Scrittura creativa Tema libero

Scrivere, scrivere, scrivere: corso di approccio creativo alla scrittura

22 Maggio 2017
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Questo non è un corso di scrittura creativa ma un approccio creativo alla scrittura.

Con questa frase si è dato il via, sabato 13 maggio, a Scrivere, scrivere, scrivere. Un evento formativo organizzato dagli insegnanti di Mateârium, laboratorio di nuove drammaturgie fondato da Alessandro De Pauli e Anna Gubiani e ospitato nello spazio di coworking Lino’s Co di Udine.

Vieni a scoprire cosa ho imparato in quattro ore di esercizi di (non) scrittura creativa?

Scrivere, scrivere, scrivere: come si costruisce un personaggio letterario?

La passione per la scrittura, da sola, non basta. Partecipare a Scrivere, scrivere, scrivere è stato molto utile per capire le dinamiche e i meccanismi che lo scrittore mette in moto quando deve costruire l’identità di un personaggio da far muovere in una storia ipotetica.

Gli incontri del laboratorio di scrittura organizzato da Mateârium non sono strutturati in modo convenzionale.

Gli obiettivi da raggiungere non mirano alla realizzazione di un racconto fatto e finito, ma nel cercare di ragionare sulle parti del racconto stesso e di comprenderne la loro formazione.

Invece di dire come creare un personaggio, gli insegnanti hanno lavorato sul processo creativo stimolandolo e avviandolo attraverso una serie di esercizi mirati, da eseguire in non più di sette minuti per volta. L’idea di fondo è che per allenare la creatività bisogna metterla sotto pressione facendole venire l’ansia della scadenza.

Altro che ispirazione dall’alto, la creatività non è un concetto astratto ma è qualcosa di estremamente concreto, pratico e pragmatico. Un processo che va pungolato continuamente per farlo procedere lungo percorsi ben stabiliti, come quello tracciato per la costruzione del personaggio.

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Saltando il compito iniziale in cui ci è stato chiesto di presentarci attraverso i luoghi, la lezione si è svolta compilando quelle che sembrano banalissime liste. Queste:

  • Fai un elenco di dieci possibili protagonisti usando una sola parola e concentrandoti sul chi, non sul come,
  • Rifai l’elenco distinguendo i protagonisti specifici da quelli generici,
  • Tra tutti i personaggi, scegline uno specifico e uno generico
  • Scegli il tuo personaggio e presentalo attraverso un luogo circoscritto
  • Proponi a una casa editrice il romanzo che ruota attorno al personaggio scelto e
  • Crea l’incipit del romanzo che non pubblicherai mai.

Impostati così, questi esercizi di scrittura per stimolare la creatività potrebbero non avere senso perché smontano parecchi pregiudizi e pensieri comuni (e ci si rende conto che l’attività scrittoria è molto più complessa e frustrante di quanto sembri).

Il punto, oltre a costruire un personaggio, era di far capire agli aspiranti scrittori il percorso si deve fare per escludere quello che non serve, senza dimenticare il processo di ricostruzione che si attiva nel lettore. In questo è venuto in aiuto, ancora una volta, Italo Calvino il quale diceva che:

“Pur avendo a disposizione l’universo, nel momento in cui inizio a scrivere, inizio ad escludere”

perché, hanno aggiunto i formatori:

“La scrittura è precisione, essenzialità, tenere quello che serve. Non deve essere bella, ma liberarsi dalle cose belle.”

e ancora:

“Le cose non significano mai per quello che sono, ma per quello che sembrano. È un continuo rimando, un gioco di specchi in cui si chiede allo scrittore di essere preciso ma non esplicito”.

Descriverti quanto è accaduto durante Scrivere, scrivere, scrivere, seduta a un tavolo con carta, penna e persone a me sconosciute è difficile perché ognuno di noi apprende e assorbe in modo diverso e la mia chiave di lettura può non combaciare con le motivazioni che ti hanno spinto a leggere questo post.

Se dovessi farmi delle domande, la prima sarebbe se partecipare a questo laboratorio sia stato utile e perché.

Scrivere, scrivere, scrivere: cosa ho imparato, veramente?

Per imparare a scrivere bisogna leggere, leggere, leggere ma, per capire la scrittura nel suo profondo, è necessario trovare delle guide che sappiano creare un terreno di confronto con altri.

Non si tratta di esercitarsi nella scrittura collaborativa anzi, nel gruppo che si è venuto a formare, tutti hanno avuto la possibilità di esprimere la loro individuale creatività scoprendo, un esercizio alla volta, cosa potrebbe funzionare e cosa no.

Ho imparato che ci sono molti modi per prendere coscienza e dimestichezza con un’arte per valorizzare e valorizzarsi nel proprio ambito di competenza.

A me piace scrivere racconti e, se la drammaturgia può aiutarmi a coltivare questa passione rendendola solida e valida al di là del bello e del brutto, ben vengano i consigli di lettura dei libri di Yves Lavandier o l’approfondimento del metodo di insegnamento proposto da Mateârium.

Perché? Perché in quelle quattro ore mi sono sentita a casa, mi sono sentita al posto giusto e nel momento giusto.

Non avevo desideri, né particolari aspettative. Volevo solo scrivere e, malgrado i tempi scanditi, le direttive specifiche, gli esercizi, le regole che si sono delineate man mano, mi sono sentita quasi libera. Libera di fare, per capire.

Si scrive per i motivi più svariati. Durante il laboratorio ho avuto l’impressione che quest’azione che tanto amo fare (anche se mi costa fatica) mi aiuta a imparare, a rielaborare, a ragionare e a veder con maggiore chiarezza gli scambi che si vengono a creare tra individui impegnati nella ricerca della propria identità.

In pratica, più capire come si costruisce un personaggio letterario ho avuto l’impressione che esso è solo un espediente per scoprire come è costruita la persona che scrive.

Forse è in questo incrocio tra finzione e realtà che nasce l’equilibrio tra l’essere e il fare per essere e la risposta alla domanda che mi feci tempo fa in Identità e cambiamento: siamo o interpretiamo?

Tu, che ne pensi?

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