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Sul significato dell’aggettivo sognatore: da Simonetti alla scuola di Atene di Raffaello

18 Luglio 2016
Sul significato dell'aggettivo sognatore

Mercoledì scorso ho ospitato il Curriculum Del Lettore di Federico Simonetti considerandolo un sognatore, malgrado la sua mentalità ipercritica e razionalissima.

Questo articolo nasce un po’ come post di rettifica e un po’ come riflessione generica sull’uso di determinate parole. Troverai forse dei termini filosofici che potrebbero sfumare nella psicologia ma, date le mie opinabili conoscenze in materia, non pensare di trovarvi un trattato.

Mi preme solo spiegare quale significato abbia per me l’aggettivo sognatore, termine che in tempi odierni viene usato come un modo per indicare persone in fuga dalla realtà.

Perché Federico Simonetti mi è parso anche un sognatore

Quando ospito un Curriculum Del Lettore tutto quello che so di una determinata persona la estrapolo dai libri che ha letto, da come ha disposto le parole e da come si pone sui social in generale.

Federico nelle sue biografie online si scusa per la sua antipatia. Qui ci sarebbe da fare un discorso molto interessante sul concetto di antipatia e simpatia che, guarda caso, hanno a che fare con un’altra parola molto, molto usata, soprattutto nel mondo del web marketing ovvero empatia. Ma non è questo il luogo o il momento scelto.

Scrutando i titoli e le letture del mio ospite mi sono poi tornati in mente altri termini quali ideologia, critica e/o impegno sociale, mito e credenze e, una parola estremamente potente quanto irraggiungibile, Utopia. Sono parole che hanno a che fare con il pensiero.

Quando ho formulato il titolo per il Curriculum Del Lettore di Simonetti confesso di aver vacillato sull’aggettivo sognatore perché sentivo che non era “tecnicamente” esatto, preciso. Ho optato aggiungendo il termine critico perché questo mi hanno ispirato le letture raccolte.

Da una parte vi sono tematiche fortemente critiche – sia per quanto riguarda il concetto di etica e pensiero umano sia per quanto riguarda un aspetto ben più ampio e rivolto alle relazioni civili e sociali – dall’altra mi ha sorpreso trovare titoli che rimandano a poemi antichi quali l’Odissea o più contemporanei come American Gods. Questi ultimi hanno a che fare con le credenze e con i sogni e da essi deriva il modo occidentale di spiegare la realtà e i suoi fenomeni, base delle prime sperimentazioni e deduzioni scientifiche.

Il ragionamento critico non può non essere qualcosa di totalmente slegato dall’elaborazione irrazionale, inconscia, tipica dei sogni. Il sognatore, per come lo vedo io, non è il contrario del realista. Non solo, almeno. Sono le due facce di una stessa medaglia, per questo (pur con riserve) Federico mi è parso sia critico sia sognatore.

Perché non si può essere critici (e magari anche cinici) senza essere un po’ sognatori. Il minimo comune denominatore che unisce questi due aspetti a me parve di individuarlo nelle parole curiosità e confronto. Per questo ho lasciato il titolo così com’era e così intendo lasciarlo ancora adesso.

Tuttavia, quando è stato pubblicato il Curriculum Del Lettore “incriminato”, ci sono stati dei commenti che non hanno apprezzato molto questo abbinamento. All’inizio mi hanno un po’ preoccupato e, per giustificare un possibile errore di giudizio ho fatto notare che anche il sogno è una rappresentazione mentale come tante altre.

Il mio intento non era assolutamente introdurre un professionista del web come un qualcuno tendente a starsene con la testa fra le nuvole. Ne è nata una conversazione decisamente stimolante che mi ha mentalmente condotta a un’immagine precisa, pescata dalle mie memorie e risalenti alle lezioni di storia dell’arte delle superiori prima e universitarie poi.

Raffaello: la scuola di Athene (immagine via web)

Il critico sognatore è un po’ come La scuola di Atene di Raffaello

Ho pensato alla filosofia e l’immagine che ne è apparsa è quella dello splendido e quanto mai attuale affresco di Raffaello, La scuola di Atene. Hai presente?

Al di là di tutte le interpretazioni e analisi che potrai leggere su un qualsiasi libro di storia dell’arte, la cosa che più mi affascinò di questo dipinto fu la disposizione delle mani dei due filosofi al centro. Uno indica il cielo, l’altro la terra. Platone e Aristotele. L’aspirazione verso l’alto, il cielo, il puro e il Bene e l’aspirazione verso il basso, non inteso come processo involutivo del pensiero, ma come confronto diretto e pragmatico con la realtà e fortemente legato al concetto di etica.

L’essere umano è duale, diviso e comprensivo sia di una parte razionale sia irrazionale. Mente e cuore convivono da sempre, pur con le loro incomprensioni. I due soggetti, affiancati ed esaltati in questo modo da Raffaello mi danno un senso di completezza perché hanno qualcosa che li rendono reali, pur mantenendo i contorni del sogno.

A istinto, oserei dire che se Federico fosse nato in tempi antichi sarebbe certamente stato un discepolo di Platone e forse è per questo che gli ho affibbiato il termine di “sognatore” poiché è dai sogni (intesi come credenze) e dal confronto con essi che nasce la distinzione tra il bene e il male e si formulano le basi di una società civile sana. Avrebbe poi intrapreso il percorso aristotelico? Non so, non mi è dato saperlo e solo chi lo conosce bene può confutare o affermare questa riflessione.

D’altronde, Platone aveva teorizzato una società civile fondata sulla filosofia. E Aristotele ne fu all’inizio suo discepolo per poi distaccarsene, analizzando la realtà piuttosto che l’ideale e cercando un’applicazione pratica e concreta di quanto aveva appreso dal suo mentore.

Il sogno, la curiosità, la capacità di immaginare sono scintille capaci di alimentare il ragionamento razionale basato sui fatti concreti e non vanno sottovalutati. Forse è questa continua tensione all’ideale pur mantenendo i piedi ben piantati a terra che ci rende umani. Se viene a mancare questa tensione all’equilibrio saremmo poco più di macchine senz’anima o scivoleremmo nel caos della follia emotiva… Tu che ne dici?

Comunque, un grazie a Federico Simonetti & amici per avermi fatto ragionare sull’uso di determinati aggettivi e grazie a te per avermi letto fino a qui. In fondo è sempre lunedì e certi temi sono un po’ impegnativi per affrontare qualsiasi inizio settimana, spero tu possa perdonarmi. 😛

Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay

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