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Dal Black Friday al Kindle: storia di una resa

28 Novembre 2016
Dal Black Friday al Kindle: storia di una resa

Venerdì scorso, il Black Friday ha aperto le corse pazze ai regali e agli acquisti di Natale e ha sancito l’inizio di un periodo in cui declino verso un’indefinibile cattivo umore, da Grinch ma sabato sono caduta in trappola e ho acquistato un Kindle.

Ti spiego i termini della mia resa.

Cartaceo o elettronico? Il dilemma del lettore tradizionale

Io sono e sarò sempre indissolubilmente legata al cartaceo e a tutto ciò che lo circonda. (Mi è scappato un riferimento pasoliniano, scusa)

Uno dei miei obiettivi di bambina era di costruire una libreria personale che fosse tale e quale alla sala di lettura che la Bestia dona a Belle. Libri ovunque, da leggere, sfogliare, annusare.

La fisicità del libro è la prova del sogno fattosi realtà.

La lettura non è solo un processo mentale ma anche un’esperienza tattile che mi ha sempre fatta stare bene, perché permetteva di entrare in un mondo in cui svanivano pensieri e insicurezze e dove l’unica cosa ad avere importanza era la storia, la narrazione. Spaziavo in vari mondi attraverso qualcosa che mi lasciava comunque ancorata alla realtà.

Poi è nato il libro in formato elettronico.

Secondo Wikipedia, l’eBook non è proprio un giovanotto. Prende vita nel 1971 su iniziativa di Michael Hart e all’interno del progetto Gutenberg. A parte il fatto che questa fase di storia del libro mi manca e che non mi dispiacerebbe approfondire, l’idea che la fisicità del libro canonico venisse, presto o tardi, sostituita dal libro elettronico mi ha sempre preoccupata.

La sicurezza concreta del libro cartaceo sarebbe andata perduta in favore dall’intangibile e inodore virtualità del formato elettronico? Cosa succederebbe se migliaia di libri venissero racchiusi e sostituiti da un contenitore rettangolare come un Kindle? Non so te, ma io temo il vuoto e l’assenza di memoria delle illusioni raccolte in pagine vere.

Forse è anche per questo che ho aspettato tanto prima di acquistare un Kindle, mi faceva (e mi fa) paura la completa e totale sostituzione del passato con il presente in continua evoluzione.

Ci sono veicoli culturali che non meritano di andar perduti ma preservati, tramandati. Se la conoscenza si tramuta in informazione usa e getta da acquisire velocemente, che senso ha memorizzarla?

Questa mia iniziale reticenza si è un pochino acquietata in seguito a un incontro dedicato al libro e alle nuove tecnologie, durante la XVI° edizione di Pordenone Legge 2015. Ma non mi convinse del tutto per il Kindle, fino a sabato.

Kindle (immagine via Pixabay)

Kindle (immagine via Pixabay)

Kindle: perché comprarlo, alla fine?

Perché mi sono arresa? Perché il libro cartaceo ha un costo e occupa molto spazio. Purtroppo non ho a disposizione un palazzo e non sono una lettrice anarchica come Elena, capace di scegliere le sue letture e restituirle in biblioteca senza soffrire da sindrome di abbandono.

Non solo mi piace leggere, ma anche avere il controllo e la consapevolezza che il testo preso sia solo ed esclusivamente mio. Lo so, è un discorso un po’ egoistico ma sono fatta così, io non riesco a lasciar andare le storie con le quali entro in contatto perché, se mi piacciono, si crea un legame da cui non voglio e non posso liberarmi.

Per questo ho preso un Kindle. Perché potrebbe essere una buona soluzione per poter organizzare meglio gli spazi che ho a disposizione e assicurarmi una biblioteca virtuale dalla quale trarre quei titoli che andranno ad integrare quella reale.

Inoltre, un eBook costa molto, molto meno rispetto al suo fratello cartaceo. Le mie finanze non mi permettono di acquistare tutto quello che vorrei leggere e un Kindle potrebbe aiutarmi nel fare un minimo selezione, permettendomi di passare dal virtuale al cartaceo senza spendere ogni volta una fortuna.

Nella scelta del modello, ho chiesto consiglio a lettori forti che si sono lasciati convincere dal libro elettronico rimanendo fedeli al libro tradizionale. Lettori che hanno trovato il giusto equilibrio tra i due differenti approcci di lettura e che mi hanno indirizzata sul Kindle Paperwhite.

