Oggi ti parlerò di questo romanzo, difficile da reperire sui normali canali di vendita perché fuori catalogo, ma dal contenuto drammatico e delicato allo stesso tempo. Si tratta de Il vento non sa leggere di Richard Mason, in un’edizione Frassinelli del 1956.
Il vento non sa leggere: storia di un soldato e di un fiore giapponese
Questo romanzo di Richard Mason sonnecchiava da diversi anni tra i libri nuovi della mia libreria. Ogni tanto lo estraevo dallo scaffale e, semplicemente, lo ammiravo. Mi piaceva e mi piace tuttora la rilegatura, le decorazioni, la confezione di cartone con sopra riprodotti ricami floreali in oro e la poesia giapponese che recita:
“Sul cartello è scritto:
Non sciupare questi fiori –
Ma pel vento è inutile, chè non sa leggere”.
Le ferie del blog mi hanno dato il tempo sufficiente per le leggerlo e mi sono trovata in Birmania, ad ascoltare la storia di Michael Quinn.
Si è nel pieno della Seconda Guerra Mondiale e il protagonista non è più in grado di svolgere il suo dovere di aviatore e si trasferisce a Bombay per imparare il giapponese, al fine di utilizzarlo nel corso degli interrogatori. Un modo come un altro per vendicarsi del nemico che gli ha ucciso il fratello e lo ha strappato alla pace, alla famiglia e al rassicurante paesaggio del panorama inglese, della sua terra natia. Non gli interessa la cultura del luogo in cui è ospitato e ancor meno quella che si cela dietro le difficili parole che compongono il linguaggio nipponico. Si limita a compiere il suo dovere di soldato.
“Pensai che sia facile perdere ogni sentimento di pietà e diventare sprezzanti, come sua facile disprezzare ciò che non si comprende”.
La storia prende una piega diversa quando però entra in scena Hanako – la figlia del fiore. Michael rimane sconcertato e affascinato dalla giovane maestra fin dal suo primo ingresso in aula. Se ne innamora e lei di lui. Nasce un amore tenero, molto delicato, ammantato tuttavia da un velo di tristezza e di malinconia che traspare dagli occhi dell’amata e che, secondo Quinn, la rendono Shabishi. Da qui Hanako diviene, semplicemente, Sabby.
Storia banale? Scontata? Non lo so. So solo che mi ha affascinato leggerne gli sviluppi e le riflessioni di Michael. Lui che dovrà la sua sopravvivenza alle parole sa che esse possono essere un’arma a doppio taglio:
“Parole. Non avete idea di che cosa possono farvi le parole. Non siate mai troppo loquaci. Può darsi che riusciate ad abbindolare gli altri, ma il certo è che abbindolerete voi stessi”.
La relazione nasce e si sviluppa sulla contemplazione dell’uno nell’altra e viceversa, sul dare valore anche ai gesti più banali per intensificare una felicità che sanno gli verrà strappata via da un momento all’altro. Forse è questo senso di fatalità che minaccia l’unione della coppia al di là della guerra che porta Michael a riflettere, a domandarsi qualcosa di più sulla cultura spirituale d’Oriente.
Tra le tante riflessioni, questo passaggio sa di profezia ma, fino all’ultimo, né il lettore né il protagonista sanno come questo amore volgerà al termine:
“Il Maestro dice che lei ha un grande potere. Il potere di dare la felicità e che non dev’essere usato se non con la massima cautela. Un potere che darà a lei stesso molta felicità e molto dolore; il dolore sarà terribile, ma nel soffrirlo dirà:
Ne è pur valsa la pena. – “
Ci sono diversi elementi che potrei considerare “negativi” de Il vento non sa leggere:
- La traduzione non è delle migliori. Al di là dei refusi e/o degli errori di stampa che corrono lungo quasi tutto il romanzo, ci sono veri e propri errori grammaticali. Soprattutto per quanto riguarda la coniugazione dei verbi.
- I dialoghi fra Sabby e Michael ma anche quelli tra quest’ultimo e i suoi compagni sono molto letterari e poco vicini alla lingua parlata. A volte paiono artefatti, cristallizzati in una conversazione che pare più ipotetica che reale.
- Per quanto semplice, ha un ritmo narrativo lento e certi voli mentali del protagonista appaiono un po’ sconclusionati. Non si capisce benissimo dove voglia andare a parare.
Eppure non ho potuto fare a meno di continuare a leggere le parole di Richard Mason fino alla fine. Nonostante tutte le critiche oggettive che posso fare a questo suo romanzo, soggettivamente mi è piaciuto perché ha comunque toccato le corde del cuore.
Quando ho letto l’ultima riga, dentro di me, ho pianto…
Autore: Richard Mason
Titolo: Il vento non sa leggere
Titolo originale: The Wind Cannot Read
Traduzione: Bruno Fonzi
Casa editrice: Frassinelli
Anno di pubblicazione: 1956
Pagine: 478
Prezzo: ?
2 Comments
Letto per curiosità.. Condivido la tua accurata recensione…
Grazie, Michi, 🙂