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Lettera allo scrittore: leggere Dickens da bambini

22 Dicembre 2015
Lettera allo scrittore: leggere Dickens da bambini

L’iniziativa lettera allo scrittore di Bruna Athena continua e questa volta, dato che ci sono stati dei segni che mi hanno ricordato un autore che impressionò la versione bambina di me lettrice, ho deciso di scrivere una lettera a Charles Dickens.

Charles Dickens (immagine via web)

Caro Charles Dickens,
ti scrivo questa lettera perché mi sono resa conto di quanto sia stata incisiva, per me, la tua narrativa quando ancora mi affacciavo al mondo dei libri e della lettura in generale.

Da poco ho letto Il circolo Pickwick ma quando ho provato a parlarne, mi è risultato difficile comprendere la tua vena umoristica. Sarà perché le sottigliezze comiche all’inglese non le ho mai trovate poi così divertenti ma questo non diminuisce la stima per le tue opere e il tuo intelletto.

Ti ho scoperto curiosando in uno dei numerosi armadi adibiti a libreria di mia nonna, insegnante di Lettere. Un mobile le cui ante erano in vetro con graziosi ghirigori ai lati, mi riesce difficile descriverlo perché è passato tanto tempo da quando l’ho visto l’ultima volta. Tuttavia, ho ancora il ricordo vivido del dorso del libro con il quale ti sei presentato. Fu come una calamita e l’immagine di un ragazzino sulla copertina mi fece supporre che fosse un bellissimo libro per bambini. Spinta dalla curiosità, ho così preso in prestito il tuo Oliver Twist del quale, purtroppo, non possiedo più la copia.

Solo ora mi rendo conto che non era un romanzo per bambini anche se Oliver, nel momento in cui lo conobbi, aveva la mia stessa età. Protetta dalle mura rassicuranti della mia cameretta, ho seguito con angoscia le avventure del tuo personaggio d’inchiostro temendo un destino simile se mai avessi perso la mia, di famiglia.

Che brutto e insensibile il mondo degli adulti ma, alla fine, tu hai saputo mostrarmi la via giusta e, sul finale, ancora mi par di ricordare il senso di sollievo che provai per l’orfanello su cui organizzasti l’intera storia. Dopo tante sofferenze, gli hai finalmente concesso di ottenere, a pieno diritto, un suo posto nella società e io sentivo che potevo salutarlo, certa che avrebbe avuto un futuro. Provai anche a farlo conoscere a una mia amica ma, purtroppo non le piacque. E io non potevo insistere e obbligarla ad ascoltarti.

Mi rincuora sapere che il tuo Oliver Twist ha creato una breccia nella società del tuo tempo e che essa si è mossa per promulgare la prima legge contro lo sfruttamento del lavoro minorile la tutela del fanciullo in Inghilterra.

Caro Dickens, se con Oscar Wilde ho scoperto la bellezza dell’arte e del libero pensiero, con i tuoi romanzi ho scoperto quanto la letteratura sia strumento potente per combattere o, almeno contenere, le disparità sociali che tuttora (purtroppo) persistono. Il tuo Oliver Twist è una storia scritta non per diletto ma per far riflettere, per dare il via al cambiamento ma è anche un piccolo barlume di speranza per chi lavora per costruire un mondo migliore. C’è ancora tanto, tantissimo lavoro da fare ma credo che basterebbe leggere questa tua opera per rimanere motivati. Per me rimarrà IL romanzo che scorsi dietro il vetro di un vecchio mobile. Metaforica finestra aperta sui meccanismi e sulle disparità sociali che tuttora, purtroppo, persistono.

Il circolo Pickwick e Canto di Natale di Charles Dickens

Avresti mai detto poi che il tuo Canto di Natale sarebbe stato il soggetto principale di mille mila versioni televisive e cinematografiche? L’ho letto volentieri anche se pure qui, alla vista dei fantasmi del passato, del presente e del futuro, mi sono un po’ spaventata. Con tutto il bene che ti voglio mi auguro però che i tuoi spettri non vengano mai a trovarmi, anche se a Natale mi sento un po’ Grinch, non vuol dire che sia disposta a perdermi tutte le cose che si è perso Scrooge.

A proposito, un tuo collega scrittore, disse questo di te:

“Quando Dickens descrive una cosa solo una volta, la si vede per tutta la vita”.

E chi sono io per contestare ciò che disse George Orwell?

Caro Dickens, grazie di essere esistito e grazie per aver versato su carta splendidi arabeschi d’inchiostro che tuttora si rivelano di impressionante attualità.

Con affetto,
una lettrice bambina

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