E tu? Libro cartaceo o elettronico e, nel secondo caso, qual è l’e-reader che ti ha convinto?

Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay

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4 Comments

  • Reply Neogrigio 28 Novembre 2016 at 8:28

    Anche io soffro di quella sindrome da abbandono per la quale mi è impossibile leggere libri di altri, restituirli e rimanerne poi privo. Anche io ho il problema dello spazio e del costo dei libri, soprattutto da quando il governo ha vietato il proliferare degli sconti su di essi (gli serve un popolo ignorante per fare ciò che più gli pare in modo indisturbato). Ma fino ad oggi continuo imperterrito a pensare che la lettura deve essere solo esclusivamente su carta…..ma tanto per i motivi sopra elencati ho deciso di fermarmi con gli acquisti, rileggerò libri già in possesso per un bel pò di tempo.

  • Reply Martina Gregoris 28 Novembre 2016 at 15:20

    Ciao Rita, grazie per questo post. Io… non ce la faccio. Ci provo eh, uso l’app Kindle sul telefono e sul Mac per questioni di studio, cioé quando mi sono accorta che per tutti i corsi che stavo facendo e per l’università avrei avuto bisogno di una mole di libri – perché nemmeno in biblioteca è facile reperire tutti i titoli – mi sono dotata del lettore. Ma se penso ai romanzi… no, io ho bisogno, come hai scritto tu, di carta, di tatto, di tenerli con me. Sono in grado anche di darli via – di solito li regalo, quando sento che il loro compito con me è esaurito. A volte li ho fatti anche partire per il mondo con le iniziative del libro che viaggia, o qualcosa del genere. Ma non so che fine abbiano fatto, nessuno mi ha più scritto. Però no, un lettore Kindle ancora no. Poi, a dirla proprio tutta – e mi imbarazzo un po’ a scriverlo… – io sono una di quelle che quando si innamora, quando sento che un libro e la sua storia mi appartiene, inizio a sottolineare, colorare, scriverci riflessioni a matita, fare simboli di richiamo… insomma, come farei col Kindle? Quando utilizzo l’applicazione per evidenziare mi sembra di essere un robot. Mandi biele anime, a presto

  • Reply Sara LaPochi 27 Novembre 2017 at 17:35

    Capisco benissimo, cara Rita, quella sensazione per cui non riesci proprio a lasciar andare via un volume una volta che l’hai fatto tuo. Sono anche io così. Ti dirò di più, con i MIEI libri, sono estremamente possessiva. Ne vado fiera, orgogliosa e, di conseguenza, gelosissima.
    Per questo motivo, e per motivi puramente logistici, ho ceduto al Kindle un annetto fa. L’ho trovato utile durante i miei viaggi in treno e in metro a Milano, dove non riuscivo ad aprire i volumi da oltre 1.000 pagine che sono solita leggere. E anche quando il volume è compatto, ho bisogno di annotare, sottolineare, appuntare. Non si poteva proprio fare…
    Con il Kindle mi trovo bene, divoro libri e il viaggio verso l’ufficio diventa un piacere che aspetto quasi spasmodicamente perché è un momento solo mio.
    Poi, però, quando mi immergo nel racconto e comincio a sentire la sensazione giusta, allora devo comprarne la versione cartacea. Lì, secondo me, viene il bello. Il Kindle non per forza toglie. Il Kindle dà. Aggiunge un valore ai volumi che decidiamo di conservare, li arricchisce di un affetto particolare, diventano quasi un cimelio, un memorabilia. E io adoro passare davanti alla mia libreria, e ricordare quando e perchè ho deciso di acquistare ciascuno dei miei libri.
    Per me è anche la scusa per rileggerli. Non lascio niente di immacolato sui miei scaffali. Se compro qualcosa che ho letto in formato elettronico devo rileggerlo aggiungendo quella sensazione tattile di cui parli benissimo.

    Ecco, per me il Kindle è questo, anche al di là di tutte le implicazioni economiche, editoriali, generazionali.

    Sara

    • Reply Rita Fortunato 28 Novembre 2017 at 13:29

      Sara, non potevo leggere commento e pensiero più bello.
      Grazie, per aver capito i crucci e le gioie del lettore. <3

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