Ho conosciuto Cristina Saracano tramite Ilaria Bo e subito si è applicata per scrivere una lettera alla scrittrice Alda Merini e una lettera allo scrittore Sebastiano Vassalli.
La mia ospite è una ragazza particolarmente propositiva, creativa ed ispirata e per questo mi farà sempre piacere ospitare i suoi scritti, sia che siano lettere ad autori sia che si tratti di una qualche composizione narrativa. Spazio, su questo blog, ce n’è. Nel frattempo, ti lascio il suo curriculum del lettore e al suo amore per la lettura che sembra un colpo di fulmine del quale si è persa memoria, rimanendo però forte e sicuro nel tempo…
Buona lettura! 😉
Curriculum Del Lettore di Cristina Saracano e il suo amore per la lettura
Non ricordo qual è stata la prima cosa che ho iniziato a leggere.Forse perché me la leggevano gli altri, io non ne ero ancora capace. Ascoltavo la storia di Pinocchio e la imparavo a memoria, tenendomi il libro tra le mani, come una vera lettrice, divertivo i parenti perché giravo la pagina al punto giusto in cui terminava la riga, la sapevo tutta, senza saper leggere! Così è stata la mia infanzia: il primo approccio con i libri cartacei, la voglia di toccarli, aprirli, sfogliarli, osservare le figure e non vedere l’ora di sapere che cosa c’era scritto.
Alle elementari, complice un’insegnante eccezionale ho scoperto la magia delle parole di Gianni Rodari, verso i dieci anni Italo Calvino ma il ricordo più bello che ho, non è un libro, è una poesia di Umberto Saba, Goal, non proprio da femminuccia, ma recitata con tanta emozione perché mi è sempre piaciuto molto il calcio.
Della mia adolescenza ricordo tanta inquietudine nel corpo e nella mente e un libro acquistato usato sulle bancarelle Christiane F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino. Credo che sia una storia per tutti i ragazzi di quell’età anche quelli di oggi, che può esser letta e riletta per capire e cercare di non cadere nella drammatica trappola dell’eroina.
Le letture della mia giovinezza: adesso la scelta è davvero difficile.Ho letto moltissimo ma, a pensarci bene, mi vengono in mente soprattutto due libri, diversi tra loro, ma classici della letteratura di tutti i tempi: Il diario di Anna Frank e Delitto e castigo di Dostoevskij.
Con il primo ho conosciuto il terribile universo delle persecuzioni razziali raccontato con la dolcezza di una ragazzina che non è mai diventata donna; Dostoevskij mi ha letteralmente presa per mano accompagnandomi nella Russia ottocentesca, con quegli ambienti decadenti e quei personaggi ai margini della società. Bellissime anche le sequenze dialogiche, una piéce teatrale.
Sono abbastanza matura per le letture della maturità? Direi di sì.
Quest’anno ho letto una quindicina di libri, il mio preferito Anna di Nicolò Ammanniti. Un romanzo di una struggente bellezza, ambientato nel 2020 in una Sicilia rovinata, distrutta e abbandonata, dove gli unici ancora vivi sono i bambini e i ragazzini, come Anna, che tentano, in una lotta alla sopravvivenza, la fuga verso la terraferma.Il degrado descritto mi ha posto un interrogativo inquietante: e se fra quattro anni il mondo fosse davvero così?
La lettura è anche questo: fonte di riflessioni e ricerca di soluzioni ai problemi quotidiani.
Per questo non bisogna smettere di leggere.
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