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Lettera allo scrittore: il potere delle parole di Giuseppe Ungaretti

7 Giugno 2016
Lettera allo scrittore: il potere delle parole di Giuseppe Ungaretti

Dopo un po’ di pausa ho finalmente individuato l’autore a cui scrivere per continuare l’iniziativa epistolare di Bruna Athena.

Il mio turno per la lettera allo scrittore è tornato e io non riesco a fare a meno di immaginare le poesie di Giuseppe Ungaretti e il potere evocativo delle parole che ha lasciato dietro di sé.

#LetteraAlloScrittore: il potere delle parole di Giuseppe Ungaretti (immagine via web)

Caro Giuseppe,
sappi che sei l’unico poeta per il quale ho sempre avuto un’istintiva ammirazione. Fin da piccolina.

Va bene, lo confesso, i tuoi versi mi piacevano soprattutto per salvarmi durante l’interrogazione settimanale sulla poesia da memorizzare. Rito che ho sempre detestato. Poco importava se era un modo per imparare a studiare. Rileggere e ripetere, ripetere e rileggere. Che noia! I tuoi versi, invece, erano così corti e immediati, facilissimi da ricordare. Le maestre, furbe, non ci assegnavano mai un tuo componimento e appioppavano Leopardi, D’Annunzio e poi non ricordo. Ero alle elementari…

Alle medie ho potuto sceglierti ma feci una figuraccia.

“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”

Dovevo solo ripetere questa riga ma, non ce l’ho fatta. Ho visto i miei compagni seduti ai loro banchi, disposti in fila. Ho perso la battaglia, ho avuto paura e le parole mi sono morte in gola e sono rimaste in testa. Non ti scelsi più, preferii leggerti per cercar di capire perché fosse così difficile declamarti.

Alle superiori la prima percezione di una risposta e, recentemente, il mio ritorno sui tuoi versi. La tua poetica è immediata, evocativa. Segni grafici che si perdono in uno spazio vuoto ma emanano troppo e tante cose, sentimenti, emozioni, immagini, gioia e dolore.

Tu hai cantato, con poche, sceltissime parole la complessità dell’esistenza. Leggere un tuo componimento è veramente leggere un mondo intero, per questo è difficile memorizzarlo. Tu non hai mai fissato un concetto da ricordare ma, come il genio della lampada, hai raccolto il tutto in un minimo spazio vitale risultando sempre immediato e potente. Con te si vede il dettaglio e il quadro completo e ogni volta che apro una tua raccolta poetica sono completamente travolta dalle immagini che emergono in continuazione. Sono tantissime, sono vivide, sono armoniche e in contrasto. Insomma, sono tutto e mai niente.

Che dirti, ancora? Solo grazie di essere esistito.

Una tua affezionata lettrice.

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