Tra i lettori non si finisce mai di nominare e venerare Ernest Hemingway.
Il suono del suo cognome è come un soffio di vento e quando mi trasportò, tredicenne, verso Il vecchio e il mare credevo che sarei stata subito catturata da quelle pagine. Lo so che ora proverai una stilettata al cuore ma rimasi delusa da questo romanzo e, trovandolo noioso, non lo conclusi.
Detto questo, ho deciso di dargli una seconda possibilità. Vediamo se riesco a recuperare la tua fiducia di lettore…
Rileggere Hemingway: ad ogni età va il suo libro
Credo che il fattore che maggiormente abbia influito sulla mia prima valutazione de Il vecchio e il mare sia stata proprio l’età che avevo quando mi sono avvicinata ad esso.Tredici anni sono pochini per affrontare le tematiche che scorrono in questo romanzo.
Non è una questione di intelligenza o di sensibilità del lettore, ma di esperienza. All’epoca io ero appena uscita da letture relativamente semplici come Zanna Bianca, Piccole Donne, Tom Sawyer, Oliver Twist. Romanzi che racchiudevano in sé una forte critica sociale ma che mi avevano affascinata per il riscatto che i personaggi principali riuscivano ad ottenere. Di essi ne avevo assimilato la componente favolistica e rimanevo saldamente ancorata all’idea del lieto fine. Malgrado le difficoltà, le persone d’inchiostro conosciute riuscivano ad ottenere un premio, un adeguato risarcimento per quanto erano stati costretti a subire e credevo che questo sarebbe avvenuto anche per l’anziano pescatore delineato da Ernest Hemingway.
Ne uscii sconfitta e avvilita e, quando riportai in biblioteca Il vecchio e il mare, mi sentii in colpa per non averlo apprezzato. Probabilmente non era tempo per questo libro. Era fuori dalla mia portata e, credimi, non era una lettura imposta ma fortemente voluta. Volevo capire ma, non avevo strumenti sufficienti per analizzare la storia restituita e non credo di averli nemmeno adesso.
Alla fine, mi sono limitata a rileggerlo cercando di mettere da parte i miei pregiudizi e mi sono segnata a parte le frasi che più hanno attratto la mia attenzione e che ho deciso di riportare in questo post, assieme alle mie (scarne) riflessioni personali.
Hemingway: seconda possibilità a Il vecchio e il mare
Le parole usate da Ernest Hemingway sono difficili perché ad ogni cosa e sensazione è dato un nome specifico, inscindibile dal contesto nella quale si colloca la storia. Non avendo dei punti di riferimento che mi facilitassero la lettura e nessuna associazione esperienziale da fare per comprenderne la metafora e la tensione narrativa, il messaggio non mi arrivava.
In più, questo romanzo sembra molto difficile da contemplare visivamente perché mostra sensazioni, pensieri ed emozioni. La prima cosa che si percepisce è la sfortuna del pescatore che da mesi non riesce a catturare nemmeno un pesce. Una maledizione che lo ammanta di solitudine ma che comunque non riesce a mantenere a distanza il suo giovane apprendista il quale, mantenendo saldo il rispetto e l’ammirazione per il suo anziano insegnante, non vuole abbandonarlo a sé stesso e cerca di aiutarlo come può. Un aiuto che l’anziano pescatore accetta con dignità perché:
“Era troppo semplice per chiedersi quando avesse raggiunto l’umiltà. Ma sapeva di averla raggiunta e sapeva che questo non era indecoroso e non comportava la perdita del vero orgoglio”.
Umiltà e orgoglio, solitamente, sono due concetti fra loro discordanti ma, in queste poche righe, diventano armoniche, facce di una stessa medaglia. Rappresentano le qualità interiori del protagonista e di quanto non sia ancora disposto alla resa. Sono state sufficienti queste due frasi a definire l’anima e la filosofia del vecchio e a convincermi a seguirlo in mare aperto mentre, solo, decide di affrontare la sfortuna che sembra essersi abbattuta su di lui.
Il vecchio e il mare è un primo piano sull’essere umano, sulla sua piccolezza e sull’immensità dello scenario nella quale si muove. L’essere piccoli non è un difetto ma un dato di fatto e il pescatore ne è cosciente. Sa che deve osservare di più e spingersi più in là per realizzare il suo obiettivo. Ad un certo punto ci riesce, un pesce abbocca ma non ne vuole sapere di salire in superficie e, per di più, lo allontana ulteriormente dalla terraferma.
Incomincia la lotta tra Uomo e Natura e la riflessione del primo sulla seconda. Si instaura una relazione emotiva e psicologica con qualcosa che non si vede ma del quale si sente la forza trascinante. Una forza che, se il pescatore vuole rinascere, deve domare.
“Mi piacerebbe vederlo. Mi piacerebbe vederlo un momento solo per sapere contro che cosa devo combattere”.
Spesso e volentieri ci troviamo a dover combattere contro noi stessi e con la paura di fallire ma qui c’è di più. Vi è anche la lotta per preservare e difendere ciò che si è conquistato a caro prezzo e, alla fine, non restano altro che i resti di un’illusione rincorsa, desiderata e difesa con disperata energia.
“Poi si volterà e lo inghiottirà, pensò. Non lo disse ad alta voce perché sapeva che a dirle, le cose belle, non succedono”.
Ho intitolato questo paragrafo come se fosse una seconda possibilità data a Il vecchio e il mare ma, alla fine, è stato questo romanzo a dare a me un’altra opportunità come lettrice, per fortuna. Sono trascorsi 18 anni dalla prima volta che l’ho letto e se già adesso sento di aver individuato sfumature che prima non potevo riconoscere, chissà cosa accadrà quando lo rileggerò tra altri 18 anni…
Autore: Ernest Hemingway
Titolo: Il vecchio e il mare
Titolo Originale: The Old Man and the Sea
Traduzione: Fernanda Pivano
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Collana: Classici Moderni
Pagine: 112
Anno di pubblicazione: Ristampa 2014
Prezzo di copertina: € 10
8 Comments
Molto bello come libro, forse l’unico libro che ho letto sia in italiano che in inglese.
Ti invidio, con l’inglese me la cavicchio ma non so se riuscirei a leggere un libro intero in questa lingua, per quanto globale possa essere. 😔
Ma guarda non sono un fenomeno (ma neanche al livello di Renzi) però si legge abbastanza bene anche in inglese.
Proverò! ☺
Son un fan di Hemingway. I suoi libri sono sempre delle autobiografie personale e hanno bisogno da parte del lettore di molta empatia. Non considero il vecchio e il mare il suo libro migliore, ma anche in questo romanzo breve la sua sincerità e il suo stoicismo come uomo più che come autore fanno sentire la sua influenza.
Ferruccio, sono d’accordo con te. Però, se devo essere sincera, mi piacque di più Addio alle armi. Ora che ho riletto Il vecchio e il mare non sono più tanto convinta di questa preferenza e sono indecisa se proseguire con i suoi racconti o provare con Fiesta. Ho un po’ di libri da recuperare. 🙂
Grazie mille Rita per aver dato una seconda possibilità a questo romanzo. Uno dei miei preferiti di Hemingway.
Lo lessi a 16-17 aa. e lo amai. Dovrei rileggerlo con la maturità dei 44.
Secondo me, con la tua sensibilità, riusciresti a capirlo molto più di quanto l’abbia capito io al momento. Mi è piaciuto rileggerlo però mi piacerebbe anche avere poi il tuo parere, Sonia. 🙂