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Pausa racconto: Lo scherzo migliore

27 Ottobre 2015
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Dato che siamo vicini ad Halloween, riesumare Lo scherzo migliore mi sembra una buona idea.

Ormai mi sono dimenticata quanto tempo è passato da quando ho buttato giù la prima bozza. Volevo creare qualcosa di strano, surreale. Forse non è uno dei miei racconti migliori ma perché lasciarlo chiuso nel cassetto? Spero ti piaccia, se poi hai qualche consiglio da darmi, ogni commento è bene accetto. Come sempre. 🙂

Pausa racconto: Lo scherzo migliore

Marco guardò l’orologio, l’una di notte. Sara gli aveva detto che sarebbe tornata entro le otto della sera prima.
Non era da lei questo ritardo, che cosa era successo?
Prese nuovamente il cellulare e tentò di chiamarla per l’ennesima volta…uno, due, tre, quattro, cinque, dieci squilli, ma nessuna risposta. Decise di uscire a cercarla.
Si inoltrò per strade sporche e puzzolenti e qualche gatto passava di qua e di là, in mezzo alla spazzatura, con la speranza di trovare qualcosa di succulento da mettere sotto i denti.

“Piuki bar!” mormorò Marco appena vi si trovò di fronte.

Era il bar dove Sara lavorava. Di solito lei staccava alle cinque del pomeriggio ma quella giornata era stata particolarmente intensa. Il suo datore di lavoro aveva dato una festa di compleanno per un suo caro amico e quindi lei si era dovuta trattenere per pulire tutto il macello causato dai numerosi ospiti, alquanto ubriachi e maleducati.
Marco entrò nel locale e cercò il padrone; quest’ultimo era, dal suo punto di vista, una persona ripugnante, antipatica e tiranna… Si era sempre chiesto perché mai la sua fidanzata si ostinasse a lavorare per lui e ogni volta che glielo domandava, lei rispondeva:

“Ci servono i soldi per la nostra luna di miele, tesoro!”

Stavano insieme da molto tempo ormai. Non avevano i soldi per permettersi il lusso di un viaggio, anche se entrambi lavoravano e non avevano nessuno da mantenere. Desideravano tanto poter vedere qualcosa di veramente bello invece della solita orrenda città in cui vivevano.

“Che cosa vuoi?” domandò il barista sgarbatamente, aveva l’aria stanca.
“Sara è qui?”
“No, se ne è andata un paio di ore fa con un uomo!”

Come un uomo? Chi poteva essere? E mentre si poneva col pensiero queste domande, notò che il barista stava aspettando che se ne andasse per poter chiudere il locale.

“Non potrebbe dirmi com’era fatto?” chiese Marco

“E che ne so, ero troppo impegnato a pulire il locale, comunque ho visto che l’ha fatta salire su una macchina di lusso, sportiva, tipo Ferrari. Era bianca con le strisce laterali nere…mai vista una macchina del genere! Secondo me quello non è ricco, di più!”
“Ti ha dato l’impressione che Sara lo conoscesse bene?”
“Certo! Appena l’ha visto Sara gli è saltata addosso e lo ha riempito di baci, se ne è andata via con lui senza finire di pulire il locale…se la vedi, dille che per questo è licenziata e che è meglio che si trovi un altro lavoro, perché io non faccio beneficenza a chi non finisce di fare il suo dovere! E se non ti dispiace, io adesso sto chiudendo e non mi va proprio di parlare della tua fidanzata che ti fa cornuto!” disse il barista facendolo uscire a forza dal suo locale.

Sconvolto, Marco passeggiò per ore per le strade avvolte nel buio della notte, non riusciva a credere che Sara l’avesse tradito e se ne fosse andata con un altro, senza neanche un biglietto, una telefonata.

