Affascinata dall’approccio alla scrittura creativa di Mateȃrium in Scrivere, scrivere, scrivere sono tornata al Lino’s & Co di Udine per ripetere l’esperienza con Scrivere sotto il sole.
Compito del corso, leggere Lo zoo di vetro di Tennessee Williams.
Ho trascorso tre giorni ad analizzare e ad esercitarmi nelle varie tecniche di scrittura immergendomi tra narrativa e teatro, sotto l’occhio attento della mascotte dell’associazione culturale e di drammaturgia fondata da Alessandro De Paoli e Anna Gubiani.
Partecipare a Scrivere sotto il sole è stata un’altra opportunità al confronto tra insegnanti, allievi, grandi autori e alla scoperta di connessioni tra cose note e ignote. Solo ora riaccendo il pc per riportare su questo blog tutto quello che penso e spero di aver appreso. Per aiutarmi (o per complicarmi la vita, come al mio solito) dividerò il racconto di quanto è stato scritto al Lino’s & Co in tre tempi o, per chi conosce meglio di me il teatro, in tre atti.
Che cosa ne salterà fuori?
Scrivere sotto il sole: presentazione di luoghi, insegnanti e allievi
Ritornare al Lino’s & Co di Udine è uno dei motivi che mi hanno condotta a Scrivere sotto il sole.
Sarà l’atmosfera tipografica, la storia che c’è dietro – lo spazio di coworking è stato ricavato da una tipografia storica della città, la tipografia Doretti – o l’idea di creatività in continuo movimento che si aggira tra la bottega di oggetti di cartoleria, i giochi di stampo montessoriano, le stampe alle pareti, l’arredamento. Non lo so ma, il Lino’s & Co mi piace perché è un esempio di realizzazione di sogni e di collaborazioni atte a incentivare il lavoro artigianale e a stimolare la creatività.
I primi volti incontrati al corso Scrivere sotto il sole sono stati quelli di Giulia Tollis (sorriso incantevole) e Anna Gubiani (sguardo attento, di quelli che osservano ma al quale non sfugge mai nulla).
Alla chetichella, sono giunti gli altri allievi del corso e che per tre giorni sarebbero diventati i miei compagni di classe. Quale sarà la loro storia? Più o meno, è questa:
- Le insegnanti, Giulia Tollis e Anna Gubiani partono da percorsi simili ma in tempi diversi. Entrambe hanno studiato alla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi a Milano che le hanno poi portate al Dams di Bologna e, infine, la prima a stabilirsi a Milano come insegnante di scrittura mentre la seconda ha trovato casa in Germania, come consulente teatrale (o drammaturgo). Sono friulane che però non dimenticano il loro paese d’origine e tornano periodicamente portando con sé iniziative atte a divulgare la cultura teatrale attraverso corsi dove, più che a scrivere, si insegna a leggere per scrivere. Già dalla presentazione si delineano gli obiettivi del compito rivolto agli allievi, leggere Lo zoo di vetro di Tennessee Williams.
- Prima allieva. Damiana è una mamma appassionata di scrittura con esperienza del commercio. Scrive anche in friulano (marilenghe) e cerca di dare una struttura a quanto va scrivendo.
- Seconda allieva. Miranda studia, in Inghilterra, psicologia imprenditoriale. Sommersa dai testi di aggiornamento ed estremamente razionale, cerca di riappropriarsi di una scrittura più emozionale.
- Terzo allievo. Demetrio vive in Friuli ma nasce in Abruzzo. è un fisico e uno scrittore di brevetti con la passione per il teatro. Dice che scrivere gli piace, non lo sa fare ma, gli piace non saperlo fare.
- Quarto allievo. Giacomo non è proprio un allievo, avrebbe preferito rimanere in incognito dato che anch’egli è un insegnante di scrittura creativa e, nello specifico, segue corsi sulla poesia. Giacomo è allievo, insegnante, autore, poeta ma sa che non si smette mai di imparare.
