A inizio settimana sono stata colta dall’impulso improvviso di leggere Shakespeare e, nello specifico, la sua opera più nota, Romeo & Giulietta . Non ho mai letto Shakespeare? Sì, non ho mai letto le sue opere, se non a spizzichi e bocconi.
Conosco la vicenda dei Montecchi e dei Capuleti perché è stata proposta in tutte le salse non solo a teatro ma al cinema, in tv, sui social. Classificata come la commedia romantica per eccellenza,
Romeo e Giulietta non ha nulla di romantico ma rivela l’acume e il senso dell’ironia di un drammaturgo che di drammatico ha ben poco.
Vieni ad approfondire la lettura?
Romeo e Giulietta: sicuri che si parla d’amore?
Romeo & Giulietta non è una storia inventata di sana pianta da Shakespeare ma affonda le sue radici narrative nel lavoro di Giovanni Boccaccio così come il Decameron rimanda a un corpus narrativo ancora più antico.
Detto questo, prendi con le pinze ciò che scriverò riguardo le origini di questa “romantica” novella perché, sfogliando le pagine del Decameron e dopo aver letto il dramma shakesperiano, non mi è riuscito di individuare la narrazione esatta, quella sulla quale si dovrebbe incardinare la storia dei due amanti veronesi. Molti spunti rielaborati da Shakespeare possono essere stati tratti dalla quinta novella della settima giornata dell’opera di Boccaccio oppure potrebbe anche far riferimento alle novelle raccolte nella quarta giornata in cui si narra degli amori che ebbero una fine infelice. Nella giornata retta da Filostrato troverai storie di amori illeciti e clandestini, di morti violente, dettate dagli impulsi e dall’ira, di avvelenamenti. Lacrime, tante.
All’interno della trama shakesperiana, invece, la tragedia si fa grottesca e, a tratti, esilarante.
La caratterizzazione di Romeo e Giulietta è appena accennata, questo rende i protagonisti di quella che dovrebbe essere la celebrazione dell’amore delle macchiette dei quali l’autore si prende beffa conducendoli alla morte.
Il Montecchi altro non è che una banderuola. All’inizio della narrazione si duole di un amore non ricambiato e si comporta da anima in pena, senza alcuna speranza di rinsavimento. Poi andrà, con volto mascherato, a una festa indetta dai Capuleti e puf, ecco che cade innamorato di codesta Giulietta. E lei lo ricambia. Cioè, non vorrei dire, ma i due casti giovinetti si scambiano il primo bacio d’amore nello spazio di poche battute riferite a santi, falchetti e uccellini e il giorno dopo già sono sposi clandestini, con il benestare della balia di lei e di frate Lorenzo. Alla faccia dell’amore che mette le ali!
Affascinante è la figura di Mercuzio. L’unico giovane con un po’ di sale in zucca, capace di distinguere il mondo delle illusioni e da quello reale.
Romeo: – Basta, basta, Mercuzio, basta! Tu parli di niente. –
Mercuzio: – è vero. Io parlo di sogni, che sono i figli d’un cervello pigro, da niente generati se non dalla vana fantasia: che è di sostanza sottile come l’aria, e più incostante del vento, che ora corteggia il petto gelato del Nord e poi, irritato, sbuffa via di lì e volge al lato rugiadoso del Sud. –
Benvolio: – Questo vento di cui parli ci soffia via da noi stessi. […] –
Il discorso di Mercuzio, riguardo al tema del sogno e della fantasia, ricorda la parte iniziale della sesta novella del Decameron (quarta giornata). Dice, Panfilo:
-[…] Amorose donne, voi dovete sapere che general passione è di ciascun che vive il vedere varie cose nel sonno, le quali a quantunque colui che dorme, dormendo, tutte paian verissime e desto lui, alcune vere, alcune verisimili e parte fuori da ogni verità giudichi, nondimento molte esserne avvenute si truovano. Per la qual cosa molti a ciascun sogno tanta fede presterieno a quelle cose le quali vegghiando vedessero […]-
Peccato che esce presto di scena per mano dell’iroso Tebaldo e per colpa di Romeo. Quest’ultimo, oltre ad essere incapace di parlare chiaro è accecato dal suo desiderio per Giulietta. Perché questo è, desiderio e non amore. Il suo stato d’animo rende debole, fiacco e deleterio il suo tentativo di far da paciere fra i due.
Cade Mercuzio, l’unico personaggio che meritava Vita anziché Morte. È la sua morte, violenta e accidentale, a determinare il disastro totale tramutando Verona in una tomba ed è con lui che la tragedia si rivela al massimo del suo apice. Tutto il resto, la morte di Tebaldo, le lacrime di Giulietta, l’esilio di Romeo e l’ultimo bacio fra i due amanti non sono altro che conseguenze della loro mancanza di discernimento e lucidità.
