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Cornell Woolrich e il noir di New York Blues

15 Febbraio 2016
New York Blues: il noir di Cornell Woolrich

San Valentino, con i suoi cuoricini zuccherosi è appena passato lasciando dietro di sé la promessa di un amore rinnovato per le coppie di ogni età, specie e sesso.

Oggi i single, che ieri han dovuto sopportare smielate tenerezze, possono tirare un relativo sospiro di sollievo e riprendere con le loro attività senza dover per forza rispondere a familiari, amici e ficcanaso sul perché sono ancora single.

Oggi è lunedì e, dopo le manifestazioni d’amore domenicali, un po’ di sano noir non può far male a nessuno finché rimane sul piano letterario. La suspense si fa cupa e avvincente con il padre del genere, Cornell Woolrich e la sua raccolta di racconti intitolata New York Blues.

Dal #SummerBookMusicTag al #BookDreams2016, finalmente arrivo al noir

Sono passati 6 mesi da quando ho espresso l’intenzione di leggere New York Blues di Cornell Woolrich con l’intento di confrontarlo con Casino totale di Jean – Claude Izzo. Un’intenzione espressa, per la precisione, in agosto con il post dedicato al #SummerBookMusicTag lanciato da Una contraddizione ambulante e ricordato anche per il #BookDreams2016 di Bruna Athena.

L’estate purtroppo è passata ed è ancora lontana ma, per fortuna, sono in tempo nello spuntare  ciò che volevo leggere entro la fine dell’anno.

Sono lettrice da romanzo mattone, sul genere ottocentesco. Eppure, di tanto in tanto mi piace provare emozioni forti, cupe. Di quelle che ti lasciano con il fiato in sospeso fino alla fine per poi ricevere il colpo di grazia per un finale o uno sviluppo narrativo inaspettato e imprevisto. Di quelli che non ti lasciano completamente al buio ma, piuttosto nella penombra onirica delle strade di una grande metropoli e che ti guidano in angoli appartati per mostrarti la vita notturna di detective, poliziotti, giocatori d’azzardo e donne enigmatiche e misteriose.

Una vita frenetica dove i personaggi si trovano a correre contro il tempo e verso il giorno, affiancati dalle loro paure. Almeno, con Casino totale sono queste le sensazioni che ho provato, con l’aggiunta che nella trama erano innestati elementi di attualità che rendono il genere anticipato da Cornell Woolrich ancora più inquietante.

Presi New York Blues poco dopo aver letto Casino totale. Volevo andare agli inizi ma Izzo mi aveva talmente impressionata che per anni non ho osato affrontare Woolrich. Nella miscellanea di quest’ultimo ci sono solo 8 racconti e… ovviamente sono uno più bello dell’altro. Non sapendo quale scegliere, lascio un piccolo pensiero su ognuno (ed evito di cercar risposta alla domanda sul perché non li ho letti prima).

New York Blues di Cornell Woolrich

Leggere Cornell Woolrich: New York Blues, 8 micro pensieri su 8 racconti noir

Il racconto di apertura si intitola La sigaretta e, d’impulso, m’è venuta voglia di accendermene una. Succede sempre così quando accarezzi l’idea di smettere di fumare. Ho resistito ma, caspita, che ansia! Un racconto da far venire i sudori freddi non solo allo sfortunato protagonista ma anche al lettore (soprattutto se è fumatore).

Doppio spettacolo inizia nella sala di un cinema, un detective e la sua fidanzata hanno pagato per due film e poi entra, riconosciuto dal protagonista, un pericoloso criminale evaso… Sono elementi sufficienti per rimanere incollati alla poltrona, per vedere come va a finire?

Zucchero indigesto è tra i miei racconti preferiti. Un barbone trova una collana di diamanti nella zuccheriera di una tavola calda e, nel momento in cui se ne impossessa, capisce di essere in guai molto seri. Il finale, più che drammatico, ha un che di comico.

Blu sta per coraggio. Qui mi viene in mente una frase sola, mai rapire la moglie (oltretutto in stato interessante) di un agente della polizia moralmente integro, anche se deve “solo” pattugliare le strade della città.

Puoi scommetterci la pelle. Già dal titolo si comprende che si tratta di una scommessa che vuole giocare con gli istinti omicidi dell’uomo comune. Lo scommettitore, non tenendo conto della variabile umana, è sicuro di aver rischiato su una cosa certa. Racconto ben costruito, ma non sorprendente. Forse perché sfrutta meccanismi o espedienti narrativi abbondantemente utilizzati nella letteratura post Woolrich. (Va ricordato anche che molti racconti di questo autore sono stati adattati per il grande schermo per poi ripetersi in serie tv crime pensate per il piccolo schermo).

Malgrado l’ambientazione esotica (la vicenda si svolge in Giappone) Morte a Yoshiwara non mi ha detto nulla. Mi è parsa più una graziosa favoletta. Molto emozionante ma, comunque, una graziosa favoletta.

Rosa di morte l’ho trovato un po’ deludente. Forse perché l’elemento a sorpresa viene meno fin dalle prime pagine sciupando un po’ il finale che, per quanto emozionante, risulta più prevedibile.

Infine, New York Blues, il racconto finale da cui prende il titolo tutta la raccolta è la ciliegina sulla torta e il tuffo del lettore nelle angosce di un uomo, convinto che presto dovrà pagare le conseguenze dei suoi gesti. Osservare i pensieri e le paure del protagonista è quasi una tortura e, man man che si procede, ci si rende conto che la conclusione sarà ironica, amara e triste. Come un giro di Blues.

Allora, che ne dici di Cornell Woolrich? Ti ha incuriosito?

Ti lascio i dati del libro ma poi, fammi sapere quale racconto ti è piaciuto di più. Così mi aiuti a scegliere! 🙂

Autore: Cornell Woorlich
Titolo: New York Blues
Titolo Originale: Night and Fear. A Centenary Collection of Stories by Cornell Woolrich
Traduzione: Delfina Vezzoli
Casa Editrice: Feltrinelli
Collana: Universale Economica
Pagine: 262
Anno di pubblicazione: maggio 2007
Prezzo di copertina: € 8

Photo credits: immagine in evidenza via Pixabay

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