaciuta molto la conclusione dell’ultima frase pronunciata dall’autore cileno. Per capire meglio. Che siano questi gli obiettivi fondamentali di un blog e di un blogger? Scrivere non solo per risolvere un problema, ma capire perché c’è, esiste e determina il bisogno di cercare dei luoghi di discussione e di confronto. Reali o virtuali che siano. E lo si può fare scegliendo il genere letterario o lo stile comunicativo che si predilige.
Mi trovo comoda nel blog. La sua origine diaristica mi permette di capire meglio il corso dei miei pensieri e la sua apertura a te, che leggi, dà valore aggiunto all’esperienza condivisa instaurando relazioni e mostrando altre prospettive da cui partire per comprendere.
A proposito, tornando un attimo a Lilly e il vagabondo. Se nel genere favolistico ogni animale rappresenta un’attitudine umana, cosa rappresentano gli esseri umani che vi compaiono?
A me viene in mente il ruolo del lettore e di come ognuno si approcci in modo diverso al libro. Con amore e apertura (Tesoro e Johnny caro) con pregiudizio o sospetto (zia Sarah) per sognare (i ristoratori italiani) per meditare (come il signore che esce dallo zoo) o per informare o far rispettare delle regole (il custode dello zoo e l’accalappiacani).
Tu che ne pensi?
Photo Credits: immagine in evidenza via Pinterest
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