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Peter Pan di Barrie: volare verso l’isola che non c’è

13 Aprile 2015
Peter Pan di Barrie: volare verso l'isola che non c'è

Questa settimana ho deciso di dedicarmi a due libri da me amati particolarmente, Peter Pan di James Matthew Barrie, per gli amici solo Barrie (perdonatemi la battuta) e Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson.

Li ho letti, straletti e riletti. Onorati, amati e fantasticati sono i classici che non dovrebbero mai mancare in una libreria di tutto rispetto. Peter e Alice sono i personaggi immaginari più reali e meravigliosi che si possano incontrare nella vita.

Andiamo per ordine, ho deciso di cominciare con Peter Pan e quindi via, verso l’isola che non c’è.

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Peter Pan di Barrie: trama e ricerca dell’ombra

Per la verità, Peter Pan non l’ho letto ma l’ho visto in uno degli infiniti adattamenti cinematografici, televisivi e teatrali che a lui si sono ispirati.

Cosa mi ha colpito di più nel fanciullo volante di verde vestito? Potrei cominciare con la vivace Campanellino, la fatina capace di provare un solo sentimento alla volta e dispensatrice di polvere magica, per volare, per sognare, per ricordarsi di essere felici.

Oppure, potrei parlare del terribile e famigerato Capitan Uncino, nemesi di Peter e spauracchio del mondo adulto.

O ancora, perdermi nei dintorni dell’Isola che non c’è e presentarti gli indiani, le perfide sirene e i bambini sperduti. Insomma, non saprei da che parte cominciare perché ogni elemento narrativo di Barrie è il tassello di un puzzle che dipinge un mondo immenso, contenuto nell’essere di ognuno di noi.

In questa miriade di frammenti curiosi e fantastici, il mio personaggio preferito è l’ombra di Peter Pan. Essa non segue il suo padrone, lo contrasta, ha vita propria e, a volte, sfugge al suo controllo. È solo grazie a lei che l’eterno bambino si ritrova piangente nella stanza dei figli di Mr e Mrs Darling dove conosce la pragmatica e narratrice di storie Wendy.

Ciò che è nascosto e celato ai nostri occhi trova sempre la via per apparire, per esprimersi e prende vita scatenando una serie di reazioni a catena dalla quale non è possibile tornare indietro. È all’ombra dei nostri pensieri che troviamo la forza e il coraggio di osare, sperimentare e rendere reali ciò che fino ad un attimo prima non erano altro che effimere illusioni.

Il legame tra Peter e l’ombra è instabile e Wendy, con ago e filo, farà in modo di renderlo stabile ma non unito. Vi è una sorta di dissociazione interiore tra la natura infantile di Pan e l’ombra della crescita, una dualità dalla quale è impossibile scappare ma che necessita di un piano, un territorio neutro dove instaurare una comunicazione equilibrata al fine di creare quella sintonia necessaria per sentirsi completi.

La ribellione di Peter Pan

Cosa non mi convinceva o meglio mi rattristava? Il fatto che Peter Pan rimane sempre uguale a se stesso, un bambino abbandonato che ha rinunciato a crescere.

Nel romanzo di Barrie c’è tutto ma non il cambiamento e il modo con il quale affrontarlo. Solo Wendy e i suoi fratelli sono in grado di accettare e desiderare di andare avanti, di continuare a voler scoprire la vita e le sue fasi. In Peter Pan invece vi è una vera e propria ribellione, dettata dall’amara consapevolezza di aver trovato una finestra chiusa e di essere stato dimenticato.

Leggendo la prefazione di Alison Lurie ho avuto l’impressione che non sia tanto la morte a tormentare l’animo inquieto di Barrie ma l’oblio e l’abbandono materno. Timori che hanno portato l’autore ad annullarsi per diventare l’ombra di qualcun altro e ad incanalare la sua personalità primigenia in Peter Pan. Questa è una ribellione contro l’età adulta e il cambiamento.

