libri Recensioni

Leggere Jack Frusciante è uscito dal gruppo: il senso dell’adolescenza

12 Maggio 2017
Recensione: Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi

Leggere Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi è catapultarsi indietro nel tempo, in un’adolescenza che rimane sempre uguale, a prescindere dal contesto sociale in cui si forma.

Non so perché ho letto questo libro. Non tornerei indietro nel tempo, alla mia di adolescenza, nemmeno per tutto l’oro del mondo. Si tratta di una fase di vita in cui non ci sono filtri e tutto quello che provi, tutte le esperienze che fai sono ingigantite in modo esponenziale.

Rivivere l’adolescenza attraverso la lettura può essere doloroso perché, paradossalmente, tornano alla memoria lacerazioni che si pensavano cicatrizzate con l’ingresso nell’età adulta.

Crescere non è semplice. Jack Frusciante è uscito dal gruppo lo descrive molto bene e sembra dare un senso a un passato che non smette mai di riemergere anche nel presente.

Vieni a leggere quali impressioni mi ha dato il libro di Enrico Brizzi?

Jack Frusciante è uscito dal gruppo: riscoprire il senso dell’adolescenza

La storia ruota e gira intorno ad Alex, adolescente in fase di ribellione che da ragazzino modello si è trasformato in un individuo insofferente alle regole imposte dai genitori e dalle istituzioni scolastiche. Il protagonista sta intraprendendo un percorso che, attraverso determinate esperienze di vita, ne plasmerà personalità e spirito critico.

All’inizio la lettura di Jack Frusciante è uscito del gruppo è strana. Non c’è quasi punteggiatura e il testo prosegue disconnesso tra dialoghi fra coetanei, riflessioni personali, voce narrante e citazioni tratte da film, gruppi musicali, libri. Per quanto riguarda i libri, riscoprire un intero passaggio tratto da Il piccolo principe è quasi un tuffo al cuore e non è inserito a caso perché fa da chiave di volta allo sviluppo di tutta la narrazione.

Ci sono tantissimi altri riferimenti culturali lungo le pagine scritte da Enrico Brizzi ma è a partire dalla menzione ad Antoine De Saint Exupéry che il lettore può dare il via libera al processo di identificazione con i personaggi.

Da adolescenti, oltre ad confrontarsi con l’altro in base al numero di prodotti di marca indossati e fruiti e a cercare un gruppo di appartenenza, ci si chiede spesso che cosa sia più importante: l’amore o l’amicizia? Di solito si afferma sopra ogni cosa il secondo valore i cui principi vengono però disattesi quando l’amico o l’amica sparisce, perché si innamora. Non c’è niente di male in tutto questo ma Alex e Aidi sentono che l’amicizia è veramente qualcosa di più e lo ritrovano nel dialogo tra la volpe e il piccolo principe.

Jack Frusciante è uscito dal gruppo di Enrico Brizzi

Jack Frusciante è uscito dal gruppo: amore, amicizia e analisi delle relazioni

“Se vuoi un amico, addomesticami”.

Addomesticami. Sembra un brutta parola ma, tutto sommato, funziona così.

Le relazioni tra le persone nascono e si rinforzano nell’educazione al rispetto e agli spazi dell’altro e per fare questo vanno rispettati tempi e create delle abitudini valide. Tanto più si è costanti nell’assumere quello che è un impegno, tanto più la felicità costruita e vissuta sarà vera, autentica, completa.

L’amicizia così instaurata porta anche ad avvicinarsi all’amore inteso come riconoscimento del diverso.

Alex ama Aidi proprio perché lei è diversa, spicca tra la massa. Per tutto un insieme di cose e percezioni, lei appare ai suoi occhi come un tocco di colore in un insieme di personalità grigie e tutte uguali. Lui la riconosce e ne è felice ma, allo stesso tempo, si rende conto che amare una persona non vuol dire capirla.

“Siamo irrimediabilmente diversi, ed è bello incontrare gente diversa, ma forse è impossibile capirla fino in fondo”.

Allo stesso modo, far parte di un gruppo non vuol dire essere capiti come individui. Si può sentire un certo senso di appartenenza quando tutto è nuovo, gli amici vengono considerati tali perché sembra quasi che ti leggano nel pensiero.

Il gruppo è un analgesico alla paura di capire il diverso, perché la sua forza non sta nel valorizzare l’individuo ma nell’inglobarlo tra simili.

