Tema libero

In bilico tra tempo connesso e tempo disconnesso

11 Dicembre 2015
In bilico tra tempo connesso e disconnesso, tra essere e fare

Un libro e un Curriculum Del Lettore sono più che sufficienti per rimanere in bilico tra tempo connesso e disconnesso, perdendo di vista la loro empirica suddivisione. Ci sono dei momenti in cui l’uno sembra prendere il sopravvento sull’altro. Si generano degli squilibri che determinano una brusca (e non sempre bella) battuta d’arresto sballando la percezione di sé e degli altri, non solo dei giorni della settimana.

Detta così sembra che voglia lanciarmi in una qualche dissertazione filosofica astrusa e complicata ma non preoccuparti. Puoi risparmiare la pastiglia per l’emicrania, è solo la rilettura di alcuni post ripresi per fare qualche piccolo approfondimento in più.

In bilico tra tempo connesso e disconnesso: libri da leggere

A correre tanto per cercar di rimanere al passo con i tempi e le rivoluzioni, si perde il sonno e questa non è una novità. Basta soffermarsi a guardare Il cotonificio Arkwright di notte dipinto da Joseph Wright of Derby, menzionato in 24/7 di Jonathan Crary per rendersene conto. Un’opera della fine del Settecento decisamente attuale e che si lega all’idea di evoluzione o involuzione dell’uomo moderno, avviato a distaccarsi sempre più dai cicli naturali diventando parte integrante del mondo delle macchine e delle moderne tecnologie. Tema affrontato anche ne L’amante di Lady Chatterley, peraltro.

Ciò che Crary spiega è quanto i cicli naturali e, con essi, la percezione del tempo, sia andata via via modificandosi provocando una scissione paurosa tra vita naturale (e quindi vera) e vita indotta e illusoria. Lo spazio e il tempo, infatti, sono quei fattori che ci permettono di misurare la nostra esistenza e il nostro essere vivi.

La velocità e la possibilità di poter fare mille cose contemporaneamente, nello spazio relativo che è la rete, fa credere di risparmiate tempo quando invece viene annullato, divorato dall’ansia del fare.

È come se con il web e le innovazioni tecnologiche l’Essere sia stato sostituito dal Fare. Malgrado l’esistenza di social e blog essi non sono reali, concreti come una catena montuosa o le strade di una città ma, in quanto abitati e gestiti da persone, si arriva al punto in cui vengono scambiati per spazi o stazioni di sosta. Punti fermi in perenne movimento ma, per quanto visibili in quantità, non li vedi in essenza. Sono il filtro di qualcos’altro. In quest’ottica, il presente diviene una condanna e vengono alterate le canoniche percezioni di spazio e tempo, si perde la bussola tra realtà e virtualità.

In bilico tra tempo connesso e disconnesso

Immagine via Pixabay

In bilico tra tempo connesso e disconnesso: aprire un blog per essere presenti o esistere online?

Con l’apertura di questo blog volevo dare un senso alla mia presenza on-line offrendo spunti di riflessione attraverso i libri e per esercitarmi nella scrittura. Sono passati tre anni da quando l’ho avviato ma già dopo 9 mesi, la lettura di 24/7 e la seconda parte del Curriculum Del Lettore di Alberto Pozzobon mi sono trovata in bilico tra tempo connesso e disconnesso.

Mi sono resa conto che, a stare sempre connessa, le varie fasi della giornata reale passano senza che accorgersene. I giorni, le settimane e i mesi volano e, quando ci si disconnette, ci si rende conto di come la percezione del tempo non sia più un cerchio all’interno del quale si alternano dinamicità e stasi ma qualcosa di più simile di una linea retta, senza fermate, senza riposo, senza il giusto periodo di sonno e torpore.

Non si salva nessuno. Nella mia ansia di rispettare un ideale calendario editoriale ho più volte avuto l’impressione di preferire il tempo connesso a quello disconnesso, perdendo di vista la personalità protetta e rigenerata nel secondo. Il 24/7 descritto da Crary è proprio questo, un campanello d’allarme su cosa vuol dire esistere nel mondo virtuale e di quanto si corra il rischio di perdere l’esistenza reale.

Siamo arrivati ad un punto di non ritorno e la questione non è tanto con quale spazio e tempo misurare le nostre esistenze ma se, in quello che alcuni chiamano cambiamento e altri transizione, ne siamo coscienti abbastanza per riequilibrare eventuali scompensi attraverso il sonno e la disconnessione.

Prima ti ho citato il Curriculum Del Lettore di Alberto, potrebbe non c’entrare nulla con il tema di oggi eppure, se vai a dargli un’occhiata, noterai che cita due autori molto particolari, Mauro Corona e Charles Bukowski.

Il primo parla della Natura e vive secondo i suoi ritmi, il secondo vomita tutte le miserie della strada e dell’uomo moderno, l’uomo “civilizzato” il quale, sradicato dai lenti cicli naturali, si affanna a rincorrere desideri e piaceri offerti da un mondo industrializzato, veloce, capitalista. Il primo vive nel tempo disconnesso, il secondo in quello connesso. La completezza sta nel mezzo dei due estremi.

Per non diventare fantasmi di noi stessi, quindi, meglio staccarsi un po’ dal tempo connesso.

Tu che ne pensi?

Photo Credits: Immagini via Pixabay

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