Non so se ti sono mai capitati sotto gli occhi quegli articoli che rendono i difetti umani segnali di intelligenza e creatività. Sono divertenti, anche se possono creare le giustificazioni necessarie per continuare a vivere nell’errore. Insomma, tutto ciò che viene letto va anche compreso nella giusta prospettiva.
Tra gli ultimi titoli letti, molto carino è quello in cui si afferma che L’essere disordinato è sinonimo di intelligenza.
Su Facebook è stato commentato allegramente da me e Alberto Pozzobon, due disordinati cronici, che hanno cercato di far passare dalla loro parte un ordinatissimo professionista della comunicazione che non si è lasciato irretire dal fascino del Caos, anche se siamo stati bravissimi nel stilarne alcune regole base che qui voglio riportare.
Almeno tu, te la senti di studiare i benefici effetti del disordine e della disorganizzazione?
Metti in (dis)ordine la tua postazione di lavoro
Tra le prime regole fondamentali di ogni web worker c’è l’assoluta e quasi maniacale necessità di tenere in ordine la propria scrivania per aumentare la produttività e l’efficienza.
Ci sono articoli su articoli su come organizzarla, decorarla con mazzi di fiori o su come renderlo un luogo sereno e illuminato con l’ausilio della cromoterapia.
Tutti questi consigli mi piacciono un sacco ma stiamo facendo un discorso sul disordine e quindi, ecco le regole base per stimolare la creatività e, di conseguenza, anche l’ordine:
- Le carte da buttare non vanno nel cestino ma collocate una sopra l’altra a formare una colonna instabile.
- Se la colonna cartacea non è sufficientemente instabile. Farla crollare e non raccogliere.
- I fili di pc, stampanti e varie… rigorosamente a vista!
- Disporre tutto ruotato di 45% (matite, penne, quaderni e, ovviamente, libri)
4 bis (su suggerimento di Alberto Pozzobon) Le penne debbono essere disposte come in una partita a Shangai - Lasciare una cartina qualsiasi sul piano lavoro almeno per 2 minuti, ogni giorno. Raddoppiare il tempo di sosta di settimana in settimana.
A parte il fatto che queste 5 regole base sono sufficienti per far andare in ansia i maniaci dell’ordine, una volta enumerate ho sentito la necessità di… non seguirle pedissequamente.
Secondo me gli articoli dell’Huffington Post usano la psicologia inversa e ti portano a fare il contrario di quello che dovrebbe renderti più intelligente, bello, simpatico, creativo, eccetera, eccetera. Tuttavia, ho lasciato comunque alcuni elementi discordanti sul mio ufficio di fortuna. Tanto per star creativa.
Ecco l’immagine esplicativa:
Il Black & White è sempre molto chic e immagino che il mio spazio di lavoro non sembri poi così disastroso. A parte il fatto che è evidente il mio pieno rispetto per la regola numero 3 (lasciare tutti i fili in bella vista) ti faccio notare, partendo da sinistra, che:
- La stampante è lì per bellezza. Sono mesi che prometto a me stessa di acquistare le cartucce d’inchiostro e, magari, anche un pacco di carta per fotocopiatrici. Solo che mi basta mettere tutto su chiavetta e, se mi serve un documento cartaceo, vado a stamparlo da qualche altra parte. Così ho la scusa per uscire di casa e magari di farmi un giretto al bar e scambiare 4 chiacchiere con gli amici.
Sono un po’ contorta nel crearmi le basi per procrastinare un lavoro ma non mi si può dire che sono pigra. In fondo, debbo muovermi per andare al bar o da un amico provvisto di stampante. La mia ormai funge da piano sul quale appoggio di tutto e, in questo momento stanno sostando carte varie, la sigaretta elettronica (che uso pochissimo) la custodia della mia amata stilografica (anch’essa priva di cartuccia). - Hai visto che c’è una scatolina nera, squadrata? Bene, lì ci sono le sfere cinesi. Sai quelle che producono un suono rilassante quando le fai roteare sulla mano? Con lo stress da mancanza di cartucce nella stampante (che è anche scanner, mi piace trattarmi bene) non posso rischiare. E poi… fa tanto Labirynth.
