Oggi posso finalmente parlare di American Gods, un romanzo di Neil Gaiman.
Da tempo affiorava sulla superficie delle storie che mi incuriosivano ma che, per un motivo o per l’altro, lasciavo prendere il largo. Fino a quando non si è incagliato a riva e io l’ho raccolto.
Leggere American Gods, un viaggio tra credenze e spiritualità
L’autore di American Gods, Neil Gaiman, non mi è propriamente ignoto. Di lui avevo letto L’oceano in fondo al sentiero sulla quale avevo redatto una piccola recensione su Diario di Pensieri Persi.
Già quella volta lo trovai affascinante per trama e intrecci narrativi che sfumavano in atmosfere magiche e misteriose, tra ciò che identifica la realtà fisica e ciò che è di pertinenza della realtà onirica.
Affascinata dal modo di scrivere del romanziere ho quindi cominciato a sfogliare le pagine che costituiscono American Gods (era da anni che dovevo farlo) ripensando a una citazione di Vine Deloria (Sioux) condivisa da Paola Chiesa, fondatrice e amministratrice del progetto #Adotta1blogger.
« La religione è per le persone che hanno paura di andare all’inferno. La spiritualità è per coloro che ci sono già stati».
È curioso come queste poche parole condivise su Facebook abbiano, in un certo senso, concluso anche la mia lettura della storia di Shadow, un uomo che si trova alle dipendenze di un dio norreno, Odino il quale lo guida in un mondo che vive a cavallo di antiche credenze e nuove informazioni:
«Siamo nell’era dell’informazione. Informazione e conoscenza: due valute che non sono mai andate fuori corso».
Al di là delle vicende strutturate in modo ermetico e avventuroso, il romanzo si concentra sul cosa accadrà agli dei portati dall’Europa sul suolo americano.
«Gli dei muoiono. E quando muoiono davvero nessuno li piange o li ricorda. È più difficile uccidere le idee, ma prima o poi si uccidono anche quelle».
Gli dei sono, giustamente, metafore, spiegazioni che gli uomini danno quando si trovano a dover affrontare l’invisibile, qualcosa che non possono razionalizzare e che fa parte del mondo delle percezioni e delle emozioni. Gli dei narrati da Neil Gaiman sono narrativa e riflessione sulla stessa:
«Isoliamo momenti di dolore come questi e rimaniamo sulla nostra isola dove non possono farci male più di tanto. Li chiudiamo nella loro conchiglia di madreperla e li lasciamo scivolare via dall’anima senza soffrire veramente.
La narrativa ci permette di entrare in altre menti, in altri luoghi, di guardare con altri occhi.
E poi nel racconto ci fermiamo, prima di morire, oppure un sostituto muore per noi, che restiamo in buona salute, e nel mondo di là della storia voltiamo pagina o chiudiamo il libro, tornando alla nostra esistenza.
Una vita come ogni vita è uguale e diversa da qualsiasi altra».
Come si fa ad aggiungere altre parole a quelle riportate in American Gods? Come vedi non ho fatto altro che trascrivere alcuni dei numerosi passaggi che non solo raccontano una storia che è incredibile ma che spiegano il senso stesso dell’intero romanzo, basato su vecchie e nuove credenze.
L’America, si sa, è un paese profondamente multietnico. Migranti provenienti da tutta Europa hanno portato con sé il loro retroterra culturale con tutte le impalcature mitiche e religiose che esso concerne. L’hanno portato, come dice Neil Gaiman, nel cuore, sede dove dimorano le creature e le potenze che fanno parte dell’invisibile. In questo modo il romanziere individua anche una scissione interiore e un rimescolamento collettivo su una terra che, per i nativi, non appartiene alla religione ma alle manifestazioni dello spirito e al credere nella loro esistenza.
«La gente crede. È così che fanno gli uomini. Credono. E poi non si prendono la responsabilità della propria fede; evocano le cose e non si fidano delle evocazioni.
Popolano le tenebre di spettri, dei, elettroni, storie.
La gente immagina e crede: ed è questa la fede, questa fede solida come roccia che fa accadere le cose».
Vedi? Ci sono cascata ancora! Non riesco proprio a dire qualcosa di significativo, capace di convincerti a leggere American Gods. In questo post mi sono limitata a trascrivere stralci tratti dal romanzo e a disporli in un ordine cronologico diverso da quello stabilito dall’autore. Non resta altro che cercarli tra le pagine della sua opera e adorare un libro che merita di non essere dimenticato.
Autore: Neil Gaiman
Titolo: American Gods
Traduzione: Katia Bagnoli
Casa Editrice: Oscar Mondadori
Collana: Piccola Biblioteca
Pagine: 522
Anno di pubblicazione: Aprile 2013, Ristampa 2015
Prezzo di copertina: € 11
2 Comments
Ho letto questo libro qualche anno fa e l’ho amato molto. Mi hai fatto venire voglia di rileggerlo! 🙂
Sono una lettrice che induce in tentazione altre lettrici. 😛
Veramente bello, sono contenta di aver finalmente avuto modo di acchiapparlo e togliermi una lacuna. 🙂