Sono stata nuovamente nominata per il #SummerBookMusicTag di Una contraddizione ambulante.
Prima che l’estate finisca mi sento in dovere di accogliere nuovamente la nomina partita, questa volta, da Alessia Savi, blogger che mi ha abbondantemente anticipata associando alle letture scelte dei telefilm in linea con esse.
Il bello è che le serie tv segnalate da Alessia sono praticamente le stesse che avrei scelto io e mi sono trovata in difficoltà. Come proporre cinque nuove letture ricordando anche i registri narrativi utilizzati dal piccolo schermo? Rivolgendosi al grande schermo, alla settima arte.
Quante volte un romanzo ha ispirato un film di altrettanto successo? Più di quanto possa sembrare e così, questo venerdì provo a proporre cinque libri da leggere con i suoi cinque film da guardare.
Balla coi lupi di Michael Blake
La prima volta che ho visto Balla coi lupi, mi sono arrabbiata e ho pianto. La seconda volta, mi sono arrabbiata e ho pianto. Anche la terza, la quarta e la quinta volta non è cambiato nulla. L’intensità delle emozioni che provo ogni volta che guardo Balla coi lupi non accenna a diminuire ma diventa quasi più dolorosa perché i temi trattati da Michael Blake sono sempre attuali così come non si riesce a scrollarsi di dosso il senso di impotenza che si prova quando si prende coscienza del fatto che la cattiveria e l’ignoranza non muoiono mai ma si ripresentano, immancabilmente, in quella che dovrebbe essere la società civile. Tuttavia, un briciolo di speranza c’è, come dice la trama del libro:
«Questo è il romanzo – un best-seller negli Stati Uniti – da cui è stato tratto l’omonimo film di grande successo, diretto e interpretato da Kevin Costner. Avventuroso e romantico, epico e commovente, Balla coi lupi narra la storia di John Dunbar nel periodo delle sanguinose lotte tra i ‘bianchi’ e gli Indiani d’America: vittima di una serie di drammatiche circostanze, Dunbar, rimasto solo in un forte abbandonato con l’unica compagnia di un lupo, entra in contatto con una tribù di pellerossa e ne diventa amico, fino ad amarne la semplicità del modo di vivere, le usanze, le tradizioni.
Trasformatosi egli stesso in un comanche, seguirà il triste destino di un popolo destinato ad essere travolto dalla incontrollabile avanzata del nemico bianco. Oltre a rappresentare un vivace affresco dell’affascinante mondo dei pellerossa, il romanzo, nonostante il finale pessimistico, sembra volerci suggerire che la natura e la vita sono ancora disponibili a un’operazione di recupero e salvezza dei più profondi valori umani».
La mia Africa di Karen Blixen
Il tema è sempre quello dell’incontro tra culture diverse ma, questa volta, ci si sposta nelle misteriose e arcaiche terre africane e il ponte di congiunzione tra una società definita primitiva e la cosiddetta società civile avviene per mezzo di una donna, Karen Blixen. Questa non è una storia fittizia, ma un documento che mi ha portato a vedere anche la trasposizione cinematografica diretta da Sydney Pollack. I personaggi principali sono interpretati dai giovanissimi (e incredibilmente bravi) Meryl Streep e Robert Redford. Unica nota negativa delle due versioni è che nel film è stato messo l’accento più sulla storia d’amore tra uomo e donna che sulla relazione con l’ambiente inquadrato in La mia Africa la cui trama è:
«Vissuta fino al ’31 in una fattoria dentro una piantagione di caffè, sugli altipiani del Ngong, Karen Blixen ha descritto con una limpidezza senza pari il suo rapporto d’amore con un continente. Sovranamente digiuna di politica, ci ha dato il ritratto forse più bello dell’Africa, della sua natura, dei suoi colori, dei suoi abitanti. I Kikuyu che nulla può più stupire, i fieri e appassionati Somali del deserto, i Masai che guardano dalla loro riserva di prigionieri in cui sono condannati ad estinguersi, l’avanzata di una civiltà ‘che nel profondo del loro cuore odiano più di qualsiasi altra cosa al mondo’. Uomini, alberi, animali si compongono nelle pagine della Blixen in arabeschi, non evasivi, in una fitta trama di descrizioni e sensazioni che, oltre il loro valore documentario, rimandano alla saggezza favolosa di questa grande scrittrice, influenzando in modo determinante i contenuti della sua arte: ‘I bianchi cercano in tutti i modi di proteggersi dall’ignoto e dagli assalti del fato; l’indigeno, invece, considera il destino di un amico, perché è nelle sue mani da sempre; per lui, in un certo senso, è la sua casa, l’oscurità familiare della capanna, il solco profondo delle sue radici’».
Il miglio verde di Stephen King
Cambiamo genere e tema ma, sempre di incontro e apparente vittoria dell’ignoranza si parla con Il miglio verde di Stephen King. Anche in questo caso, sono partita dal libro che ho divorato in pochi giorni malgrado la sua consistenza. Purtroppo non ne ho una copia personale, mi era stato prestato da un’amica e ho dovuto restituirlo. Tuttavia merita di essere acquistato e letto, riletto e custodito come uno dei romanzi più belli che siano mai stati scritti. La stessa cosa vale anche per il film diretto da Frank Darabont ed è abbastanza aderente alla versione scritta, scambio di battute a parte. Non avendo il libro tra le mani, ti riporto la sinossi tratta da Amazon:
«Nel penitenziario di Cold Mountain, lungo lo stretto corridoio di celle noto come “Il Miglio verde”, i detenuti come lo psicopatico “Billy the Kid” Wharton o il demoniaco Eduard Delacroix aspettano di morire sulla sedia elettrica, sorvegliati a vista dalle guardie. Ma nessuno riesce a decifrare l’enigmatico sguardo di John Coffey, un nero gigantesco condannato a morte per aver violentato e ucciso due bambine. Coffey è un mostro dalle sembianze umane o un essere in qualche modo diverso da tutti gli altri?»
Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro
Anche qui, prima il libro poi il film. Quest’ultimo non potevo non guardarlo perché il personaggio centrale della narrazione è stato interpretato da un altro attore con i fiocchi e i controfiocchi, Anthony Hopkins e il fascino di Quel che resta del giorno sta nella mirabile descrizione che Kazuo Ishiguro fa delle convenzioni inglesi. Ecco la trama:
«La prima settimana di libertà dell’irreprensibile maggiordomo inglese Stevens diventa occasione per ripensare la propria vita spesa al servizio di un gentiluomo moralmente discutibile. Stevens ha attraversato l’esistenza spinto da un unico ideale: quello di rispettare una certa tradizione e di difenderla a dispetto degli altri e del tempo. Ma il viaggio in automobile verso la Cornovaglia lo costringe ben presto a rivedere il suo passato, così tra dubbi e ricordi dolorosi egli si accorge di aver vissuto come un soldato nell’adempimento di un dovere astratto senza mai riuscire ad essere se stesso. Si può cambiare improvvisamente vita e ricominciare da capo?»
Ragione e sentimento di Jane Austen
Anche per l’ultimo libro e film, rimaniamo in terre britanniche. Con Jane Austen e il suo Ragione e sentimento si va sul sicuro. In questo caso, prima di leggere il romanzo in questione vidi la trasposizione cinematografica diretta da Ang Lee e che ha, come interpreti principali, Kate Winslet, Emma Thompson e Alan Rickman (meglio noto per gli appassionati di Harry Potter come Severus Piton).
Nella raccolta che ti ho sottoposto non c’è solo Ragione e sentimento ma altri cinque romanzi della grande scrittrice inglese sulla quale non credo che serva aggiungere molto. Jane Austen e le sue opere non sono solo una piacevole lettura e visione ma un vero e proprio motivo di studio e riflessione. In questo caso, il Summer BookMusicTag si allunga per scivolare nei tenui e affascinanti colori autunnali. In compagnia di una tazza di the.
Ebbene, sono giunta alla fine di questo secondo post dedicato alle letture estive. Non saprei quale canzone consigliarti e ti lascio quindi il trailer che ho trovato su Balla coi lupi e, no, non commuoverti che ti si appanna la vista penalizzando visione e lettura… Cosa fanno questi goccioloni sulla tastiera? Ah sì, un moscerino nell’occhio.
Dunque, devo nominare altri cinque blogger da far partecipare al Summer BookMusicTag di Una contraddizione ambulante. Ho scelto:
Stefania Massari di Scrivere al femminile
Gabriella Parisi de Il diario delle Lizzies
Annarita Fagioni de Il piacere di scrivere
Sarah Maria la quale, in SarahMaria76 si definisce una scrittrice da strada molto promettente e che mi ha proposto un tag molto curioso, sulla quale ci lavorerò prossimamente e, infine,
Federica Colatoni di Cultora.
Senza obbligo e senza impegno. Ringrazio Alessia Savi per avermi nominata e Una contraddizione ambulante per l’iniziativa. È stato bello scrivere questo lungo post, ho rivissuto emozioni fortissime.
Photo Credits: immagine in evidenza via Pixabay, per il libro Il miglio verde ho scelto un’immagine reperita sul web.
6 Comments
Ammetto un paio di cosette: MAI visto né letti La mia Africa e Il miglio verde; in compenso, Balla con i lupi è uno dei miei preferiti che…non riguardo: troppo doloroso.
Balla coi lupi è uno dei pochi film che riesco a sostenere emotivamente. Ma confesso che anch’io ho dei film che fanno troppo male per tornare a guardarli (La vita è bella, SchindlerList e One Million Dollar Baby). Per La mia Africa e Il miglio verde, recupera appena puoi (prima i libri però) 🙂
P.S. Spero di aver scritto giusti i titoli.
La mia Africa ce l’ho in e-book mi pare 😃
Io cartaceo Feltrinelli e Dvd.
Presto mi tornerò a buttare su entrambi! 😄
De “Il miglio verde” ho amato moltissimo il film, mentre non sono riuscita a concludere il romanzo. Di “Quel che resta del giorno” non ho letto il romanzo (non sapevo nemmeno che fosse di Ishiguro!) ma ho visto il film recentemente. Di Kazuo Ishiguro ti consiglio “Non lasciarmi”. Bellissimo e struggente, un romanzo indimenticabile. Eccellente anche la pellicola, merita parecchio. Visto che hai trovato la tua (settima) dimensione per il BookMusicTag? (^^)
Veramente? Io Il miglio verde l’ho divorato e, anche se il film è fatto bene, mi hanno dato fastidio alcune imprecisioni. Tipo lo scambio di battute.
Mi segno libro e film di Ishiguro.
Sì, ci sono entrata dentro in scivolata, come Indiana Jones 😂.