- Il portaocchiali con le farfalle colorate non contiene occhiali da sole (quelli li ho persi quest’estate durante una passeggiata al lago di Rabl a Cave dal Predil) ma cavi. Anche quelli dei miei passati telefoni. Che ci vuoi fare, certe cose non riesco proprio a buttarle.
- Hai notato il sottobicchiere giallo? A parte il fatto che stona cromaticamente, sopra vi è il logo di un gruppo rock friulano che non ascolto. Dovrò pur poggiare il caffè o il the da qualche parte, no?
- La tazza cuore che mi ricorda quanto amo il mio lavoro (quale?). Ottimo come porta segnalibri.
- Hai visto che alla destra del pc c’è un gufetto? Non lasciarti ingannare dalla sua simpatica presenza. Lo utilizzo quando, piena di buona volontà, mi applico con la tecnica del pomodoro brillantemente espressa da Andrea Giuliodori di Efficacemente. Solo che si è rotto… -.-
- Ho una colonna ordinatissima di post it colorati. Scrivo su carta straccia recuperata da uno dei 20 milioni di quadernetti acquistati (iniziati e mai finiti) solo perché erano carini e io ho un serio problema di shopping compulsivo per gli articoli di cartoleria.
- Quello che non vedi nella foto è accumulato e pericolante nei mobili in parte. O è nascosto sotto il tappeto (vabbé, non esageriamo).

Immagine via Pixabay
A parte gli scherzi, un pizzico di disordine aiuta (veramente)
Una piccola morale in questo articolo strampalato la devo trovare comunque e mi è tornata in mente una cosa che ho letto nel libro di Annamaria Testa, Farsi Capire e cioè che la creatività è la capacità di creare connessioni tra cose, pensieri ed elementi diversi.
Se tutto è perfettamente in ordine e al suo posto sarà un po’ difficile trovare molteplici connessioni perché ci si abituerà a vivere seguendo percorsi e schemi mentali prestabiliti che, a lungo andare, ci staranno stretti e soffocheranno ogni possibile cambiamento.
Questo non vuol dire che si debba celebrare il Caos e infischiarsene dell’ordine. Sono due elementi tra loro opposti ma anche complementari perché in ogni disordine c’è il suo ordine e in ogni ordine il suo disordine. Insomma, io sono una persona diversamente ordinata ma questo non vuol dire che sono disorganizzata o che non abbia un mio personalissimo schema mentale.
Ti sto facendo ammattire, vero? Mi dispiace ma, spero di averti fatto ridere almeno un po’ perché sono certa che anche tu, web worker o impiegato in un qualsiasi ente, privato o pubblico che sia, hai a volte ceduto al lato creativo del disordine. E sono anche certa che questo è stato l’unico modo per permetterti di individuare un modo insolito, ma efficace, per portare a compimento degli incarichi particolarmente complessi.
Spesso e volentieri si leggono articoli (per carità, ben fatti e molto utili) su come organizzare il proprio spazio di lavoro. Solo che si assomigliano tutti fra loro e non tengono troppo conto del fatto che le persone sono diverse e seguono percorsi differenti per arrivare, alla fine, allo stesso risultato.
Quindi, se mentre stai scrivendo un post geniale che rivoluzionerà il modo di vivere il web o sei concentrato nello svolgere un lavoro qualsiasi e dimentichi la cartina del pocket coffee sulla scrivania, non farti prendere dall’ansia. C’è sempre tempo per farla trasmigrare nel cestino. 😛
Insomma, un pizzico di disordine nella vita potrebbe anche essere d’aiuto. Se poi diventa ingestibile, scegli un fine settimana per dare una sistemata e poi, disfa per ordine. Sia mai che ti diverti.
Tu che ne pensi? Farai entrare un po’ di disordine nella tua vita?
P.S. Mentre scrivevo questo post sono caduta preda di una mania ordinatrice e ho rassettato tutta la casa. I misteri della psicologia inversa autoindotta… o.O
Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay
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