Nelle ultime settimane mi sono trovata a riflettere e ad agire un momentino di più sui social e, in particolare, ho imparato qualcosa di più sull’utilizzo di Instagram e Telegram.
Molto spesso mi faccio cogliere dall’ansia del “non so come si fa” e questo, a livello professionale, mi penalizza perché dà spazio a insicurezze personali che temo di non essere in grado di affrontare. Così, oggi, voglio dare un taglio al non so come si fa e lasciar spazio a un nuovo mantra, s’impara facendo (e sbagliando).
Instagram: da sfera privata a #scattidicaffè
Va bene, forse a te che sei più professionista di me verrà da ridere e ti domanderai:
“Ma come, sei su Instagram da una vita e non hai mai fatto il repost di un’altra immagine?”
E io ti rispondo senza tanti problemi che, fino a quando il mio profilo è rimasto privato, non ne sentivo la necessità.
Molti lo considerano un social dove conta la capacità di promuovere determinati prodotti o brand o per dare il via libera a manifestazioni di vero e proprio narcisismo mentre io lo preferisco per usi più “romantici”.
Ok, chi lavora e vive sui social possiede una notevole vena egocentrica ed esibizionista da sfruttare a proprio vantaggio ma per me Instagram rimane un luogo virtuale da vivere come qualcosa di estremamente personale, intimo, quasi poetico. Non per trovare qualcosa o seguire qualcuno, ma per prendere appunti visivi tratti dalla realtà fisica e reale. Un’immagine, qualsiasi immagine, racconta una storia, veicola un messaggio.
Le persone si riflettono e si raccontano attraverso i loro scatti.
Un paesaggio, una lettura, un fiore sono per me immagini bellissime da vedere e da catturare perché mi danno un’idea di spontaneità, di genuinità e, allo stesso tempo, mi fanno sentire a casa. Tranquilla, protetta e coccolata. Al di là del numero di like che ne ricevo. Forse anche per questo la comparsa delle ADS mi aveva un po’ infastidito perché è come inserire delle pubblicità in un film di attimi che è la nostra vita. Interruzioni commerciali in una realtà sociale dalle potenzialità molto più emotive, umane, “inutili”.
Va sottolineato che ognuno è libero di vivere e gestire i social come più gli pare. Io, fino a quando ho mantenuto privato il mio profilo l’ho vissuto in modo personale, l’ho curato e difeso da incursioni esterne selezionando chi seguire e da chi essere seguita.
C’è voluto l’intervento di Sara Daniele per rompere quella bolla che mi ero creata e l’iniziativa condivisa di #scattidicaffé per cambiare un po’ le carte in tavola e aprirmi a un uso più professionale e “mirato” del social.
Il passaggio dal privato al pubblico, confesso, è stato un po’ traumatico. Una piccola fetta di mondo si è accorta di me e mi sono trovata più like e qualche commento fatto da persone con le quali non ho in comune nulla (così mi è parso quando andavo a gironzolare sui profili altrui).
Insomma, per quanto riguarda le interazioni c’è stato un po’ di movimento e l’apertura della pagina Facebook mi ha fatto scoprire, sempre grazie alla guida di Sara (che ormai considero un po’ la mia mamma virtuale):
- La possibilità di condividere le immagini dall’account Instagram alla pagina dedicata su un altro social collegato. Prima condividevo solo ed esclusivamente sul mio profilo oppure prendevo la via più lunga; pubblicavo su una piattaforma e poi tornavo a ricondividere manualmente su un’altra. Tempo perso, tempo buttato via, tempo che non rimpiango.
- L’utilizzo di app dedicate al Repost. Ho avuto diverse difficoltà per entrare nel meccanismo ma, pian piano, ho imparato a sfruttarle. S’impara facendo, provando e anche un po’ baruffando con i propri limiti e, se in un primo momento sono stata presa dall’ansia del non so come si fa, ho poi compreso che, se non si getta la spugna alla prima difficoltà, l’ostacolo, quasi per magia, si annulla e diventa un fantasma del passato.
- L’opportunità di promuovere un’iniziativa il cui unico guadagno immediato è la voglia di condividere una pausa relax e non una pausa pubblicità.
Certamente Instagram è un po’ macchinoso e molto più costruito di quanto voglia apparire. È un rebus social al quale sono affezionata e che mi diverte. Se un domani diventasse uno strumento più professionale non mi dispiacerebbe, purché non perda lo spirito che me l’ha fatto apprezzare.
Telegram: dare il giusto peso alle conversazioni
Avendo Whatsapp, un altro servizio di messaggistica proprio non lo volevo. È stato Francesco Ambrosino (come al solito) a tirarmi dentro Telegram e l’ho adorato per la facilità e l’immediatezza con cui posso stressarlo, come solo una figlia devota sa fare, tramite questo strumento utilizzando messaggi scritti, tracce vocali, gif e stickers. Altro che Messenger…
Poi ho scoperto i canali e ne ho creato uno per questo blog.
