L’inizio delle festività natalizie mi scombussola sempre e, per ritrovare il mio centro d’equilibrio cosa faccio? Leggo, ovviamente.
Questa settimana ti parlerò un po’ del romanzo di Alessia Savi, Verso le luci del Nord.
Sembra passato un secolo da quando ho ospitato quest’autrice e amica con il suo Curriculum del lettore paragonandola, niente meno, che a Karen Blixen.
Alessia però non è Karen ma, nel mio piccolo essere critico, continuo a rimaner convinta che la prima ha un talento nello scrivere che è tutto da sviluppare (e da scoprire).
Panoramica sul romanzo di Alessia Savi, Verso le luci del Nord
Leggendo sui social i post dell’autrice mi ha colpito di come essa stessa si rivolge alla sua opera dichiarando quanto, in corso di stesura e revisione, l’abbia amata e odiata allo stesso tempo.
Già dalle prime battute che aprono Verso le luci del Nord il lettore intuisce subito che pagina dopo pagina si disporrà uno scenario distopico, sullo stile di Margaret Atwood per intenderci, dove tutto quello che conosciamo è andato distrutto per l’avvento dell’Apocalisse e l’invasione di demoni sulla Terra.
Le luci del Nord sono la meta di Tamara, medium ebrea perseguitata da uno dei Sette Generali dell’Inferno per via di un tatuaggio ricco di elementi simbolici che le corre lungo la schiena e del suo compagno Dave il quale si rivelerà qualcosa di più di un semplice cacciatore di demoni. La coppia si trova a dover affrontare molte peripezie lungo un’America irriconoscibile, popolata di creature malefiche, zombie, esseri umani che di umano hanno conservato ben poco.
Le luci del Nord sono anche la meta di Maddie, monaca con un passato familiare difficile e violento che non ha mai smesso di pensare alla madre che l’ha abbandonata da bambina. Personaggio singolare quello di Maddie, fragile e forte insieme, si accoda ai protagonisti principali dopo essere stata da loro esorcizzata e, assieme a loro, scopre di possedere poteri divinatori che la rendono, inizialmente, l’anello debole del terzetto itinerante.
Se per Tamara e Dave il viaggio sembra rappresentare più una disperata ricerca di salvezza e di maggiore comprensione del ruolo che rivestono all’interno di un mondo completamente stravolto, per Maddie è un vero e proprio percorso iniziatico e formativo.
Verso le Luci del Nord: pregi e difetti
La storia, nel suo complesso, è bella. Alessia Savi l’ha articolata bene e man mano che procedevo con la lettura mi sembrava di veder scorrere delle immagini, come se fossero scene studiate per serie televisive come Buffy l’ammazzavampiri o The Walking Dead. Di tanto in tanto, avevo l’impressione che alcuni dettagli provenissero dai racconti di Stephen King.
Tuttavia, nel romanzo ci sono anche delle cose che mi hanno lasciata un po’ perplessa. Al di là dei refusi rinvenuti, più volte ho avuto la sensazione che delle azioni in corso venissero troncate di netto, lasciando al lettore il compito di ricostruire da solo quello che potrebbe essere considerato un fotogramma mancante. In certi passaggi, ho fatto fatica a seguire il corso degli eventi perché avveniva tutto troppo veloce e quasi confuso. Ancora non ho capito se l’autrice ne era cosciente e abbia sfruttato questi salti narrativi per creare aspettative e suspence o se quelli che paiono dei buchi non siano altro che dei fili che dovevano solo essere tesi un po’ di più, per irrobustire e bilanciare l’intreccio complessivo.
Al di là di questo, in Verso le luci del Nord c’è molto studio e ricerca e voglia di sperimentare e mettersi in gioco come scrittrice. Insomma, c’è lavoro e si sente che in questo romanzo Alessia Savi ci ha messo tutta sé stessa e questo vale la lettura, e il viaggio. 🙂
Tu l’hai letto?
Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay
3 Comments