Sono appena tornata dal Mashable Social Media Day 2016. Ho acceso il pc, sto riordinando i pensieri, mi fanno male i piedi e ho tante, troppe cose da raccontare, ma ci provo lo stesso.
Parto però da una piccola premessa, non ero molto propensa a partecipare all’evento #SMDAYIT 2016. Ero certa che mi sarei sentita un pesce fuor d’acqua ma una serie di fortunati eventi mi hanno convinta del contrario.
Sono partita pensando che me ne sarei stata, come al solito, in un angolino ad ascoltare e basta. Sono tornata con la sensazione di aver visto una Milano molto più accogliente e propensa all’incontro di quanto mi aspettassi.
Ho trascorso quattro giorni intensi e non andrò per ordine.
Dovrei, infatti, aprire il post di oggi raccontando del Museo della Scienza e della Tecnologia, proseguire con l’evento che mi ha condotta nella città meneghina, infine, chiudere con la visita alla Pinacoteca di Brera.
Invece comincerò dallo svolgimento, il Mashable Social Media Day 2016.
Mashable Social Media Day 2016: riconoscersi tra appunti e speech
Sono arrivata allo IED – Istituto Europeo di Design puntuale. Alle 8 di mattina circa e già c’era una fila non indifferente.
Ammetto che ero un po’ preoccupata perché non riuscivo a scorgere persone a me familiari ed è stato un sollievo vedere il volto di Monia Taglienti dietro il bancone, impegnata a effettuare la registrazione di chi si era iscritto all’evento.
Un sollievo che mi ha segnalato una sensazione molto bella perché ci siamo riconosciute subito. Il riconoscersi non è un dato da dare per scontato perché chi lavora sui social e nel virtuale interagisce con persone diverse da tutta Italia ma non è detto che l’identità che ci costruiamo sul web sia in linea con il nostro essere nella realtà.
Il bello di questi eventi è anche questo, il cercar conferme di quanto si percepisce dietro la schermata di un pc o di un telefono. Non è mancato l’effetto sorpresa che ho provato al primo scambio di saluti con Annette Palmieri. L’ho conosciuta da poco sui social e di persona è un vero e proprio concentrato di simpatia e spigliatezza.
In sala ho guadagnato degli ottimi posti in ultima fila dove mi hanno raggiunto Emanuela Maisano e Rocco Iannalfo e da qui in poi non mi sono più sentita sola e sperduta. Ho tirato fuori il mio quadernino e ho cominciato a prendere appunti, a mano. Preferisco fare così, scrivere su carta invece che condividere sul web. È un modo per carpire tutte le informazioni che mi servono e di far sì che esse si tramutino in cultura.
Il Mashable ha aperto le danze dando la parola agli sponsor costituito dallo IED, una scuola che da 50 anni si occupa di formare le persone ponendosi anche nel ruolo di osservatori del mondo del lavoro e dei suoi cambiamenti.
Poi si è presentata Tinaba, un’app che offre servizi legati alla gestione del denaro e che ha sottolineato quanto sia cambiato l’approccio all’educazione e alla ricerca delle informazioni. Se prima si cercava su un vocabolario o si andava in biblioteca per esaudire il bisogno di prendere appunti accuratamente ora, i nativi digitali, hanno tutto ciò che gli serve a portata di click. Una velocità che porta a non conservare le informazioni cercate.
E, infine, è stata la volta di OIKOS, un’azienda produttrice di vernici che dagli anni ‘80 si impegna a sviluppare quelle che sono state definite ecosoluzioni cromomateriche ovvero, vernici prive di sostanze nocive. Molto interessante.
Gli interventi al Mashable sono stati velocissimi ma quanto basta per:
- comprendere e lasciarsi affascinare dalla parlantina di Giuseppe Brugnone, Social Media Manager di Lego Italia che ha mostrato in che modo e con quali canali è stata raccontata la capacità di un mattoncino di ispirare creatività e storie costruendo relazioni solide con i propri consumatori.
- vedere con Davide Basile come si è sviluppata la strategia di web marketing di Original Marines. Un’azienda molto ben inserita sul territorio ma che risultava completamente priva di una cultura digitale.
- raccontare con quali personaggi e contenuti si è reinventata la ditta produttrice di condizionatori Daikin, illustrata da Fabio Padoan
- inorridire (mi dispiace, ma a me questo è arrivato) per una frase non proprio elegante di Mirko Pallera, CEO di Ninja Marketing. Tutti vivono un momento di crisi ma può essere illustrato in modi diversi, senza calcare la mano sul fatto che il primo della gerarchia aziendale si è visto costretto a condividere la sua scrivania con la collaboratrice, ultima arrivata. Ha detto cose interessanti dopo ma, ai miei occhi, la battuta ha tolto valore all’intervento nel suo complesso.
- prendere appunti forsennatamente nel corso degli speech di Orazio Spoto (@oraziospoto) e di Simone Tornabene (@mushin_) per quanto riguarda l’uso di Instagram e trovare giusto il tempo per seguirli sul social da dove è partito il progetto #scattidicaffè.
- innamorarsi letteralmente di Alessia Musi, la Digital Marketing Scientist di Aquest che in venti minuti ha fatto una lezione sui numeri, le statistiche e su come ingannare il cervello facendo schizzare alle stelle l’applausometro (se ci fosse stato) e concludendo con un quadro, L’incoronazione di Napoleone di Jacques- Louis David, elencandone i falsi storici. (E il numero di persone con le quali ognuno interagisce abitualmente, 150).
