Tra i libri consigliatimi, che dire del romanzo di James Jones, Da qui all’eternità? Tante cose e sviscerarle in una volta sola è un’impresa.
Si fa prima a leggerlo, ma io voglio comunque fare un tentativo.
Leggere Da qui all’eternità di James Jones: vita e amore nell’esercito
Ti avviso, le prime 30/40 pagine sono difficili, pesanti, dure come la vita militare nella quale il lettore si trova catapultato. Centro di tutta la narrazione è l’esercito in quanto insieme di meccanismi che stritolano e cercano di annullare gli individui che ne fanno parte.
All’inizio Da qui all’eternità non mi convinceva, poi è scattato qualcosa. La mia mano ha cercato carta e penna e ha riempito fogli su fogli appuntando stralci di dialogo, scene di vita militare e verità universali.
«La vita, con l’andare del tempo, deflora qualsiasi verginità, anche solo disseccandola: non importa che il proprietario voglia tenersela».
Questa citazione la assocerei anche al lettore e alle vite vissute grazie alle storie con le quali entra in contatto. La mia paura più grande è l’inaridimento, in qualsiasi campo e, la stessa cosa, vale anche per Prew, pugile brillante e trombettiere per vocazione. Rinuncia all’amore per amore, egli è un pazzo e un buon soldato perché, dopo tanto vagare, ha trovato nell’esercito un porto sicuro. Ama questa rigida struttura sociale, con tutte le sue miserie e le sue contraddizioni che, peraltro, la sua sensibilità non può fare a meno di rilevare. Prew vede oltre le apparenze, riesce a toccare l’anima delle persone, anche quella della prostituta Lorene. Quest’ultima non si nasconde dietro a falsi moralismi, ha scelto questa via con l’obiettivo di raggiungere l’esatto opposto, la rispettabilità di una donna coniugata.
Alla storia di Prew e Lorene si affianca quella, altrettanto intensa e travolgente, del sergente maggiore Warden e della moglie del capitano Holmes, Karen. Il primo si trincera dietro una logica stringente che però non gli impedisce di innamorarsi di questa donna disperata che grida la sua rabbia e denuncia la mancanza di amore nella sua vita:
«L’uva squarciata e il seme strappato, appassito prima di essere mai giunto a frutto».
Leggere Da qui all’eternità: le varie facce dell’umanità
La struttura narrativa imbastita da James Jones in Da qui all’eternità non tocca solo la tematica amorosa e la ricerca del senso della vita attraverso il rapporto che si instaura tra sesso forte e sesso debole (e su quali basi avviene quest’ultima distinzione) ma fa conoscere al lettore Angelo Maggio, Bloom l’ebreo e il credo di Malloy, il capitano Holmes e il generale Sam Slater, l’aviatore Slade, il soldato pellerossa Capo Choate e tanti altri ancora.
Il quadro descritto dall’autore, guidato dall’esperienza diretta, è profondamente vero e terribilmente attuale, in certi punti difficile da digerire. Il processo di identificazione e di empatia nel quale sono stata coinvolta nella lettura di questo romanzo mi ha portato a desiderare un risvolto diverso delle vicende narrate. Sotto certi aspetti, avrei voluto riscriverlo, per riassumere il controllo delle mie emozioni.
Avrei voluto prendere a calci, o almeno tirare una riga sopra, alla figura del capitano Holmes, invaghitosi del grado e della teoria del generale Sam Slater:
«Gli eserciti moderni, come ogni altro marchio di fabbrica, si devono controllare e governare con la paura».
Volevo tenermi con me Angelo Maggio, la sua simpatia e la sua tensione verso la libertà. Dipinto come fisicamente piccolo e fragile è un personaggio che però possiede una forza indistruttibile, di quella che nasce e cresce quando ci si stufa di aver paura. Un soldato che ha fatto ciò che, secondo Prew, forse sarebbe meglio non fare:
«Forse c’erano cose che gli uomini non dovevano guardare dentro se stessi, proprio come ci sono cose nel più profondo abisso marino di cui è meglio che gli uomini non vengano a conoscenza».
Avrei voluto trattenere tante cose, ma non ci sono riuscita e mi sono limitata a sentirle. Ho smesso di appuntarmi tutto quello che mi colpiva come un fulmine a ciel sereno e, quando dovevo staccarmi dalle pagine di James Jones, mangiavo e dormivo inquieta perché non volevo abbandonare quei personaggi, volevo sapere se avevano trovato risposta alle domande che tutti, una volta nella vita, si pongono e che fungono da motore, danno un senso a ciò che siamo.
All’inizio, Da qui all’eternità non mi convinceva ma verso la fine ho indugiato, ho avuto paura di non reggere all’abbandono. Questo romanzo racchiude una storia dal valore inesprimibile perché è veramente un canto che celebra le persone che vivono nell’ombra e delle quali, spesso e volentieri, ci si dimentica di ascoltare:
«Gli scrivani, i re, i pensatori: tutti loro parlavano, e con quel parlare governavano il mondo. I camionisti, i costruttori di piramidi, gli uomini in servizio normale; coloro che non potevano parlare costruivano il mondo con il proprio silenzio, in modo che i parlatori potessero parlare di come governarlo, il mondo e chi lo aveva costruito. E quando lo avevano distrutto con il loro parlare, il camionista e l’uomo in servizio normale lo ricostruivano da capo, solo perché erano alla ricerca di un qualche modo per parlare».
Cosa potrei dire in più, non lo so. Posso solo sperare che tu decida di prendere in mano Da qui all’eternità e cercare di unire i punti, gli indizi che ti ho fornito con le mie sensazioni, riportando alcuni dei passi sui quali, nella mia solitudine da lettrice, mi sono soffermata.
A proposito, vorrei segnalarti una recensione molto bella e ben fatta redatta da Elena Bigoni. Quest’ultima è la mia consigliera di libri, la persona che mi ha stimolata ad aprire questo blog e una persona che spero di poter, in un qualche modo, ospitare in questo spazio. Perché è speciale e le devo più di quanto lei stessa crede.
Autore: James Jones
Titolo: Da qui all’eternità
Titolo Originale: From Here to Eternity
Traduzione: Enrico Febbo
Casa Editrice: Neri Pozza – SuperBeat
Pagine: 1038
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo di copertina: € 16.50
Phot Credits: immagine in evidenzia via pixabay.com
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