Venerdì e tema libero. Oggi ho voglia di rilassarmi un po’ con delle libere associazioni tra blogger, libri e bevande.
L’idea di questo post è nata da una conversazione scaturita dalla condivisione di un post molto interessante di Federica Gallo. Questa blogger è davvero un’ottima fonte di ispirazione, a lei va il merito del mio articolino intitolato Da #scrivilosuunfoglio a #bloggoscritture, gli hashtag del lettore curioso.
Bevande, libri e scrittura: il blogger è come…
Il post scritto da Federica Gallo e che ti ho accennato nelle prime righe si intitola I tre stili di scrittura sul web: the, zucchero e caffè. Mi ha colpito così tanto che l’ho condiviso nel gruppo #adotta1blogger e, per scherzo, ho proposto un sondaggio nella quale ognuno doveva scegliere a quale stile corrispondeva. Ne è nato un fiume di riferimenti non solo legati alle bevande (dal the al caffè si è passati immancabilmente all’alcool) ma anche alla letteratura e a determinati autori. Per questo ti propongo un altro mini elenco che ho intitolato blogger come…
- La più attiva nella conversazione è stata Mirna Pioli. Si dipinge come una commercialista appassionata e, sottolineando il fatto che io e i numeri non andiamo d’accordo, l’adoro. Mirna ha un modo di porsi allegro e colorato, ha una cultura incredibile per quanto riguarda la moda e i vini pregiati. È frizzante, come la Coca Cola, ma ha un suo stile e un gusto raffinato. Per questo a me sorge naturale associare le sue maniere e il suo stile di scrittura allo Champagne e, se dovessi assegnarle un libro, sarebbe perfetta per Coco Chanel. Un profumo di mistero di Isabelle Fiemeyer, edito Castelvecchi. Malgrado io non sia una persona molto attenta alle mode (vado in panico anche per fare degli abbinamenti di colore) sono molto affascinata da quelle che si dimostrano concrete e leggere allo stesso tempo, come Mirna. D’altronde, Chanel diceva:
«Le mode passano, lo stile resta».
- I cibi, le bevande, la moda hanno a che fare anche con le immagini e, di conseguenza con il web design. Altra arte e professione nella quale sono poco avvezza (Ho avuto la sfortuna di conseguire un diploma in Grafica Pubblicitaria e Fotografia quando si progettava ancora con carta e penna). In questo campo non ho potuto fare a meno di pensare a Simone Bennati. Sono incappata in questo blogger per caso, tra i suoi post più fighi La visibilità sui social: questione di visibilità e di attesa e Come e perché il lettore passivo uccide il blogger. I più fighi…vabbé, tutti i suoi post lo sono. Si pone in modo diretto e a volte è un po’ irriverente, per chi è permaloso è meglio non averci a che fare (e io tendo ad avere questo difettuccio). È come una birra ghiacciata in una giornata d’estate, ma non di quelle da supermercato eh? Francesco Ambrosino lo considera un raffinato e quindi Bennati potrebbe scomodarsi con una Guinnes o una birra belga doppio malto. Se dovesse essere un autore, secondo me sarebbe Charles Bukowski. In particolare, sarebbe più meno l’equivalente di Compagno di sbronze. Una raccolta di racconti non adatti a un pubblico impressionabile. Credo di aver azzeccato l’associazione perché da poco Simone ha pubblicato sul suo profilo Facebook la seguente citazione:
«Ero attratto da tutte le cose sbagliate: mi piaceva bere, ero pigro, senza Dio, senza idee politiche, senza ideali. Vivevo nel nulla; la mia era una non esistenza e a me andava bene così. Tutto questo non faceva certo di me un personaggio interessante, era troppo faticoso. Quello che volevo veramente ero uno spazio facile, indefinito dove vivere tranquillo. Volevo essere lasciato in pace. Non me ne fregava niente». Cit. Charles Bukowski
- A Francesco Mercadante avevo attribuito il the. Insomma, studia e parla di linguaggio applicata alla psicologia. Più tecnico e specifico di così non si può. Tuttavia Mercadante si vede, parole testuali, più affine a un vino di trattoria, casereccio, alto grado e invecchiato. In questo caso però non mi è venuto in mente un libro specifico, ma una canzone. L’avvelenata di Guccini. Un libro, a Mercadante, glielo voglio associare, arduo compito. In più di un’occasione ho avuto modo di appurare che è un grande estimatore di Thomas Mann però lo vedo bene anche nei panni de L’isola del tesoro di Robert Louis Stevenson:
«Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho! E una bottiglia di rum! Il vino e il diavolo hanno fatto il resto, yo-ho-ho! E una bottiglia di rum».
- Ci sono diverse qualità di vino e uno è particolarmente adatto da abbinare con biscotti. Cantucci e Vin santo vanno a Matteo Pogliani, anch’esso citato nel mio post di venerdì scorso. Con questo blogger continuo a tenermi sul classico e, dato che è un toscano che ha stretto amicizia con un napoletano gli affido Dante Alighieri. Assegnargli la Divina Commedia mi sembra un po’ troppo scontato, chissà se apprezzerà il De Vulgari Eloquentia. Perché è a questo trattato che ho pensato quando ho letto Dialogo semiserio tra due socialmediacosi, in italiano volgare.
Altri interventi e associazioni sono stati fatti in uno dei piccoli esempi di conversazione che, spontanei, scaturiscono all’interno del gruppo di #adotta1blogger.
Il problema è che in esso gravitano 400 bloggers, tutti originali e con una loro personalità ben definita. Comporre un post nella quale eseguire 800 (se ho fatto bene i conti) associazioni diverse tra cibi e bevande diverse sarebbe stato un po’ impegnativo per le mie capacità.
E io? Secondo i commenti al post che ha creato questo contenuto sarei tutta zucchero ma non ne sono molto convinta. Forse sono limonata che, peraltro, non mi piace tantissimo, anche se è una bevanda molto dissetante e ricca di vitamine. (E il fiore del limone è molto carino). Non saprei nemmeno associarmi a un libro specifico perché ce ne sono tanti che ho amato e tanti da scoprire. In fondo, non si finisce mai di conoscere sé stessi e gli altri.
P.S: Manca Francesco Ambrosino. Il signor socialmediacoso è senza dubbio un caffè anche se ha cercato di accaparrarsi il Martini pubblicizzato, anni fa, da Charlize Theron. Purtroppo gli ho portato via Bukowski ma in fondo gli veste bene anche Il giovane Holden di J.D. Salinger perché:
«[…] vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira».
E tu? Che libro e bevanda sei? Ti lascio una piccola galleria con le copertine di alcuni libri che ho citato. Purtroppo non avevo sotto mano il libro di Stevenson, l’ho lasciato nella mia casa natale ma andrò presto a riprenderlo per rileggerlo. 🙂
Photo Credits: via Pixabay.
2 Comments
Mi hai ricordato questo. Sembra fatto apposta…
https://twitter.com/bennaker/status/518463584645701632
🙂
Grande! 😀