Jack Frusciante è uscito dal gruppo: analisi dell’individuo e del suo stare al mondo

C’è qualcosa che non torna nell’idea di gruppo e Alex comincia a rendersene conto, a capire il perché dell’inquietudine e della rabbia che esprime verso i professori, la società, la famiglia.

“… è meglio scegliere all’inizio chi sta veramente con te, se per sovvertire questo stato di cose ti vanno bene anche individui a cui sputeresti in faccia non puoi venirmi a dire che è colpa vostra […] c’è qualcuno sempre pronto ad essere solidale con le tue rivendicazioni, poi un giorno scopri che è diventato peggio degli altri, lo vedi accettare quel che ha negato in precedenza”

Jack Frusciante è uscito dal gruppo è un libro che analizza l’individuo e il modo in cui cerca di comprendere le dinamiche che lo portano a compiere determinate azioni e scelte di vita, al di là del gruppo di appartenenza.

Tra tutte le relazioni scritte e descritte da Enrico Brizzi, quella che più segna il lettore è l’amicizia tra Alex e Martino. Quest’ultimo è bello, ricco, libero di fare quello che vuole e possiede anche la sensibilità sufficiente per non farlo pesare sull’amico il quale, peraltro, si rende conto di questa delicatezza.

I due ragazzi così diversi, per cultura, aspetto, estrazione sociale, si capiscono e, pur mantenendo i loro punti di vista, giungono alla stessa riflessione su che cos’è il gruppo e quali siano i meccanismi che lo regolano, pur divergendo molto su cosa vuol dire uscirne e imparare a stare al mondo.

“Il gruppo è tutta la merda che ci danno da mangiare, giusto.
Ecco, io credo che se ne esca o essendo intelligentissimi, spiritualmente liberi come i monaci buddisti o i grandi filosofi, e allora ci si innalza; oppure prendendo un sacco a pelo e andando a vivere alla stazione o nei campi nomadi, e allora ci si abbassa”. – Martino

“Alla fine, ognuno cerca di far muovere gli altri nel suo personale teatrino. Il peggio è che io farò precisamente tutte queste cose, tutto quello che si aspettano da me, un gesto dopo l’altro, in fila, per vivere anche nelle loro scenette squallide o banali o tragiche e poi riderne da solo, ma farò tutto quel che vogliono, perché l’unico modo che ho di sentirmi vivo è cambiare continuamente e fare sempre delle cavolo di recite”. – Alex

Sono due visioni molto lucide per due adolescenti e forse è proprio qui che sta il senso dell’adolescenza. Nel prevedere quello che ne sarà della loro esistenza, nel sapersi proiettare nel futuro. Tanto più questa visione è nitida e cosciente, tanto più sale l’inquietudine.

Non sono ragazzi che hanno paura del cambiamento, anche se lo chiamano così. Hanno paura del processo di adattamento e quello che sceglieranno di fare determinerà il loro stare al mondo. Si preparano al distacco da ciò che erano e formulano la loro risposta a quello che saranno.

Jack Frusciante è uscito dal gruppo è molto di più di una storia adolescenziale ed è più di un romanzo simbolo di una generazione. Il libro di Enrico Brizzi merita di essere letto e riletto, perché ha centrato in pieno il senso vero dell’adolescenza.

E tu, che ne pensi?

Autore: Enrico Brizzi
Titolo: Jack Frusciante è uscito dal gruppo
Collana: contemporanea
Casa editrice: Oscar Mondadori
Anno di pubblicazione: aprile 2016
Pagine: 153
Prezzo di copertina: € 12

You Might Also Like

2 Comments

  • Reply Chiara Cavenago 12 Maggio 2017 at 10:30

    Mi hai fatto venir voglia di rileggerlo. Ho letto il libro quando è uscito, quando ero adolescente ed era lettura obbligata (assieme a quelli di De Carlo, ma lì mi sono rifiutata…). Avevo una compagna di classe che aveva molti punti in comune con Aidi, a partire anche dal nome, e questo era strano e famigliare contemporaneamente. Mi ha fatto riflettere, allora, anche se adesso non ricordo proprio niente…e quindi sì, forse sarebbe il caso di rileggerlo. Sperando non risvegli troppi brutti ricordi di un’adolescenza da cui sono estremamente felice di essere uscita 😉

    • Reply Rita Fortunato 12 Maggio 2017 at 22:53

      Ma allora non sono l’unica che non tornerebbe indietro! 😀
      Grazie, Chiara, per il tuo commento. Fammi sapere quando lo rileggerai e quali impressioni ne riceverai. 🙂

    Leave a Reply

    error: Content is protected !!
    %d