Momo di Michael Ende svela la lettura della settimana e la citazione condivisa pochi giorni fa sul mio profilo Instagram:
“Risplende la tua luce nel buio della via
Non so di dove vieni e neppure chi tu sia
Sembri così vicina e sei tanto lontana
Non conosco il tuo nome, so solo che sei bella
e dovunque ti trovi e chiunque tu sia
scintilla scintilla piccola stella”
(Da un’antica nenia irlandese)
Ieri sera sono giunta alla parola fine e Momo di Michael Ende è diventato il miglior tempo “rubato” della mia vita.
Leggere Michael Ende: Momo e le emozioni vissute in corso di lettura
Leggere Momo è stata un’emozione indescrivibile, fin dalle pagine introduttive. L’autore, infatti, fa una panoramica sul ruolo di aggregazione sociale svolto negli antichi anfiteatri fino a spiegare, con dovizia di particolari, il perché della loro pianta e conformazione.
Perché sono costruiti per amplificare e predisporre l’ascolto. Luoghi perfetti per ospitare la protagonista del romanzo, Momo. Una bambina dai grandi occhi scuri e ricci capelli neri che, per certi versi, mi ha un po’ ricordato Ludovica De Luca.
Quelle poche pagine iniziali mi hanno fatto pensare alle persone conosciute sul web, gli anfiteatri i loro blog, che attirano non solo per la loro capacità di scrivere ma per la passione e l’amore rivolto alle parole e al loro significato.
Un po’ come Momo ho cercato di ascoltare queste voci ed è solo grazie a loro che mi è nata l’ispirazione per Troppe chiacchiere e poco ascolto: vai da Momo che ti passa. Un articolo che non è rimasto solitario tra le pagine del mio spazio web ma è stato raggiunto da Francesca Cora Sollo di Social Muffin, la quale ha voluto regalarmi il suo pensiero sull’importanza di imparare ad ascoltare.
Leggere il libro di Michael Ende mi ha portato conferme e gioia, nuovi amici e condivisione.
Mi sono emozionata perché questo libro ascolta il cuore e dal cuore è ascoltato.
Ho camminato a ritroso nel tempo quando i bambini, andando a trovare Momo, la rendono parte dei loro giochi fatti di pura fantasia, voglia di stare assieme e di condividere l’intensità del momento.
Mi sono affezionata al taciturno Beppe Spazzino e ai suoi ragionamenti, strampalati ai più ma solo perché non trovava le parole per descrivere la tenerezza e la bontà che serba nel cuore. Lui che non vede le cose ma le riconosce ogni volta. Perché sa che tutto cambia, tutto è in divenire e scorre con e per il tempo.
Mi sono innamorata di Gigi Cicerone, sognatore di professione e cantastorie per vocazione. La verità per lui è opinabile, quel che conta è non ripetere la stessa storia due volte di fila perché un racconto è sempre unico, irripetibile e meraviglioso come ogni singola vita umana.
Poi sono arrivati i Signori Grigi…
E mi hanno fatto più paura del Nulla che minacciava Fantasia. Esseri indefiniti, illusori ma potenti creati dalle paure degli adulti, convinti di perdere tempo nel leggere libri, svagarsi, giocare con i propri figli. Di stare insieme, semplicemente.
I Signori Grigi sono i ladri del tempo degli uomini. A loro basta fare qualche calcolo e dire alle ignare vittime che devono risparmiare il loro tempo. Perché il tempo è denaro e non va sprecato.
Solo Momo può riuscire a salvare i suoi amici e comincia l’avventura alla scoperta di Cassiopea, la tartaruga, Mastro Hora, le Orefiori e gli occhiali Cosmovista. Tutti elementi che torneranno anche ne La storia Infinita. D’altronde la storia di Momo è antecedente (1973) a quella di Bastian (1979).
Insomma, gli elementi fantastici emersi dal genio creativo di Michael Ende ci sono tutti e adoro il modo in cui sono intrecciati, messi insieme per formare una narrazione dal ritmo vivace, scorrevole ma non superficiale.
Quante interpretazioni si possono ricevere da ogni passaggio e, per quanto sia dichiaratamente fittizio tutto quello che accade, il lettore non può far a meno di sentir in cuor suo che tutto quello che ha letto è vero.
Prima di lasciarti, ti riporto qui un’altra citazione tratta da Momo, questa:
“Ci sono ricchezze che ti distruggono se non le puoi dividere con gli altri”.
Nella lettura, nella scrittura e nei social ho trovato una ricchezza incredibile (e qui mi viene in mente Sara Daniele e l’iniziativa scatti di caffè) e il libro di oggi non è bello, è prezioso perché ti mostra chiaramente che cosa è veramente tempo buttato e cosa, invece, è tempo guadagnato. Una volta compresa la distinzione, il dono della vita sarà trattato con la cura e l’amore che merita.
L’unico rammarico è di non aver letto prima Momo. Ma forse è meglio così perché per ogni cosa c’è sempre il suo tempo. 😉
Autore: Michael Ende
Titolo: Momo
Traduzione: Daria Angeleri
Casa Editrice: SEI, Società Editrice Internazionale
Collana: Sestante
Anno di pubblicazione: 2015, IX Ristampa
Pagine: 254
Prezzo di copertina: € 12.50
3 Comments
Non lo conosco! Mi hai fatto venir voglia di leggerlo ora 😀 Ho guardato molto tempo fa il film d’animazione che ne è derivato: “Momo alla conquista del tempo”. Bello 🙂 Il libro lo sarà anche di più immagino…
Ecco, a me il film d’animazione manca però sono un po’ titubante sul vederlo o meno ma forse perché tendo a legarmi troppo al libro e a vivere l’eventuale trasposizione cinematografica come una specie di “tradimento”. Di solito, preferisco guardare prima il film e poi il libro e evito il rischio di delusioni apprezzando entrambi. Così è accaduto con La storia infinita. 🙂
La penso come te, completamente 🙂 Solitamente quando mi capita di leggere prima un libro e poi guardare il film resto sempre delusa. In questo caso so già che mi andrà bene perché dal film passerò al libro 😀