Non ricordo come mi sono imbattuta nei libri di Luisa Carrada ma, quel che è certo è che sono diventati un punto di riferimento importante e irrinunciabile quando ho cominciato a pensare che, forse, la mia discreta capacità di scrittura poteva diventare più di un semplice hobby.
Leggere Lavoro, dunque scrivo di Luisa Carrada
In ordine di pubblicazione e di formazione ci sarebbe prima Il mestiere di scrivere ma io, invece, ho cominciato con Lavoro, dunque scrivo, edito Zanichelli.
Con questo libro ho scoperto Luisa Carrada e mi si è aperto un universo sconfinato, legato al web writing nel particolare e alla scrittura in generale.
Essendo alle prime armi, l’approccio di lettura è stato molto studentesco. Con calma e, assicurandomi una notevole scorta di carta e penne colorate, ho appuntato a parte tutti gli insegnamenti tratti da questo manuale.
Sì, sono malata. Che senso ha schematizzare ulteriormente un testo praticamente perfetto, sia come stile di scrittura sia per come i segni grafici si distribuiscono lungo le pagine? Non molto, ma è stato più forte di me.
Mi piace anche il gesto della scrittura. Trascrivere ha una duplice valenza. Da una parte obbliga a concentrarsi maggiormente su ciò che si legge e, dall’altra, aiuta il processo mnemonico. Luisa Carrada ha dato un senso a questa mia mania con questa frase (che, naturalmente, mi sono appuntata):
“Scrivere è un continuo andare avanti e indietro lungo il testo, in cui lettura e scrittura non fanno altro che intrecciarsi. Scrivere fa venire in mente altre cose da scrivere! “
Passaggio che nasce dalla rielaborazione dell’autrice di un’altra affermazione celebre, quella del giornalista americano Donald Murray:
“Il processo della scrittura è la scoperta del significato attraverso il linguaggio”.
Come Riccardo Esposito, blogger del quale ho letto Keep Calm And Write e Fare blogging, Luisa Carrada fa abbondante uso di citazioni per approfondire un argomento e per fare in modo che il lettore assimili il concetto.
A questo si aggiunge anche la sua capacità straordinaria di rendere facili i temi più complessi e la sua incredibile generosità nel dispensare, a sua volta, schemi riassuntivi, consigli pratici per esercitarsi nel web writing fino a stilare una corposissima lista di libri e siti da leggere e da consultare.
Un’esperienza alla quale io attingo abbondantemente per cercare di migliorare, leggendo e scrivendo.
E io mi metto a far riassunti e schemi? O così oppure, disonore, mi piazzavo su Lavoro, dunque scrivo armata di matitina. Questo avrebbe potuto sgualcirlo. Non sia mai.
Con Il mestiere di scrivere mi sono fatta meno scrupoli
Detta così può sembrare un controsenso ma con Il mestiere di scrivere, edito Apogeo, non mi sono preoccupata tanto della sua cura. Non l’ho schematizzato e non ho trascritto interi passaggi tratti da esso ma l’ho sottolineato, evidenziato, glossato e, mentre leggevo questo testo, mi occupavo anche segnare i temi che sono stati poi approfonditi in Lavoro, dunque scrivo.
I due testi sono speculari l’uno all’altro ma, l’unica cosa che non mi ha convinta ne Il mestiere di scrivere, è l’impaginazione o la distribuzione del testo. L’autrice spiega spesso e volentieri che con l’avvento del web ognuno si trova, volente o nolente, a scrivere e nel farlo bisogna fare attenzione a non creare muri di testo perché appesantiscono la lettura.
Quindi, ben venga l’equilibrio tra spazi bianchi e caratteri tipografici, la suddivisione in piccoli blocchetti di testo e il sapiente uso di immagini esplicative. Tutti questi elementi, organizzati con criterio, concorrono a incentivare la lettura e a veicolare un’informazione. Il quadro generale diventa quindi visivamente più appetibile e facile da fruire perché:
“Prima si guarda, poi si legge”
Regole che si vedono tutte in Lavoro, dunque scrivo ma ne Il mestiere di scrivere il testo è disposto in modo più compatto, vicino ai tanto temuti muri di parole. Tuttavia, Luisa Carrada scrive in un modo talmente elegante e semplice che quasi non mi sono accorta di essere arrivata alle ultime pagine.
Forse sono troppo ambiziosa a sperare di raggiungere il livello di Luisa Carrada ma perché non provarci? I suoi consigli sono preziosi e io non voglio lasciarmeli scappare.
Tu hai letto questi libri? Questa volta non ti riporto i dati dei libri, è più facile andare direttamente sul suo sito, Il mestiere di scrivere. Però poi torna. Se no, con chi condivido i miei passi avanti (o indietro) nel mondo del web writing?
7 Comments
Ciao! La Carrada mi manca, ma dall’entusiasmo con cui ne parli credo proprio che mi ci accosterò anche io =)
La riflessione che hai fatto in apertura ci accomuna e quindi non posso che lasciarti con un sincero “in bocca al lupo” e con un controsuggerimento in merito ai libri sul web writing: “Seo Google” di Francesco De Nobili. Si tratta di un libro molto più orientato al marketing e agli strumenti del web che al contenuto, ma io l’ho trovato utilissimo. Spero di beccarti su Halfalaif!
Ciao, sì, è proprio il caso che dia un occhio anche al lato SEO dei contenuti. Grazie per il suggerimento. Che cos’è Halfalaif?
Ah, ma è il tuo blog. Complimenti, molto bello! 🙂
Cercherò di sicuro entrambi i libri, grazie per la segnalazione!
Di nulla, grazie a te per esserti soffermata su questo post. 😊
SoffermatO! 😅
Mannaggia, avevo scritto soffermatO ma poi… Ho letto Il blog di Genio Chiara e ho corretto al femminile.
Insomma, ho fatto LA figuraccia! 😂
Perdonami. 😅