Buon giovedì con un altro post extra su Pordenone Legge 2015. Argomento? Come arrivare al libro attraverso le nuove tecnologie.
Ospiti dell’incontro il giornalista Sergio Frigo, il responsabile marketing della casa editrice Einaudi, Stefano Jugo e il direttore dell’Associazione Italiana Editori, Alfieri Lorenzon.
Vieni a leggere gli appunti presi nel corso del dibattito?
Pordenone Legge 2015, libro e e-book: un passo, ancora un passo, ancora un passo
Appena io e Elena ci siamo sedute, abbiamo temuto di aver sbagliato uno degli incontri scelti per esplorare un po’ Pordenone Legge. Sul proiettore alle spalle dei relatori che si stavano accomodando campeggiava l’immagine di Mario Rigoni Stern e una citazione tratta dai suoi libri:
“Un passo, ancora un passo, ancora un passo”.
Senza nulla togliere al senso profondo della frase dell’autore de Il sergente nella neve, per un momento sembrava che non fosse in tema con le moderne tecnologie.
Per fortuna il giornalista Sergio Frigo ha svelato l’arcano in quanto ideatore di un’app, scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone, che raccoglie opere, luoghi e pensieri dello scrittore di Asiago.
“Mario Rigoni Stern, col tempo, è diventato icona della montagna. Sapeva tutto, perché dietro ogni rilievo si può nascondere una trincea. Ogni arbusto, pianta e fiore sono stati concimati dal sangue dei soldati.
Questo traspare in tutte le sue opere che, per questa app, sono diventate la base per prendere coscienza del territorio”.
Il giornalista ha più volte ribadito che i luoghi narrati sono stati prontamente geolocalizzati:
“Per camminare sui suoi sentieri e provare le stesse emozioni. Tutto ha a che fare con l’andare e il ritornare e l’idea di questa app è quella di far camminare chi legge e far leggere chi cammina”.
In tutto i percorsi sono 25 e contribuiscono a far risaltare la letterarietà un territorio conserva. Personalmente, sono rimasta affascinata da questa idea e dai suoi obiettivi. Avrei voluto condividere l’app su tutti i social, ma non mi è riuscito. Pecca ammessa dal relatore ma che si impegna a risolvere perché:
“Digitale e cartaceo possono e debbono lavorare insieme”.
E non posso che sentirmi d’accordo con questa frase (l’app si può scaricare anche dal sito ufficiale).
Alla parte letteraria si è passati alla parte pratica, alle statistiche che, secondo Alfieri Lorenzon, fanno parte del lato più noioso del mondo editoriale.
Lorenzon ha dato all’uditorio informazioni e riflessioni valide e non mi è sembrato affatto noioso perché, dati alla mano, ha dimostrato che, in fondo, l’e-book non ha determinato l’aumento della lettura perché il mercato di riferimento è stato bloccato dalla crisi. Inoltre, malgrado il fatto che il libro digitale sia molto più economico non ha aumentato i lettori perché, fondamentalmente, si preferisce ancora il cartaceo.
“Si fa fatica a cambiare uno strumento tecnicamente perfetto”.
Questo, da come l’ho intesa io, non vuol dire che l’e-book non sia un’invenzione rivoluzionaria. Quello che si voleva sottolineare è che l’editoria si deve evolvere facendo in modo che la lettura stessa diventi promiscua perché.
“Chi usa i social è anche la persona che legge. La logica sta nello saper sfruttare in maniera intelligente gli strumenti che abbiamo”.
Due esempi significativi del buon uso delle moderne tecnologie sono le campagne lanciate perché l’IVA dell’e-book non superi il 4% e quella identificata con l’hashtag #leggoperché.
“Gli editori devono imparare a parlare meglio e ad accettare la diversità”.
Infine, a concludere l’incontro Come arrivare al libro attraverso le nuove tecnologie è stato il responsabile marketing dell’Einaudi Stefano Jugo il cui compito è comunicare i libri. Interessante anche il suo intervento perché ha parlato di rischi e opportunità del web ricordando che il prodotto in sé non è il libro ma le persone, gli utenti che ne parlano. Perché:
“La tecnologia è un flusso continuo”.
Temi complessi che vale la pena di approfondire e, per questo, potrebbe essere interessante leggere 24/7 di Jonathan Crary, da poco uscito nelle librerie ed edito Einaudi.
P.S. La cultura e la divulgazione della stessa sono un bene importante per l’identità e la crescita di un Paese ed è stato un po’ amaro riscontrare che, in Italia, sono poche le valide iniziative che spronino l’avvicinamento alla lettura come Pordenone Legge perché manca una politica istituzionale proveniente dallo Stato. Per questo l’editoria si muove sempre più verso la rete e reputa i blogger di settore importanti. Entrambi i ruoli debbono però mantenersi indipendenti e procedere, un passo alla volta, verso una conversazione con il lettore che sia quanto più possibile chiara, onesta e trasparente.
Tu che ne pensi?
5 Comments