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Aperitivo lungo tra lettrici: destinazione libri

13 Luglio 2015
Aperitivo lungo tra lettrici: destinazione libri

Sono arrivata a lunedì e non ho alcun libro particolare di cui vorrei parlarti o meglio, ne ho diversi per la testa però, più passa il tempo e più mi rendo conto di quanto sia impegnativo parlar di libri.

Alla lettura, azione principalmente solitaria, si affiancano altri interessi e il bisogno di uscire dalla vita cartacea e online per tornare in quella reale.

È lunedì, oggi vorrei raccontarti di che cosa, a grandi linee, ho parlato con Elena, una mia cara amica (divoratrice di libri e serie tv).

Passeggiando per le vie di Udine e tra gli scaffali della Feltrinelli, per assicurarci una copia di Florence, abbiamo perso la cognizione del tempo toccando un’ampia gamma di argomenti.

Faccio il punto della situazione perché sento che questo aperitivo lungo tra lettrici ha gettato le basi per altri post futuri garantendomi di allungare la vita e la crescita di questo mio piccolo blog.

Udine-aperitivo-lettrici

Per cominciare, un aperitivo tra lettrici a Udine

Io e Elena abbiamo stabilito di incontrarci in un bar del centro di Udine.
Un gingerino con prosecco per lei e uno spritz aperol per me hanno accompagnato i primi argomenti della giornata, True Detective 2 e Cinquanta sfumature. Abbiamo parlato anche di Game of Thrones e Black Sails, ma se dovessi scriverti tutto tutto getterei troppa carne al fuoco e forse rischierei di annoiarti.

Ci siamo trovate in disaccordo sulla terza puntata di True Detective, Maybe Tomorrow. Io l’ho trovata un po’ piatta, forse perché ancora affascinata dalla prima stagione la cui trama aveva un fascino mistico, simbolico. Elena invece mi ha aperto gli occhi ricordandomi che ogni stagione è a sé. Frank Semyon, interpretato da Vince Vaugh, è per lei l’esatta rappresentazione dell’uomo senz’anima e tutti i personaggi si muovono in un contesto noir perfettamente orchestrato.
Ancorata come sono alla prima stagione di True Detective, la visione della mia interlocutrice mi ha permesso di entrare nella giusta prospettiva e, riflettendoci sopra, mi sono ricordata un libro molto affascinante, del genere da lei citato, di Jean-Claude Izzo, Casino totale. In seguito mi sono domandata:

Perché si tende all’oscurità e si cerca di mantenere in piedi un mondo di illusioni tramite complicati e macchinosi giochi di potere, corruzioni e quant’altro? Perché la massima ribellione da un mondo percepito come una gabbia senza via d’uscita ha, come trasgressione massima, libri come la trilogia (addirittura) di Cinquanta sfumature?
Condivido il pensiero delle recensioni redatte da Elena e, se hai tempo e voglia, ti consiglio di leggerne la non-recensione di Cinquanta sfumature di nero. È decisamente spassosa.

Tuttavia, è innegabile che, anche se i libri di E.L.James sono considerati negativamente da lettrici voraci e onnivore come noi, sorgono comunque dei dubbi. Come fare a spiegare che la lettura non è solo svago o riflessione, ma anche semplicità, trasparenza? Può sembrare una contraddizione in termini la mia ma:

La lettura rende la vita più semplice pur vivendola a tutti i livelli e da ogni lato della barricata. Dalla parte del male, del bene, del genio o dell’ignoranza.

Quando si esce dai libri la vita appare più semplice perché è come se la si riuscisse a leggere e le meschinerie altrui diventano nient’altro che trucchi, espedienti letterari per ottenere chissà quale riconoscimento o una fama che verrà irrimediabilmente perduta. Come le scelte impopolari del sindaco di Venezia e le trite e banali argomentazioni di chi ha indetto il Family Day, da poco trascorso e sul quale non è mia intenzione lanciare un qualsiasi tipo di polemica.

Se da una parte si hanno serie televisive con registri narrativi e temi affascinanti e non scontati e dall’altra libri di dubbio livello stilistico e povero di contenuti sui quali riflettere, perché hanno entrambi il medesimo successo? Quali sono le necessità che portano telespettatori e lettori a fruire di uno o dell’altro prodotto? Visive o cartacee che siano, sono storie e, anche se i gusti personali sono soggettivi, ci si domanda se vi sia una falla culturale e se c’è un modo per comprenderla. Domande alle quali non saprei dare risposta, ma che ci tengo a non dimenticare. Sia mai che si trovi una risposta.

Florence-Stefania-Auci-Baldini-Castoldi

Preferisco parlar di libri ma per farlo, ci si deve rifornire in libreria

Così, dato che non vi è soluzione ai mali del mondo io e Elena abbiamo preferito perderci tra gli scaffali della Feltrinelli e acquistare il frutto del lavoro di Stefania Auci e edito dalla Baldini & Castoldi, Florence.
Non so se te la ricordi, ma la citai, forse troppo brevemente, nel commento che feci all’antologia Diari dal sottosuolo.
Stefania è una persona che mi ispira da tempo parecchia simpatia, per questo vorrei poterla conoscere anche nella vita reale. Chissà cosa ordinerebbe come aperitivo. Mi sono dimenticata di chiederlo a Elena.

Non vedo l’ora di leggere Florence perché la mia interlocutrice mi ha raccontato quanto sia stata dura, per l’autrice, renderlo un prodotto finito.

C’è chi scrive per ottenere gloria e chi invece lo fa per passione, per continuare a leggere obiettivamente la realtà, per educare se stessi all’arte e non per fare raccolta di complimenti che, come gli insulti, sono effimeri e lasciano il tempo che trovano.

Quello che conta è lasciare un pezzetto di sé attraverso qualcosa, come ha fatto Stefania Auci.
Per questo gli amici (sinceri) si sostengono a vicenda, per far sì che rimanga qualcosa di più duraturo. E poi Firenze è una città che mi è rimasta nel cuore e sono molto curiosa di immergermi in quelle pagine ispirate alla culla del Rinascimento.

Tuttavia non ho resistito, ho acquistato altri due libri anche se la mia lista di letture è spaventosamente lunga come le pagine di Madame Butterfly illustrate da Benjamin Lacombe. Ho trovato anche quello, alla Feltrinelli, ma dato il prezzo, ho pensato che forse era meglio non esagerare con lo shopping (ma tanto ho puntato anche quello).

La voce della commessa che avvisava dell’orario di chiusura ha ridestato me e Elena dal nostro sognante vagare. Anime in pena per aver visto tanti titoli interessanti che, per il momento, non potevamo portare con noi. Malgrado fossimo soddisfatte dei nostri acquisti, non lo eravamo di chiacchiere e ci siamo trovate a parlare di blog e scrittura.

Come sai, spesso pubblico su questo blog alcuni racconti, miei e altrui. Tuttavia vorrei ampliare la mia “collezione” e Elena mi ha dato qualche nome che contatterò al più presto.

Sperando che ai novellisti a cui sto pensando faccia piacere condividere in questo piccolo spazio web il prodotto della loro fantasia (e di ore di revisione, riscrittura e passione) e che faccia piacere anche a te leggerli.

L’aperitivo si è concluso alle 10:30 passate (ci siamo incontrate alle 17:30).
Tante cose sono state dette ma, per oggi, mi tocca salutarti.
Ti lascio però una piccola galleria delle foto che ho fatto quel giorno e… ci leggiamo mercoledì!

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