Ultima raccolta della settimana e poi tornerò a parlar di libri, a formular riflessioni varie e a esercitarmi con la scrittura.
Martedì ho raccolto le mie Pausa Racconto mentre il mercoledì appena trascorso è stato interamente dedicato al Curriculum Del Lettore, con i suoi partecipanti di agosto.
Questo venerdì è l’occasione buona per ricordarti altri lavori narrativi creati da persone con le quali ho il piacere di confrontarmi spesso e volentieri. Ospitarli è stata un’esperienza fantastica, da continuare e approfondire. Intanto che mi preparo per una simile evenienza, vieni a leggere le Pause racconto dei miei ospiti?
Predominio assoluto nei panni del novellista di questo mese va a Francesco Ambrosino, fondatore di Socialmediacoso e anche grande conoscitore del linguaggio e dei prodotti provenienti da cinema e televisione. Per lui la scrittura è prima di tutto passione e come un film, anche una storia va sentita.
- È stato quando mi ha inviato I Want to Hold Your Hand che è sorta in me l’intenzione di creare una rubrica segnalata con la voce (forse banale, ma non me ne venivano in mente altre di innovative) Pausa racconto. Ecco l’incipit:
«Non dimenticherò mai la prima volta che le sfiorai le mani. Era inverno, e fuori c’era la neve, ma le sue mani erano calde. Pensai a quella stupida frase delle mani calde e del cuore freddo. Che stronzata».
Sempre di Francesco Ambrosino sono:
- Immobile, metafora della vita e delle illusioni che la compongono oltre che omaggio all’inaspettato:
«Io resto immobile. Per lavoro. Il mio lavoro consiste nel non muovermi. Mai. Rimango fermo, sul mio piedistallo, senza muovere un muscolo».
- e Un pugno di sabbia. Ispirato a una delle splendide canzoni dei Nomadi, rende molto bene l’idea del declino dell’estate e il ricordo di un’innocenza e un’ingenuità ormai lontana:
«Quando ero piccolo, avrò avuto più o meno dieci anni, d’estate amavo sedermi fuori al terrazzo e ascoltare un po’ di musica. Ricordo che usavo una radiolina con mangianastri di mio padre. Era grigia, rettangolare, con i pulsanti quadrati molto grandi».
Si parla sempre di ricordi ma l’autore cambia.
Per quanto adori le storie sopra riportate, ne volevo altre tratte da diverse penne e sensibilità e l’ultima, ma non per importanza, di questa piccola lista è Gabriella Parisi, fondatrice de Il diario delle Lizzies.
- Leggendo Profumo di famiglia mi è sembrato di essere trasportata nelle atmosfere tipiche dei classici ottocenteschi. Alla Jane Austen, per capirci:
«Finalmente la stanza si era liberata, ed era stata pulita, potevamo salire a rinfrescarci. Era la prima volta che mi recavo nella zona, ma avevo questa strana sensazione di sentirmi un po’ a casa: gli odori di quella stagione mi facevano ripensare a fragranze note, riposte in un angolino della mia memoria, pronte a balzar fuori alla prima vaga sollecitazione olfattiva».
Con questo racconto di Gabriella Parisi, concludo il post. Ti lascio il tempo di leggere queste poche, ma preziose, guest story riunite per una pausa racconto. Spero sinceramente che ti piacciano tanto quanto sono piaciute a me.
🙂
Photo Credits: Immagine in evidenza via Flickr.
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