L’ignoto ignoto – Le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi di Mark Forsyth è un libro guida, è tascabile e il titolo è bellissimo.
Lo leggi in mezz’ora, un’ora al massimo se vuoi attardarti un attimo su alcune frasi o fare degli esperimenti “librosi”, come è capitato a me. Esperimenti che mi hanno condotta a uno dei libri che amo di più, L’idiota di Dostoevskij e che chiude, simbolicamente, un cerchio di cosa vuol dire leggere. Almeno per me. Come al solito, quando si tratta di libri, mi faccio prendere dall’entusiasmo quindi vado per ordine.
Vieni a scoprire perché L’ignoto ignoto è diventato il mio libro guida, oltre che libro della settimana?
L’ignoto ignoto di Mark Forsyth: di che cosa parla e brevi impressioni personali
Ho trovato L’ignoto ignoto su uno degli scaffali ingombri di libri della Tarantola. Non il ragno ma una delle librerie storiche della mia città natale, Udine. Da che io ricordi, se non trovavo un testo, mi bastava andare da Tarantola. Giravano voci che lì si potessero trovare anche testi fuori catalogo.
Ora che ci penso, il libraio somigliava un poco al signor Coriandoli de La Storia Infinita di Michael Ende. O forse ricordo male o, ancora, mi piace arricchire i ricordi dei dettagli estrapolati dai libri letti.
Ad ogni modo, la Tarantola si è modernizzata negli anni ma non ha perso lo stile e lo spirito che la contraddistingue e che ben si adatta all’idea di ignoto ignoto di Forsyth il quale, a sua volta, comincia la sua trattazione citando Donald Rumsfeld:
“Ci sono cose che sappiamo di sapere. Ci sono cose che non sappiamo di sapere. Ma c’è l’ignoto ignoto, cioè le cose che non sappiamo di non sapere”.
e dando una sua personale chiave di lettura della frase che si conclude così:
“[…] ottenere quello che già sapevi di ottenere non è sufficiente. Le cose migliori sono quelle di cui non conoscevi l’esistenza fino al momento in cui non le hai avute”
per poi continuare a trattare le seguenti argomentazioni:
- sui libri curiosi, quelli che trovi quando meno te l’aspetti (e non solo sotto il divano di casa di un amico).
sul che cos’è una buona libreria. Forsyth la descrive come il luogo dove non si soddisfano i desideri ma se ne formano di nuovi dalle infinite potenzialità di ricerca per arricchire spirito e conoscenza. - sulla bibliomanzia, il futuro dei libri. Ho fatto quanto consigliato da Forsyth in questo capitoletto. Ho chiuso gli occhi e mi sono diretta verso la parte destra della mia libreria dove, a caso, ho preso L’idiota di Dostoevskji. Continuando con l’esperimento ho aperto uno dei romanzi che più amo in assoluto trovando un passo che poi ho condiviso su Instagram. Mi sono un po’ spaventata. Le parole rilette descrivevano la mia sensazione del momento riconoscendo la visione dell’autore russo e di come le voci da lui intrecciate rimangono presenti e attuali, pur provenendo da un lontano passato. Alla faccia della bibliomanzia!
- sul fantasma in libreria, ovvero il ruolo del libraio. L’arte del suo mestiere sta nella capacità di scelta e nel saper indirizzare il lettore a compiere quella che più fa al caso suo creando un nuovo desiderio e soddisfando il bisogno di desiderare la ricerca, l’approfondimento, la riflessione costante.
“Infatti, metà dell’arte di vendere un libro consiste nello scegliere, da parte del libraio, quali libri non tenere nella propria libreria. Non basta avere libri buoni, non devi avere libri brutti. Se una libreria contenesse tutti i libri di questo mondo, quante possibilità avresti di trovare il libro di cui hai bisogno?”
- Sulla libreria romantica parla dell’amore e cita niente meno che Orgoglio & Pregiudizio di Jane Austen (meraviglia) modificando l’incipit in chiave digital. Vuoi scoprire il risultato? Mi dispiace, non voglio spoilerare. 😛
- Sulla teologia. Una paginetta incisiva sul tema dell’essere schiavi dei propri desideri. Argomento che avrei volentieri approfondito se Forsyth non avesse gettato la spugna per dedicarsi alla
- geografia e alla ricerca dei libri ignoti ignoti, quelli che non sai di aver letto e che non sai nemmeno che esistono ma che ci sono, da qualche parte, ci sono e ci attendono.
L’ignoto ignoto di Mark Forsyth: conclusioni sconclusionate
Già finito di parlare de L’ignoto ignoto di Mark Forsyth? Non ancora, devo trarre le mie solite conclusioni sconclusionate.
Ho scelto L’ignoto ignoto come libro guida perché ho seguito un impulso e gli impulsi non sono prevedibili. In quanto imprevedibili, sembra che determinate scelte siano dettate dal caso. Era destino che trovassi il libro di Forsyth alla libreria Tarantola, durante la notte dei lettori? Non lo so, ma mi piace il fatto che non era previsto, né tanto meno noto. Il bello dei libri è proprio questo. A volte ci scelgono, altre ci vengono consigliati, altri fanno parte di una lista di letture obbligate, altri ancora si fanno trovare quando senti che è il momento di aprire gli occhi e che bisogna andare oltre alla copertina che conquista. Ho scelto L’ignoto ignoto perché esprime bene un modo di essere e vivere la lettura.
Ogni volta che entro in una libreria o mi metto a leggere qualcosa, ho l’opportunità di concedermi al beneficio del dubbio e seguire le strade dell’incertezza. Non è la ricerca di risposte che mi spinge a seguire la pista dei libri, ma l’idea di trovare nuove domande e vedere come esse si collegano ad quesiti passati e presenti. Perché è sui dubbi che parte il cambiamento, non sulle certezze. Se no, sai che noia?
Mi viene in mente ancora una volta un’affermazione della mia professoressa di italiano delle medie:
“La maggior parte delle risposte, è nelle domande”.
E L’ignoto ignoto ne ha dato un assaggio intenso, in 28 paginette semplici e scorrevoli.
Tu che ne pensi? Preferisci la strada maestra delle risposte o le intricate (e interdipendenti) vie delle domande?
Autore: Mark Forsyth
Titolo: L’ignoto ignoto. Le librerie e il piacere di non trovare quello che cercavi
Titolo originale: The Unknow Unknow. Bookshops and the delight of not getting what you wanted
Traduttore: Giuseppe Laterza
Casa editrice: Laterza
Anno di pubblicazione: aprile 2017
Pagine: 28
Prezzo di copertina: € 2
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