Avessero almeno ascoltato gli avvertimenti di Frate Lorenzo e della balia, quando ancora si poteva recuperare il recuperabile e il lieto fine.
Secondo me, vero tema della tragicommendia, sta nell’incapacità di ascoltare degli sventurati amanti e delle loro rispettive famiglie. Una mancanza sulla quale Shakespeare costruisce un mondo, a tratti grottesco, segnalando con ironia le contraddizioni delle emozioni umane, burlandosi di credenze e convenzioni sociali attraverso diversi registri stilistici, mescolando il serio e il faceto.
Più che di romanticismo, Romeo & Giulietta parla di amore carnale, sensualità. Gioca con i doppi sensi lasciando trasparire un umorismo mordace. William ride della finzione e, attraverso la stessa, esercita il suo senso critico e la sua visione di verità.
Questa è la mia impressione. Chissà, invece, cosa ne pensa Sara Daniele a riguardo…
William Shakespeare secondo Sara Daniele, blogger di Emotionally
Essendomi laureata in lingue e letterature straniere, scegliendo inglese come prima lingua, capirai che Shakespeare è stato uno degli autori che ho più letto e studiato.
Ammetto che Romeo e Giulietta non è esattamente una delle sue opere che apprezzo di più, perché trovo che la genialità shakespeariana si sia espressa in modo migliore altrove, come nell’Otello.
L’amore e la sua tragicità sono messi in scena percorrendo le tematiche più disparate, dai contrasti familiari ai combattimenti a duello, dai fraseggi amorosi al destino, alla sfortuna, fino a giungere alla morte.
Ho letto e riletto Romeo e Giulietta per analizzarlo a fondo, perché tutti i testi di Shakespeare meritano molto più di una lettura superficiale (sì, lo adoro), ma con questo testo sono sempre rimasta della mia prima impressione: non è altro che la rappresentazione di una cotta adolescenziale.
Romeo è un adolescente che ama leggere poesie d’amore e che quindi cerca di emulare l’amore ideale dei sonetti dell’epoca.
È influenzato da quel tipo di letture e con l’incoscienza tipica dei ragazzini, nel suo immaginario, trasforma una sbandata nel più grande degli amori.
In soli 4 giorni, quel che viviamo attraverso questa tragedia è impetuosità giovanile, guidata dall’istinto e capace di ribellarsi alle regole. Romeo è intelligente, capace di battute spinte, alla ricerca di emozioni forti e senza mezze misure, non solo nel suo amore per Giulietta, ma in ogni sua scelta.
C’è però una sfumatura dell’amore che è ben più importante, a parer mio, ed è l’amore come antidoto contro l’odio. Il personaggio che evidenzia questa opportunità è frate Lorenzo, confessore nonché amico di Romeo:
“C’è una ragione per cui voglio aiutarti: il vostro matrimonio potrebbe forse mutare il rancore delle vostre famiglie in affetto sincero”.
Frate Lorenzo, Atto 2, scena 3
Perché questa tragedia non mi ha entusiasmato come altre opere di Shakespeare?
Perché parlare di amore e scrivere di amori struggenti o travagliati è un tema più che abusato nel percorso letterario di ogni scrittore e credo che in questo caso Shakespeare abbia messo in scena molte situazioni inflazionate, senza il suo tocco da genio creativo.
Lo dico senza mezzi termini perché io adoro lo Shakespeare che sa essere geniale, originale e fuori dagli schemi.
Cosa salvo di quest’opera?
Indubbiamente, salverei l’architettura stilistica, perché Romeo e Giulietta è poesia pura che esalta comunque le emozioni umane, siano anche semplicemente quelle impetuose e istintive di un adolescente e salverei la forte denuncia alla difficoltà di comunicazione in un mondo dove tutti parlano senza aver voglia di ascoltare.
Non ti sembra molto attuale?
Autore: William Shakespeare
Titolo: Romeo e Giulietta
Titolo Originale: Romeo And Juliet
Traduzione: Agostino Lombardo
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: Universale Economica Feltrinelli/Classici
Pagine: 270
Anno di pubblicazione: febbraio 2016, XX° Edizione
Prezzo di copertina: € 8.50
1 Comment
Io adoro in maniera particolare Shakespeare! Romeo e Giulietta l’ho letto secoli fa, però mi era piaciuto molto all’epoca, anche se ho trovato il fatto che Giulietta fosse più piccola di me quasi pedofilia. Erano anni strani, ok, ma porca miseria tieni 13 anni quando ti suicidi (anzi, mi pare di ricordare che ancora li doveva compiere, vero?) per un tizio appena conosciuto?? Peggio dei ragazzini moderni! Però adoro Mercuzio, povero cristo 🙁 e Romeo è un casanova ahahah