- Quinta allieva. Marisa è una fisioterapista che si occupa di scrittura riflessiva, usata come percorso terapeutico. Cerca la relazione e l’essere umano attraverso la scrittura.
- Sesta allieva. Parla troppo, anche qui.
- Settimo allievo. Edo proviene da studi classici e organizza eventi a tema sociale. è un musicista e cantautore, il suo percorso l’ha portato al Dams di Gorizia con indirizzo in Musicologia. Pensa di avere una cultura frammentaria e cerca, trovando.
- Ottava allieva. Norina, signora elegante che si occupa di scuola e teatro. Scrive di getto, seguendo la sua voce interiore (una bella voce). è in cerca di regole.
Che cosa accadrà, ora che persone vere sono disposte attorno a un tavolo per sapere qualcosa di più sulle regole della drammaturgia classica?
Lo zoo di vetro di Tennessee Williams: presentazione dei personaggi, delle loro relazioni e primo esercizio
Finite le presentazioni, il corso di Matearium, Scrivere sotto il sole, si apre con la richiesta di presentare in un massimo di tre righe, un personaggio. Una volta scaduto il tempo, il compito viene messo da parte per partire con l’analisi de Lo zoo di vetro di Tennessee Williams e per far luce sulle regole della drammaturgia classica.
Tutto, dell’opera dell’autore americano viene passato al setaccio secondo la visione e l’interpretazione dei lettori/scrittori riuniti. I personaggi, le relazioni tra loro, il dissidio tra vita reale e dimensione onirica prendono vita in quella che è una conversazione tra dieci persone tra loro diverse e accomunate da un unico desiderio, la passione per la scrittura.
Si scopre qualcosa di più su Tennessee Williams il quale, se ora è considerato un autore classico, ai suoi tempi non lo era. Si individua l’elemento innovatore ne Lo zoo di vetro nel suo modo di inserire delle immagini per raccontare atmosfere, sentimenti e ricordi realizzando una storia accessibile a tutti ma che rivela l’obiettivo fondamentale della scrittura teatrale contemporanea, lasciare una domanda.
Le regole della drammaturgia classica convergono tutte nel personaggio sul quale è necessario:
- raccogliere informazioni (dati anagrafici, interessi, segni particolari)
- attribuire desideri e ostacoli da raggiungere e superare
- avere coscienza di come racconta il mondo circostante (punto di vista)
Una volta che si hanno ben chiare tutte le dinamiche che ruotano attorno al personaggio emergerà la regola principale del teatro, scrivere per azioni.
“C’è sempre un desiderio, anche piccolo ma, c’è sempre un desiderio ed in questo senso che ogni scena assume significato. La suddivisione in scene in cui succede sempre qualcosa è sempre funzionale al dramma”.
Arriva il momento del secondo esercizio e Anna e Giulia chiedono di prendere un personaggio de Lo zoo di vetro e identificare in esso un desiderio e il problema che gli impedisce di concretizzarlo.
“Jim desidera tornare ai fasti del passato ma il bacio a Laura delude le sue aspettative”.
Silenzio. Le insegnanti riflettono, l’allieva che parla troppo ha forse sbagliato qualche cosa? Si leggono gli altri interventi, funzionano meglio e si imprime una frase, un possibile mantra.
“Il desiderio deve essere in positivo perché obbliga il personaggio a compiere un’azione per concretizzarlo. è importante dare indicazioni precise per riassumere in una sola frase e in modo concreto un concetto molto denso”.
Si torna all’esercizio messo da parte. Al personaggio dell’allieva che parla troppo sembra mancargli il desiderio che lo fa muovere. Non lo legge a voce alta, se lo tiene per sé. Si chiude la prima lezione, si apre una notte insonne.
Cosa si imparerà nel secondo atto de Lo zoo di vetro letto per Scrivere sotto il sole?
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