Non è Uncino il problema ma il continuo scorrere del tempo metaforicamente rappresentato dal ticchettio proveniente dal ventre del coccodrillo. Il cambiamento corre di pari passo con il fluire del tempo.

Leggere Peter Pan è come trovarsi a un bivio. Il lettore è obbligato a scegliere se diventare Uncino, adulto ossessionato dal tempo e dalla morte oltre che menomato di una parte di sé o cristallizzarsi nel mondo infantile, libero dal continuo fluire della vita ma confinato in un’unica fase dell’esistenza.

Scelta difficile, non è vero? Da bambina controllavo spesso la mia ombra proiettata a terra e, forse inconsciamente, desideravo che prendesse vita, che mi sfuggisse e mi portasse verso nuove avventure. Non ti dico la delusione nel vederla sempre accanto a me ma con il tempo ci ho fatto l’abitudine, o quasi.
Ogni tanto verifico ancora la sua presenza, mi piace tener la finestra aperta e ripeto a me stessa di credere nelle fate e al cambiamento. Morirò? Come tutti. Sarò dimenticata? Probabile.

Una cosa sola mi auguro, mantenere in contatto la natura duale narrata nell’opera di Barrie per poter dire un giorno che:

«La morte sarà la più grande delle avventure»

Lasciando dietro di me la certezza di aver vissuto, sempre.

Tu che ne pensi? In attesa di una tua risposta io mi fermo ancora un po’ sull’isola che non c’è ma per mercoledì ti aspetto nel paese delle meraviglie di Alice e, ci sarà anche una piccola sorpresa per te…

Autore: James Matthew Barrie
Titolo: Peter Pan
Titolo Originale: Peter Pan and Wendy
Traduzione: Pina Ballario
Casa Editrice: Mondadori
Collana: Oscar Classici
Pagine: 193
Anno di pubblicazione: ristampa 2010
Prezzo di copertina: € 7.40

Photo Credits: immagine in evidenza via pixabay.com

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7 Comments

  • Reply emmafrignani 13 Aprile 2015 at 16:30

    Ciao Rita!
    Ho le lacrime agli occhi. E ho preso Peter Pan perché (shame on me!) non l’ho letto.
    Aspetto di digerire il tuo bel post e mi riservo di darti le mie opinioni 🙂
    Grazie per le splendide immagini

    • Reply Rita Fortunato 13 Aprile 2015 at 22:16

      Ma no Emma, non volevo farti piangere! Spero, allora di farti ridere con il prossimo post! Un bacione!

      • Reply emmafrignani 14 Aprile 2015 at 13:44

        Lacrime emozionali. Mi capita di fronte a certe idee, soprattutto se espresse con questa delicata intensità. Aspetto curiosa il prossimo post (fresca di lettura di Alice e Attraverso lo specchio) 😉

  • Reply daniandcolf 14 Aprile 2015 at 10:42

    Ciao, giungo qui per merito di #adotta 1 blogger e sono ben felice di esserci atterrata.
    ” È all’ombra dei nostri pensieri che troviamo la forza e il coraggio di osare” dovrebbe passare alla storia! bravissima.

    • Reply Rita Fortunato 14 Aprile 2015 at 15:33

      daniandcolf.com, grazie mille. A proposito, complimenti per il tuo blog! Molto bello e ben curato. 🙂

  • Reply Sonia Bertinat 12 Novembre 2015 at 15:14

    Carissima Rita, mi hai commosso. Non ho mai letto il libro e devo dire che non ho mai amato Peter Pan (tranne che nel film con Johnny Depp di cui non ricordo il titolo).
    Ma la tua recensioni mi ha fatto venir voglia di leggerlo. E d’un fiato.
    Il discorso dell’ombra poi mi ha suscitato mille riflessioni sulla nostra parte oscura, quella che ci piace di meno.
    Brava!

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