Leggere Un sogno d’eternità di Véronique Chalmet, opera biografica dell’ultima mecenate d’arte Peggy Guggenheim, è come trovarsi sballottati in un mare di sentimenti contrastanti per poi affondare inesorabilmente.
Per questo ho deciso di seguire le emozioni provate in lettura e commentare, in pochi punti essenziali quelle che a me sono parse più intense.
Un sogno d’eternità di Véronique Chalmet: storia della vita di Peggy Guggenheim
L’inizio, narrante l’affondamento del Titanic, nella quale il padre della protagonista perde la vita, è un’allegoria che tornerà nel finale come nell’Anna Karenina di Tolstoij.
Nel complesso, per la vita della collezionista d’arte più eccentrica e controversa della storia contemporanea non si può fare a meno provare:
- Ammirazione per una donna dal pessimo carattere che ha testimoniato e documentato le avanguardie della sua epoca, per la sua feroce ricerca di amore e per una voglia di vivere intensamente, marchiata da, parafrasando Pasolini, una disperata vitalità.
- Sconcerto per l’incapacità di Peggy ad instaurare delle relazioni affettive sane, una lacuna che stride con il fiuto e la sensibilità che l’hanno portata ad individuare opere e artisti che hanno rivoluzionato il concetto di Arte.
- Disprezzo per i suoi protetti, paiono zecche avidamente attaccate al suo patrimonio e, una volta satolle, non esitano a voltarle le spalle. Ecco il lato negativo degli artisti, una volta affermati lasciano cadere nel dimenticatoio chi ha creduto nelle loro opere, salvandole.
- Dispiacere per la fragilità palese della Guggenheim, il suo essere spezzato ha generato frammenti acuminati che le si sono ritorti contro facendo entrare lei e chi la circondava in un circolo infinito di masochismo.
L’autrice del libro, Veronique Chalmet, descrive Peggy come una donna irrequieta, profondamente infelice, dominata dalla frenesia per l’arte, unico balsamo in grado di ammorbidire il suo cuore indurito dall’abbandono.
Lo stile di scrittura è tipico dei romanzi polizieschi, di impronta giornalistica. Un sogno d’eternità è incalzante ma forse si esagera con l’uso degli aggettivi. A tratti, inoltre, la narrazione mi è parsa fastidiosa poiché si esprimono pareri personali che sembrano aumentare l’effetto denigratorio su come la Guggenheim esprimeva la sua personalità e la sua fame di vita.
A volte pare rappresentata come la Paris Hilton dei nostri giorni, tuttavia la biografa ha centrato in pieno la profonda solitudine della donna che dell’arte d’avanguardia si è fatta finanziatrice e protettrice.
Autore: Véronique Chalmet
Titolo: Peggy Guggenheim. Un sogno d’eternità
Titolo originale: Peggy Guggenheim. Un fantasme d’éternité
Traduzione: Marco Pegoraro
Casa editrice: Odoya srl
Anno di pubblicazione: aprile 2014
Pagine: 288
Prezzo di copertina: €18
3 Comments