- studiare l’intervento di Stefano Tresca e le varie tecniche di promozione e vendita di libri online,
- seguire la panoramica di Emanuela Zaccone dedicata a Tok.tv, il social legato al mondo dello sport e che modernizza l’idea che vede la tv come un evento sociale e punto attorno alla quale si riunivano familiari e amici.
- e, infine, conoscere i tool narrativi e le platforms per fare Storytelling, illustrati da Simonetta Pozzi.
Questi sono gli interventi che ho seguito con tutta la mia buona volontà ma è da dire che malgrado le pause caffè, il lunch box (o schiscetta, per dirlo alla milanese) già nel primo pomeriggio il mio cervello adorato bolliva per la stanchezza. Più volte ho occhieggiato la porta con il desiderio di prendermi una boccata d’aria.
Una fuga che ho effettuato lo stesso e che mi ha permesso di incrociare Annette e Monia.
Abbiamo compiuto un’impresa epica!
Abbiamo attraversato la strada e comprato qualche genere di conforto al Carrefour ma è nella seconda giornata che abbiamo dato il meglio di noi.
Mashable Social Media Day 2016: seconda parte e l’importanza del networking (e delle merende)
E qui viene il bello del Mashable Social Media Day 2016!
In linea di massima sono una brava ragazza e il mio intento per il secondo giorno al #SMDAYIT era di seguire gli interventi con la stessa attenzione dedicata nel corso della prima parte, dopo una prima colazione.
Entrata puntuale allo IED ho cercato Monia e Annette, non ancora giunte. Anche Rocco Iannalfo pareva disperso e temevo che la tirata di capelli con Valentina Baldon sfumasse.
Ho passato il tempo con Roberto Gerosa con il quale condivido le origini friulane. Rivederlo, dopo l’evento romano, è stata una vera e propria festa. Ogni volta che si allontanava sul mio volto compariva l’ombra di un’espressione da ansia d’abbandono che lui ha cercato di colmare facendomi ridere e presentandomi tante persone interessanti come Simonetta Pozzi e Dario Vignali. È grazie a Roberto che sono riuscita a individuare quest’ultimo. Me lo immaginavo sul palco, in mezzo ai fuochi d’artificio a emozionare le masse e invece l’ho trovato seduto nell’ombra, vicino alla porta, tutto nascosto.
Forse è brutto da dire, ma mi ha fatto quasi tenerezza, è stato bello stringergli la mano e scambiare quattro chiacchiere con lui e un po’ mi è dispiaciuto perdermi il suo intervento sul Personal Branding. Mi toccherà tener presente ancora per un po’ Francesco Petrarca come punto di riferimento…
Dov’ero nel frattempo? A fare la seconda colazione al Mugs con Annette Palmieri e il suo compagno Francesco, Rocco Iannalfo e Anna Piera Frascella e una vagonata di pancake imbevuti di sciroppo d’acero o ripieni di marmellata di mirtilli e cosparsi di sciroppo di fragola, caffè, cappuccini, succhi d’arancia e poi ancora non ricordo. Nel dubbio di non mangiare abbastanza, Annette teneva in borsa un po’ di cornetti (dicesi anche brioches) acquistati nella panetteria di fronte al suo albergo.
Rientrando allo IED abbiamo trovato Monia e Valentina Baldon. Quest’ultima ha da poco compiuto gli anni e vuoi non guardarla mentre scarta i regali e fare merenda, bersi un caffè, farsi quattro chiacchiere, bersi un altro caffè, fumarsi una, due, tre sigarette?
Qui i ricordi si fanno confusi perché, giunto Bernardo Mannelli, una folla di fanciulle posate e tranquille (Eufemia, Valentina Sala e Monia) hanno colto l’occasione per abbracciarlo e abbracciarsi fra loro. Sono stati momenti in cui mi sono completamente dimenticata gli interventi che si susseguivano all’interno.
Certo, non ci siamo persi l’esperimento di Rockin1000 di Fabio Zaffagnini, il collegamento in diretta con Marco Montemagno, le spiegazioni di Raffaele Gaito sul Growth Hacking, i dettagli e i numeri dell’e-commerce mostrati da Valentina Sala e la Social Media Strategy in 3P con Case History del Concerto Primo Maggio Roma di Eufemia Scannapieco e Ylenia Cuccurullo ma i momenti più belli ed emozionanti sono state le occasioni di networking che si sono create spontaneamente e che si sono diramate all’esterno, come una specie di reazione a catena.
Occasioni d’incontro avvenute al tavolo di un ristorante molto verde, scelto per mangiare un panino con il prosciutto, subito dopo aver spazzolato la lunch box del giorno per poi procedere con disinvoltura allo scambio dei biglietti da visita e concludere la presentazione professionale facendo un’incursione da Tiger, dove mi sono lasciata corrompere da un astuccio in tela carinissimo e dai dadi per fare storytelling mentre Valentina prendeva due peluche per sancire la sua amicizia con Monia e continuare la tradizione del #bassottoprofilo.
Obiettivo finale? Stare insieme e ridere fino alle lacrime per poi finire di nuovo in un bistrot dall’arredo molto particolare a bere prosecchi, spritz bianchi (sì, bevo spritz bianchi!) e far merenda (alle 19:30 di sera) con patatine fritte, bruschette e poi tornare ognuno per la sua strada con la certezza che ci saranno ancora occasioni per incontrarsi e che, seppur soli e curvi sui nostri pc, sappiamo quando è il momento di alzare gli occhi, staccare le connessioni e ricaricare le pile della nostra creatività andando in cerca di vere strette di mano e abbracci e vita reale.
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