Oggi è lunedì e mi va di star leggera accettando l’invito di Emma Frignani di stilare un elenco di 10 libri che porterei nel rifugio del cuore.
Per sapere da dove parte questa simpatica iniziativa, ti rimando al post di Emma (e quindi ai suoi libri) e io, nel frattempo, torno un po’ bambina con quelle storie che non smetterei mai di rileggere.
1. Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain
Che ci posso fare, Tom Sawyer è l’amico che avrei sempre voluto avere perché sapeva come volgere le cose a suo vantaggio, anche quando combinava danni. Se non era per lui, non credo che avrei incontrato anche Huckelberry Finn e il suo spirito libero.
2. Pippi Calzelunghe di Astrid Lindgren
Tom e Huckelberry Finn sono simpatici, coraggiosi e fantasiosi nel loro affrontare il mondo degli adulti. Eppure, nonostante tutto, ne rispettano le regole e, quando esagerano, si ridimensionano. Non accade invece con Pippi Calzelunghe, esempio femminile di intraprendenza e indipendenza la quale, delle regole per lei senza senso, se ne fa un baffo. Questo terzetto, insieme, avrebbe fatto scintille e l’ho fatto notare anche ad Astrid Lindgren nella #LetteraAllaScrittrice che le inviai un po’ di tempo fa dal blog di Bruna Athena.
3. La piccola principessa di Frances Hodgson Burnett
Ok, confesso che alle avventure di piccoli birbanti ho spesso alternato fiabe di principesse che, pur vivendo una marea di disgrazie, trovavano sempre il principe azzurro e vivevano felici e contenti. La piccola principessa ovvero, Sara Crew, è una fanciulla che si trova a vivere in un collegio per signorine che prima la stimano per la ricchezza del padre e poi la schifano per la sua caduta in povertà. Cosa mi piaceva e mi piace tuttora di questo romanzo? Il buon cuore della protagonista che si mantiene puro e ricco di virtù aggrappandosi ai ricordi di un luogo esotico e spirituale come l’India e la sua capacità a rincuorare le sue compagne di sventure narrando storie e rimanendo gentile, sempre e comunque.
4. Kamo e l’agenzia Babele di Daniel Pennac
Questo libro, secondo me, è una storia bellissima di cosa voglia dire crescere e maturare. Madre e figlio hanno i loro difetti che non permettono loro di eccellere a scuola o nel lavoro, ci vorrà un misterioso carteggio epistolare per comprendere cosa è veramente importante, il dialogo. E poi, con Daniel Pennac si va sempre sul sicuro. Adoro i suoi libri, le parole ivi contenute si dispongono con semplice eleganza e narrano, narrano, narrano.
5. Il piccolo principe di Antoine de Saint – Exupéry
Il piccolo principe è un libro che non ha bisogno di presentazioni. Un classico senza tempo che mi ha emozionato da bambina, da adolescente, durante l’università e, anche adesso che ormai sono grande, ogni volta che vedo una sua illustrazione o leggo qualche passaggio mi si apre il cuore di gioia. Ogni volta che lo leggo, vi trovo sempre una sfumatura nuova.
6. Peter Pan di James Matthew Barrie
Peter Pan è magia, è fantasia, è volare al di là dei propri limiti e ignorare bellamente (e con una buona dose di sfrontatezza) le regole, la disciplina, le responsabilità e le pretese del tempo e dello spazio. L’isola che non c’è esiste. Crederci non è solo ammettere che le fate esistono (e che nascono al primo sorriso di un bambino) ma è anche un piccolo stratagemma per ingannare la morte, ridimensionata alla più grande delle avventure. Splendido, splendido libro.
7. Il barone rampante di Italo Calvino
Di Calvino debbo assolutamente leggere tutto quello dalla sua testa si è trasferito su carta tramite parole dal significato univoco e fortemente evocativo. Per la verità, a me piacque molto Il sentiero dei nidi di ragno, Il barone rampante l’ho scoperto dopo. Un bambino che decide di vivere sugli alberi per tutto il resto della sua vita? Qua il romanzo che torno a leggerlo o, se no, va bene anche un albero per arrampicarcisi sopra. Così, tanto per cambiare prospettiva.
8. La storia infinita di Michael Ende
Anche La storia infinita di Michael Ende non è proprio una scoperta infantile. Mi ci sono accostata tardi, da pochi mesi, ma è stato meraviglioso recuperare questo romanzo. Non è un’unica storia ma ce ne sono un sacco e qui l’obiettivo è perdersi per ritrovarsi e scoprire che nulla è più potente dell’immaginazione per evitare di essere inghiottiti nelle tenebre di un Nulla vuoto, arido e anche molto, molto noioso.
9. Il richiamo della foresta di Jack London
Ecco un altro destinatario di una #LetteraAlloScrittore, Jack London. Ho perso il conto di tutte le volte che ho letto e riletto Zanna Bianca ma, curiosamente, Il richiamo della foresta è quello che mi è rimasto più impresso e ogni tanto ne sento l’eco che mi ricorda di non addomesticarmi troppo. Un po’ di selvatichezza nella vita non guasta mai, ti aiuta a sopravvivere agli arroganti sproloqui della società, in qualunque tempo essa si definisca.
10. Non solo libri, anche fumetti!
Quando mia madre varcava la porta di casa con il nuovo numero di Topolino, era una vera e propria festa. Un evento che non avrei mancato per nulla al mondo e che mi teneva lontana dai cartoni animati per una buona mezz’ora. Eh, sì! Saltavo le storie di Topolino (dopo un po’ lo trovavo noioso e sempre troppo perfettino per i miei gusti) e andavo direttamente a Paperopoli. Naturalmente, ho sempre simpatizzato per Paperino ed era bello quando, una volta tanto, la Sfortuna gli dava un po’ di tregua. A proposito, avevo pure i manuali delle Giovani Marmotte, chissà dove sono finiti. Che sia il caso di ricomprarli?
Ecco, questi sono i 10 libri rifugio che porto nel cuore e, secondo l’iniziativa, dovrei nominare alcune persone e invitarle a partecipare a loro volta.
Oltre a te, ovviamente, inviterei Bruna Athena e le lettrici del blog Del Furore di aver libri.
Naturalmente, senza impegno eh?
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