All’inizio lo vedevo come una comoda alternativa alle newsletter e quindi vi postavo solo i gli articoli del giorno. Peccato che vi si sono uniti 4 gatti. Per aumentare la colonia felina, no, scusa volevo dire il pubblico a cui mi rivolgo ho cominciato ad essere più attiva nelle conversazioni nel gruppo dei Digitalker. Ho chiesto consigli, li ho seguiti, ho cercato di variare, ma nulla si è smosso.
Poi ho commesso un errore. Agganciandomi a una richiesta di canali da inserire in una lista ho pensato di proporre, assieme ad altri, anche il mio e ho condiviso i link.
Alla fine mi è stato fatto notare che non avevo proposto nulla di originale ma solo doppioni di post blog. Ci sono rimasta male e ho meditato di chiudere tutto, di uscire da Telegram. È qui che ho commesso un grave errore. Mi sono lasciata intimidire e bloccare dalla mia costante paura di essere fuori tempo e fuori luogo, di non saper fare, di non sapermi proporre e/o promuovere.
Mi sono presa un bel (e meritatissimo) “cazziatone” per questa mia reazione. La visibilità sul web è un’arma a doppio taglio. E un blogger sconosciuto che non si butta, che non si espone è un blogger destinato ad essere presto dimenticato. A prescindere dal valore dei contenuti pubblicati.
È stata una lezione non tanto di umiltà ma un momento in cui, e ancora una volta, sono stata spronata a smettere di giustificarmi dietro le paure e insicurezze del non so fare questo o quello quando, in realtà, non è affatto così.
Non sarà facile, ma imparerò. Ne frattempo, continuerò a gestire il mio canale Telegram:
- Condividendone volta per volta i post del giorno
- Facendo girare i contenuti provenienti da altri canali e che, per un motivo o per l’altro, mi hanno ispirato, affascinato o anche solo risolto un qualsiasi problema o errore di valutazione
- Diversificando le pubblicazioni inserendo immagini e citazioni letterarie.
Forse non sarà un canale originale ma sarà il mio canale tanto quanto questo è il mio blog personale. Un luogo dove formerò la mia identità virtuale e che troverà definizione e valore in base alle relazioni e alle amicizie che si verranno a creare.
Perché questo accadrà, prima o poi. Sarà mio compito imparare a gestire volta per volta il rapporto tra i miei contenuti e quelli del pubblico di riferimento. Se il mio lavoro sarà valido lo imparerò strada facendo.
Nel frattempo, ringrazio per il cazziatone ricevuto da quella che è diventata la mia zona comfort, il gruppo dei Digitalker e ringrazio te per avermi letta fino alla fine. Ci leggiamo al prossimo post, 😉
PhotoCredits: immagine in evidenzia via Designerspics
9 Comments
Sono su Instagram praticamente dal giorno 0 e mi è sempre piaciuto perché adoro la fotografia. Certo con il tempo si è rovinato (vedi ADS e il mercato nero dei like) però rimane, insieme a Flickr, la mia piattaforma preferita per le foto.
Telegram, di lui ne ho parlato anche sul mio blog e niente da dire è superiore a WhatsApp ma anche per il semplice motivo che non è una classica applicazione per chattare ma è molto di più.
Più che rovinato ha attratto l’attenzione per trovare “spazi pubblicitari” tuttavia, Instagram come piattaforma per gli amanti della fotografia con smartphone continua ad essere bellissima da vivere.
Sì, sicuramente Telegram è molto di più e lo sto scoprendo giorno dopo giorno. 😊
Come fatto per tanti faremo anche per te evidenziando articolo e canale su @ProgressTelegram … unisciti a noi.
Prima di imparare ad usare correttamente un social bisogna sperimentare,commettere errori e rimboccarsi le maniche. Anche io ho commesso tantissimi errori su Instagram e ora viaggio ad un ritmo fantastico. Dunque dagli errori spesso nascono le idee vincenti.
Grazie, Angelo, mi trovi completamente d’accordo per questo mi sto impegnando per essere meno incerta e più propositiva, a cominciare da questo post. 😊
Le incertezze ci saranno sempre ma con la determinazione si raggiungeranno traguardi di assoluto livello. Altro consiglio,non farti condizionare da nessuno. Le idee sono tue e solo tu sai quali obiettivi raggiungere.
Grazie, Angelo! 😊😊😊
Siamo pronti a dare una mano a tutti e lo faremo anche per te …. l’impegno va sempre premiato..
Vieni a trovarci su @ProgressTelegram abbiamo postato il tuo articolo!
Grazie mille, @ProgressTelegram. 😊