Il Curriculum del lettore continua a raccontar di persone attraverso i libri letti ma, su suggerimento di Sonia Bertinat, ho pensato di sperimentare una cosa diversa, raccontare il libro attraverso il lettore.
L’idea era in embrione già da un po’ perché, come avrai potuto notare, ci sono dei libri ricorrenti e dato che anche Sonia l’ha rilevato, perché non fare un tentativo e stilare una sorta di curriculum del libro dove raccogliere i vari punti di vista dei lettori?
Tra i tanti titoli ho pensato di cominciare con Piccole Donne. Vieni a leggere cosa ne pensano Bruna Athena, Alessia Pizzi, Antonella Albano e Anna LeRose?
Piccole Donne, il fascino indipendente di Jo March
C’è poco da girarci intorno, il personaggio che ha colpito i sogni e l’immaginario di bambine e fanciulle di tutto il mondo degli ultimi 147 anni (la prima pubblicazione di Piccole Donne di Louisa May Alcott risale al 1868) è Josephine “Jo” March.
Adoro Jo per due motivi; è uno spirito libero e desidera con tutte le sue forze diventare una scrittrice. Ha anche dei difetti. A volte si fa prendere dall’ira, un sentimento negativo giustamente dipinto come un demone interiore dalla quale pensa di non riuscire a liberarsi. Tuttavia il suo maggior pregio è la generosità e l’affetto profondo che prova per il nucleo familiare in cui vive e cresce. Tra le scene da me preferite è quando Jo si arrampica sugli alberi per sgranocchiare mele e leggere libri, chissà perché, ma mi ricorda qualcuno. (Almeno per quanto riguarda il gusto di salire su un albero e l’amore per lettura).
Piccole Donne, il pensiero delle partecipanti del #CurriculumDelLettore
Per Bruna Athena il fascino di Jo aumenta con il secondo volume della Alcott, Piccole Donne Crescono:
“E vabbé, diciamo che nel CV della lettrice i romanzi di Mary Louise Alcott è un po’ l’equivalente della voce “Lingua italiana: MADRELINGUA”. Con questo voglio dire che penso che la stragrande maggioranza di noi lettrici – lettori non so – c’è senza dubbio uno di questi due libri nei ricordi d’infanzia. Il mio preferito tra i due è indiscutibilmente Piccole donne crescono: attraverso questo romanzo ho capito di essere a mio modo ribelle, un “maschiaccio”. Già, tra le quattro sorelle March la mia preferita è sempre stata l’impetuosa Jo: poco incline ad assumere i consueti comportamenti femminili, non può staccarsi dai suoi libri e dalla scrittura, s’innamora di un filosofo tedesco, lo sposa e con lui forma una splendida famiglia. No comment ;)”
Ricorda che la donna nell’Ottocento non era propriamente considerata un essere pensante, per questo il personaggio di Jo è così carismatico e diviene una sorta di eroina per tutte le donne. Lei pensa, non è un grazioso soprammobile buono solo a generar figli e non ha paura di esprimere la sua curiosità, come dice Alessia Pizzi.
Jo è anche simbolo della scrittura al femminile. Anche le donne possono creare storie meravigliose e gli esempi tratti dai grandi classici non mancano. Lo sa bene Antonella Albano che, giustamente, si domanda se Piccole Donne non abbia in un qualche modo influenzato la sua scelta di intraprendere la carriera letteraria:
“D’accordo, ma quale libro, quali libri mi hanno davvero impressionato? È possibile che il fatto che io ora scriva non c’entri nulla con l’intrepida Jo March? Non credo proprio: c’entra, c’entra, anche se con uno scoppio ritardato di parecchi decenni”.
Ah, e non va dimenticata la frizzantissima Anna LeRose che, a costo di ripetersi, dice:
“Lo racconto spesso, il primo libro della mia vita è Piccole donne. Devo a quelle pagine l’insinuarsi inconsapevole della scrittura nella mia vita. Jo March è stato un personaggio fondamentale, illuminante e catartico. L’eroina combinaguai che ho sentito immediatamente vicina e la sorella che ho sempre desiderato essere per le mie, un punto fermo, un abbraccio ribelle eppure stabile. Poi è arrivato Piccole donne crescono, una storia dalla quale non riuscivo a staccarmi e che conclamava Jo come eroina umanista della mia piccola vita”.
Ti ho citato solo alcune delle lettrici che hanno amato questo romanzo al quale dedico questo #CurriculumDelLibro, perché non volevo rischiare di farti perdere in un dedalo di pagine dedicate ai libri più amati. Voglio procedere a piccoli passi e spero tanto che tu senta il desiderio di conoscere Jo ma anche la posata e dolce Meg, la vanitosa Amy e la sorella che più desideravo essere, Beth.
Sorpreso? Sia io, sia le lettrici che ti ho presentato adorano Jo e in lei si identificano. Mi piace pensare che, con il passare degli anni, siamo diventate proprio come la nostra eroina la quale, in uno degli adattamenti cinematografici di Piccole Donne, dice:
“Oh, ma io sono terribilmente imperfetta!”
Sono le imperfezioni che ci rendono unici e esserne consapevoli è l’unico modo per renderci persone forti, capaci di affrontare la vita con tutte le sue difficoltà. Tuttavia Beth è l’unico personaggio realmente perfetto, di una purezza commovente che molto spesso non viene citata non perché non piace ma perché lei non rappresenta la volontà di combattere per i propri sogni, lei è pura essenza della vita che, discreta come la musica, attraversa la materia per toccarti il cuore. Beth è la fragilità e la forza dell’anima racchiusa nella corazza indomita e coraggiosa di Jo.
Se Jo è azione e coraggio, Beth è il motore di tutte le qualità interiori ed esteriori di tutta la famiglia March. Non si vede, ma c’è e, non va dimenticata…
Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay
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