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Lettera allo scrittore: Bruna Athena scrive a Dante

21 Giugno 2016
Lettera allo scrittore: Bruna Athena scrive a Dante

La cosa bella di questo rapporto epistolare dedicato ai grandi autori del passato, italiani o stranieri che siano, è che io e Bruna siamo interscambiabili e oggi accorre in mio aiuto scrivendo a un autore che amo molto, Dante Alighieri e offrendomi uno spunto sulla prossima Lettera allo scrittore che ho in mente.

La lettura e le lettere sono anche questo, libertà di esprimersi. Da qualunque luogo.

Buona Lettura!

Dante Alighieri

Caro Dante,

devo essere onesta: quando ero più piccola non ti sopportavo, un po’ come non sopporto qualsiasi genere di lettura obbligata. Al pari di Alessandro Manzoni, sei di quelli che ovviamente non possono non essere studiati a scuola. E vai così con lunghe letture che raramente i docenti rendono simpatiche, attive, attuali.

Il problema della scuola è che deve in qualche modo semplificare le cose, talvolta a ragione e talvolta a torto. A ragione perché, non possiamo dire che non sia necessario: spesso le letture “classiche” non sono alla portata dei più giovani; a torto perché tutti devono acchiapparlo quel benedetto 6, per cui si va al ribasso. Bé, la scuola è per tutti – intanto, se fossimo andati a zappare e a fare le estetiste forse adesso avremmo due euro in tasca.

Per tanti anni la percezione che ho avuto della tua opera è stata frutto di un grande fraintendimento scolastico. Così, ai miei occhi la Divina Commedia era stata inequivocabilmente scritta da un poeta bacchettone e bigotto. Certo, va tutto contestualizzato: difficilmente un uomo del Trecento avrebbe scritto qualcosa senza mai fare riferimenti al proprio credo. A quel tempo tutto era intriso di cristianità, non si poteva pretendere che tu facessi diversamente.

Solo quando ti ho approcciato all’università ho vagamente afferrato il valore della tua opera. Ho letto Vita nuova e ho conosciuto quella parte di te più “romantica”. Per quanto riguarda la Commedia, ho iniziato a vederla un’opera storica e politica, molto coraggiosa. Il motivo religioso? Pura forma, per non dire mero pretesto.

Credo che il forte senso di frustrazione e delusione da te provato sia quanto mai attuale. Oggi posso comprenderlo meglio, quando mi accorgo del mio totale rifiuto all’idea di dover migrare oltre i confini italiani. Mentre gli altri si lamentano 24 ore su 24 “di questo Paese”, io mi convinco che ho il pieno diritto di restare dove sono nata. Oggi l’esilio è volontario: mi rifiuto di praticarlo. Dante, siamo distanti e vicini più che mai in questo momento storico. Sarebbe bello problematizzarti nelle scuole in questo e in tanti altri modi.

Nel momento in cui ho iniziato ad apprezzarti di più ho anche avvertito l’esigenze di sentirti più umano. Le letteratura che si impara a scuola tende a fare di voi scrittori e poeti entità quasi astratte. Pare che non siate stati fatti di carne ed ossa, sentimenti. Sarà per questo motivo che mi è piaciuto molto il libro di Marco Santagata, Come donna innamorata. Questo signore è un grande tuo studioso, ma non ho mai letto un suo saggio. Premesso questo, la tua biografia romanzata mi è garbata tanto: ha raccontato che sei stato ambizioso, ma anche sensibile. La tua opera nasce dal dolore.

Con questi argomenti, non credo di riuscire a convincere le persone che non ti hanno mai apprezzato a rileggerti da un altro punto di vista. Ho iniziato ad apprezzarti io e questo mi basta: nella letteratura, come nei viaggi, mi piace poter cambiare idea in positivo.

A presto,

Bruna

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