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“Mi scusi signore, ma lei cosa fa in giro per strada a quest’ora della notte?” domandò un poliziotto che l’aveva fermato perché aveva fatto il giro dello stesso isolato per ben quattro volte mentre era assorto nei suoi pensieri.
“Passeggio!” rispose Marco
“A me non sembra!” ribatté il poliziotto
“Soffro d’insonnia!”
“Come no!”
“Ma cosa vuole da me?”
“Solo sapere perché se ne va in giro a quest’ora della notte da solo e senza un motivo apparente!”
“Sto cercando la mia ragazza!”
“In queste strade malfamate?”
“Non mi sono reso conto di dove ero arrivato, ero sovrappensiero.”
“Allora mi stai forse dando dello stupido?”
“Ma non intendevo questo!” esclamò Marco esasperato
“Adesso basta giovanotto! Venga con me!” e mentre stava dicendo queste cose, il poliziotto lo gettò a terra, lo ammanettò, lo portò subito in centrale e lo chiuse in cella.
“Ma signor agente, perché mi arrestate? Io non ho fatto niente!”

L’agente fece finta di non aver sentito e si allontanò.
Che schifo di giornata, la tua fidanzata se ne va con un altro e poi vieni arrestato perché te ne vai in giro senza meta di notte…ma che cavolo succede?
A mattina inoltrata, quando ormai il sole entrava prepotente nella cella riscaldandola in modo insopportabile, lo stesso poliziotto che lo aveva arrestato gli aprì la porta e gli disse:

“C’è stato un errore…mi dispiace…è libero!”

Sorpreso, Marco si diresse verso casa. Era confuso e non riusciva a capire che cosa stesse succedendo.
Arrivò a casa di corsa, per la paura che venisse arrestato di nuovo senza motivo, ma poi pensò che avrebbero potuto arrestarlo nuovamente per ché stava correndo e rallentò il passo.
Quando giunse di fronte all’enorme e tetro condominio dove abitava, prese le chiavi dalla tasca della giacca, salì le scale, percorse uno stretto corridoio poco illuminato…la seconda porta a sinistra era l’accesso al suo appartamento, l’aprì:

“SORPRESA!”

C’erano tutti, il barista, ben vestito, rasato e pettinato…ora sembrava una brava persona e non un delinquente ripugnante,il poliziotto, ma senza la divisa e con un bel sorriso stampato in faccia, un uomo alto, moro ed elegantissimo e infine la sua fidanzata, la più bella e sorridente di tutti.

Dietro questo gruppetto di persone, uno striscione enorme con la scritta, a caratteri cubitali:

“LO SCHERZO MIGLIORE!”
“Che cosa succede?” domandò Marco, ormai aveva smesso di cercare una logica plausibile che spiegasse gli avvenimenti di quella notte.
Sara si fece avanti e cominciò a spiegare:
“Circa un mese fa, ho visto un programma che indisse un concorso dove si doveva preparare uno scherzo al proprio compagno, amico o familiare e il migliore sarebbe stato premiato con una vacanza da sogno e una considerevole somma di denaro.
Io ho avuto l’idea e loro l’hanno messa in pratica e…abbiamo vinto!”
“Piacere, io sono il produttore e l’esecutore materiale dello scherzo!” disse il bell’uomo in abito elegante “Abbiamo filmato tutto e milioni di persone la stanno guardando!”

Il poliziotto si presentò:

“Piacere, Michele. Non sono un vero poliziotto, ma un attore…spero di non averle fatto troppo male prima, quando l’ho ammanettata!”
“No no, non si preoccupi!” rispose Marco che si sentiva un po’ stranito “Tesoro, che vacanza abbiamo vinto?”
“Un soggiorno in Grecia, vedrà, le piacerà!” rispose l’uomo elegante.
“E quanto abbiamo vinto?”
“Due milioni e mezzo di euro! Non è contento?”
“Direi che è fantastico!” rispose Marco abbozzando un sorriso.

Quando gli vennero consegnati i biglietti per il viaggio e l’assegno del premio, si accorse che sia l’uno che l’altro erano intestati solo a lui e non a Sara e chiese il motivo:

“Perché non viene premiata l’idea migliore per lo scherzo, ma la reazione della vittima!”
“Ah…quindi è una specie di risarcimento danni?”
“Esatto!”
“Allora amore, quando partiamo?” domandò Sara che cercava di vedere la data di partenza sui biglietti.
“Parto tra una settimana!”
“Perché parli solo per te?”
“Perché partirò e terrò i soldi solo io. Tu puoi anche arrangiarti!” e se ne andò.

Photo Credits: Immagine in evidenza via Pixabay

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