Fai uno squillo quando arrivi di Stella Pulpo ha catturato la mia attenzione per la copertina rosa acceso. Se ne stava sul comodino di un’amica. L’ho aperto a caso e mi sono trovata a leggere un capitolo intitolato Carpe Diem. Subito sotto, l’incipit del capitolo citava Light My Fire. The Doors.
“Lo vuoi leggere? Te lo presto, se vuoi.” mi ha chiesto l’amica.
Devo aver avuto un’espressione entusiasta. Ho tentennato un po’. Non era una lettura che avevo in programma. Che fare, leggerlo o non leggerlo? Ma sì, Carpe Diem.
Fai uno squillo quando arrivi di Stella Pulpo: trama e impressioni
Fai uno squillo quando arrivi è la storia di una donna indipendente, single, in cerca di sesso con amore. È la storia di un’adolescente e di un’adulta (o della sua voce narrante) che percorre due periodi storici vicini e lontani:
- quello degli anni ‘90, periodo in cui le comunicazioni arrivano a una svolta. Compaiono i telefonini (ce l’avevo anch’io l’Alcatel, modello cabina telefonica ‘tascabile’) di relazioni scandite da messaggini o squilli con i numeri di telefono occultati da cancelletti e asterischi. Un mondo dove l’adolescenza celebrava l’amore e la vita con playlist masterizzate su cd e che fanno ora da colonna sonora dei ricordi dei trentenni di oggi
- e il mondo dei social network dove il web arriva ovunque e la comunicazione pare alla portata di tutti. Dove non c’è niente di straordinario in uno squillo per segnalare che si è arrivati a casa a casa sani e salvi o anche solo per dire, ti penso. Il telefonino è tecnologia desueta, gli smartphone sono diventati un prolungamento delle vite dei trentenni di oggi, inondati da notifiche quotidiane, nella perenne corsa di stare al passo con le novità per poi fermarsi e rendersi conto di non avere il tempo per una relazione che vada oltre alla superficie di un’immagine di profilo.
Fai uno squillo quando arrivi è la storia di Nina che racconta la sua ricerca di un equilibrio tra due mondi in forte cambiamento. Nina ha trent’anni, è single e ha una sua idea dell’amore:
“Ho 30 anni, dell’amore so tutto e dell’amore non so un cazzo. Dell’amore che ama, dell’amore che il bene lo fa, dell’amore che accetta, che comprende, che protegge, che stimola, che incoraggia. Dell’amore che non abbandona, che non scappa, che non tradisce. Dell’amore che si assume la responsabilità di sé stesso. Dell’amore che costruisce, invece di distruggere. Che riscalda invece di incendiare. Dell’amore che è un gioco di squadra, che è un lavoro di fino, che è diplomazia e intuito, e dedizione e intelligenza, e fegato e prudenza, di quell’amore io nulla so.”
In mancanza di questo, Nina coltiva le sue amicizie, spiega al lettore com’è la vita da single in città e la sua idea di rapporto di coppia. Analizza il contesto in cui vive e il modo in cui si sviluppano le relazioni che si fanno via via sempre più deboli e aleatorie.
Quando però la protagonista di Fai uno squillo quando arrivi comincia ad interagire con Giovanni Maria Zecchi le cose cambiano e forse tutto sommato, qualche speranza c’è e poi, compare PDM. A ricordarle la Nina del passato e un amore travolgente e passionale che non può e non riesce a dimenticare e che l’ha segnata profondamente, nel corpo e nell’anima.
“In fondo l’odio è solo l’amore messo di capo sotto, sono i poli che s’invertono, le passioni positive che si rivoltano al contrario. Ma l’intensità, il bisogno, il legame, è viscerale tanto quanto. E non importa quale sia la storia che ci raccontiamo, non importa quale sia lo schema retorico che abbiamo usato per riporlo nell’archivio, nella cantina del nostro io, tra i file irrisolti della nostra vita, non importa se siano buoni o cattivi, se vinciamo o perdiamo: qualunque eroe ha bisogno di un antagonista che definisca il valore, ne caratterizzi il ruolo. Senza quello, i personaggi diventano solo comparse piatte di una vita qualunque.“
Il passato però non va dimenticato, perché definisce il presente e, insieme, determinano il futuro. Nina ne è cosciente, a questo pensa quando da Milano torna alla sua natia Taranto perché:
“[…] ricordare il punto di partenza è fondamentale per valorizzare quello d’arrivo; ricordare da dove si viene è necessario per capire dove si va.”
Nina torna a casa. Torna per un breve periodo di ferie ma una playlist di PDM la costringerà a fare i conti con la Nina adolescente del passato e con una storia d’amore tormentato che può mettere in discussione la Nina adulta, del presente. Fai uno squillo quando arrivi è un romanzo musicale anche per questo poiché mette insieme tracce sonore di celebri artisti con le tracce di ricordi e emozioni che solcano il ciclo di un’esistenza.
Sono molti i passaggi che avrei voluto menzionare in questo post ma così facendo avrei rischiato di svelarti troppo del lavoro di Stella Pulpo. Le pagine più belle da leggere però sono quelle che raccontano delle vere amicizie di Nina. Non quelle di Facebook, ma quelle capace di compiere quelli che l’autrice chiama piccoli miracoli:
“E si compie così, senza nessun preavviso, uno di quei piccoli miracoli che succedono a volte, nelle amicizie migliori. Quando hai di fronte qualcuno che ti prende e ti accompagna in una nuova consapevolezza di te, dandoti la fiducia di cui hai bisogno, ricordandoti chi sei quando lo dimentichi, raccontandoti chi sei diventato quando fatichi a capirlo, indicandoti una via e assumendosene le responsabilità, perché l’amicizia anche questo fa. Si espone, prende posizione, incoraggia, stimola, aiuta. L’amicizia critica, l’amicizia s’oppone, l’amicizia è complice.”
Fai uno squillo quando arrivi è tante cose ma ciò che mi ha colpito di più di questo romanzo è la sua polarità continua che mette a confronto:
- la musica dei ventenni di una volta e la musica dei ventenni di oggi,
- l’amore provato e vissuto in età diverse,
- i passaggi culturali che hanno e stanno segnando il modo di comunicare e di relazionarsi con amici e compagni di vita,
- Milano e il Nord Italia con Taranto e il Sud Italia e conseguenti visioni e suggestioni culturali che questi luoghi evocano,
- altro…
Insomma, c’è tanto da leggere in Fai uno squillo quando arrivi di Stella Pulpo.
Un romanzo molto musicale e scritto in uno stile scorrevole, pur nella continua ripetizione di parole che evocano che quasi travolgono il lettore in un’ondata di pensieri ed emozioni, valori e disvalori e che, con la scusa di divertire e intrattenere (obiettivo raggiunto egregiamente) può farsi anche testimonianza di una modernità che sembra sfuggirci via ma che, tutto sommato, ritorna quando meno te l’aspetti.
E tu, l’hai letto?
Che ne pensi?
Autore: Stella Pulpo
Titolo: Fai uno squillo quando arrivi
Casa editrice: Rizzoli
Anno di pubblicazione: giugno 2017
Pagine: 376
Prezzo di copertina: € 19
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